Greenpeace: «I veleni del diesel, una nube che avvolge i bambini di Torino»
I risultati del monitoraggio vicino alle scuole del capoluogo piemontese
[4 Dicembre 2017]
Oggi Greenpeace Italia ha diffuso i preoccupanti dati dei monitoraggi dell’aria effettuati nelle ultime due settimane, tra le 7 e 30 e le 8 e 30, nei pressi di 10 scuole dell’infanzia e primarie di Torino e che hanno costantemente rilevato in 10 scuole su 10, «Concentrazioni di biossido di azoto (NO2) ampiamente al di sopra del valore individuato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la protezione della salute umana (40 μg/m3, microgrammi per metro cubo). La concentrazione media oraria più bassa rilevata da Greenpeace all’ingresso delle scuole torinesi è di 70,9 μg/m3, la più alta 108,8 μg/m3. Si registrano picchi – in concentrazioni medie su dieci minuti – fino a 123,3 μg/m3». Gli ambientalisti evidenziano che si tratta di «un valore preoccupante, se si considera che già nel 2005 l’OMS segnalava come nei bambini gli effetti patogeni del NO2 sul sistema respiratorio siano provati anche per concentrazioni inferiori ai 40 μg/m3. Ancor più preoccupante è il fatto che tre monitoraggi segnalino una concentrazione media oraria superiore ai 100 μg/m3; e che la media delle misurazioni realizzate da Greenpeace sia di 86,9 μg/m3».
Come spiega il report di Greenpeace “Ogni respiro è un rischio”, «Il biossido di azoto è classificato tra le sostanze certamente cancerogene ed è particolarmente nocivo sui bambini, cosa che spiega la tipologia di monitoraggio realizzata da Greenpeace. La soglia massima di concentrazione media annuale per questo inquinante prevista dalla legislazione italiana è di 40 μg/m3. A Torino, dove i valori eccedono in maniera grave questo limite, circa il 70 percento del biossido di azoto presente in atmosfera è originato dal traffico (fonte Inemar), e in particolare dai veicoli con motori diesel».
Andrea Boraschi, responsabile della campagna energia e clima di Greenpeace Italia, evidenzia che «La situazione riscontrata nelle scuole torinesi, all’orario della prima campana, è sin qui la peggiore emersa dai monitoraggi che Greenpeace sta facendo nelle quattro città italiane maggiormente interessate dalla concentrazione di biossido di azoto. I valori di NO2 registrati a Torino sono più alti di quelli misurati, con identica metodologia e apparecchiatura, presso le scuole di Roma e Milano. Nel loro complesso segnalano non solo un grave problema di qualità dell’aria, quanto un’emergenza sanitaria che esige soluzioni urgenti».
Greenpeacde ricorda che «Secondo l’ultimo report dell’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), a livello europeo l’Italia è il Paese con il più alto numero assoluto di morti premature causate dal NO2, con oltre 17 mila casi. A preoccupare, oltre ai valori assoluti, è l’incidenza patologica media di questo inquinante sulla popolazione, che mostra valori doppi (0,28 casi ogni 1000 abitanti) rispetto alla media Ue. Ovviamente si tratta di un’incidenza che in aree urbane con un’aria particolarmente satura di NO2, come nel caso di Torino, risulta fatalmente accresciuta».
Greenpeace chiede ai sindaci di Roma, Torino, Milano e Palermo, le città italiane più colpite dal biossido di azoto, di prendere presto provvedimenti radicali per abbattere questo inquinante. L’associazione ambientalista ha già incontrato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e assessori di Roma e Milano. È previsto per dicembre un incontro con l’amministrazione di Torino.
Boraschi conclude: «Torino deve cominciare presto a discutere di una data oltre la quale i diesel non potranno più circolare. Città come Parigi, Copenaghen, Madrid, Atene, Stoccarda e altre ancora, che spesso mostrano livelli di inquinamento minori, stanno scrivendo oggi la data oltre la quale i veicoli più inquinanti non potranno più circolare. È una decisione importantissima, che va presa presto, perché deve servire a orientare i consumatori nelle loro scelte di mobilità per i prossimi anni».