Hillary Clinton: «La giustizia ambientale e climatica non possono essere solo slogan»
«Aria e acqua pulita non sono un lusso, sono diritti fondamentali di tutti gli americani»
[14 Aprile 2016]
La candidata democratica alla presidenza Usa, Hillary Clinton, è in grosse difficoltà di fronte all’offensiva progressista e ambientalista lanciata con successo da Bernie Sanders e ha provato ad uscire dall’angolo con un discorso alla National Action Network Convention, durante un evento a New York realizzata dal Reverendo Al Sharpton. L’ex segretario di Stato ha infatti annunciato «un nuovo piano per lottare per la giustizia ambientale», che comprenderebbe l’eliminazione di piombo come importante minaccia per la salute pubblica entro i prossimi cinque anni. La Clinton ha detto che con la volontà politica questo obiettivo può essere raggiunto.
Nel suo discorso la candidata democratica ha toccato anche i temi dei trasporti e delle armi, ma ha soprattutto illustrato i suoi piani per diminuire i carichi ambientali che sopportano le comunità di colore a basso reddito e ha detto: «La giustizia ambientale e climatica non possono essere solo slogan: devono essere gli obiettivi centrali – si legge nel suo piano – L’aria pulita e l’acqua pulita, non sono un lusso, sono diritti fondamentali di tutti gli americani. Nessuno nel nostro Paese dovrebbe essere esposto a sostanze chimiche tossiche o a rifiuti pericolosi semplicemente a causa del luogo in cui vive, del suo reddito o della sua razza».
Secondo ClimateProgress, i principale obiettivo della piattaforma per la giustizia ambientale della Clinton sembra essere la fine della minaccia per la salute pubblica rappresentata dall’avvelenamento da piombo nei prossimi cinque anni. Durante il suo discorso, Clinton ha ricordato la crisi in corso in Flint, Michigan, dove l’acqua potabile è avvelenata dal piombo, sostenendo che un problema simile non sarebbe mai avvenuto in un’area più ricca.
All’interno del suo piano, la Clinton vorrebbe istituire una Commissione presidenziale sull’esposizione dell’infanzia al piombo alla quale verrebbe affidato il compito di scrivere un piano nazionale per la lotta contro l’avvelenamento da piombo in America. La candidata democratica ha anche promesso un investimento federale fino a 5 miliardi di dollari per contributi per la sostituzione delle vernici al piombo da finestre, porte, case, scuole e centri di assistenza all’infanzia.
Secondo il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) «circa mezzo milione di bambini negli Stati Uniti di età compresa tra uno e cinque tra hanno livelli di piombo nel sangue superiori a 5 microgrammi per decilitro», Gli esperti sostengono che l’avvelenamento da piombo è una crisi in gran parte prevenibile, ma che regolamenti federali non sono all’altezza di affrontare adeguatamente il problema.
Il piano per la giustizia ambientale della Clinton include anche misure per prevenire la contaminazione dell’acqua potabile pubblica con un aumento degli investimenti nella modernizzazione delle infrastrutture idriche. ClimateProgress evidenzia che «Un recente sondaggio post-Flint ha rilevato che solo la metà degli americani sono “molto fiduciosi” che la loro acqua del rubinetto sia sicura da bere».
Il piano della Clinton prevede anche pene più severe per chi compie delitti ambientali e prevede che sia l’Envronmental protection agency (Epa) che il Dipartimento di Giustizia utilizzino il titolo VI del Civil Rights Act per indagare sui casi di ingiustizia ambientale. Recentemente, l’ufficio dei diritti civili del EPA è finito sotto accusa dopo che un’inchiesta del Center for Public Integrity ha rivelato che, in 22 anni di attività, non aveva mai fatto una constatazione formale di violazione del titolo VI.
Hillary Clinton a New York ha anche parlato della necessità di investire sia nell’energia pulita che nei trasporti per migliorare la qualità dell’aria e diminuire l’inquinamento atmosferico, definendo i trasporti «una questione di diritti civili». Diversi studi dimostrano che negli Stati Uniti le comunità più povere e le comunità di colore sopportano maggiormente il peso dell’inquinamento atmosferico. Nel 2014 fece scalpore uno studio della Wayne State University nel quale si diceva che la razza è spesso un fattore più importante del reddito per determinare la probabile l’esposizione di una comunità a livelli pericolosi di inquinamento atmosferico: dalla ricerca veniva fuori che una comunità bianca a basso reddito deve affrontare livelli di inquinamento atmosferico più bassi di una comunità ispanica ad alto reddito.
Sanders non ha ancora un piano per la giustizia ambientale ma comprende questi temi nella sua piattaforma per la giustizia razziale. Nessuno dei candidati repubblicani alla presidenza Usa hanno preso posizione sul tema della giustizia ambientale e tutti, escluso il il governatore dell’Ohio John Kaisich, negano l’origine antropica del cambiamento climatico. Gl impatti dell’inquinamento sulla popolazione a basso reddito non è certo un problema per Donald Trump, che ha detto: «Non sono un grande sostenitore del cambiamento climatico provocato dall’uomo». Trump non è certo un grande fan delle politiche ambientali e ha definito l’Epa «Lo zimbello del mondo» e ha promesso che se sarà eletto eliminerà l’agenzia ambientale Usa.
Non va meglio, anzi, con il candidato repubblicano “moderato”, il pio senatore Ted Cruz, che ha deriso la scienza climatica definendola «religione», in linea con la sua forte opposizione ad ogni politica ambientale di Obama, compreso il Clean Power Plan: nel 2015 Cruz ha presentato un disegno di legge per demolire il piano e per abrogare tutte le norme federali sui cambiamenti climatici negli Usa. Se venisse eletto presidente Trump o Cruz, l’Accordo di Parigi contro i cambiamenti climatici firmato da Obama diventerebbe carta straccia.