I costi dell’inquinamento della grande industria diminuiscono, ma rimangono al 2% del Pil dell’Ue
Funzionano le politiche industriali green europee osteggiate dalla destra italiana
[25 Gennaio 2024]
Secondo il nuovo briefing ‘The costs to health and the environment from industrial air pollution in Europe’ dell’European Environment Agency (EEA), «L’inquinamento atmosferico causato dalla grande industria europea continua a causare danni significativi all’ambiente, al clima e alla salute delle persone. Tuttavia, il costo di questo inquinamento è diminuito di circa un terzo negli ultimi 10 anni».
L’aggiornamento del 2024 del briefing dell’AEA presenta l’ultima valutazione delle tendenze delle esternalità dell’inquinamento atmosferico industriale provenienti dai circa 10.000 impianti più grandi in Europa, dal 2012 al 2021. Questi impianti riportare i dati sui rilasci e trasferimenti di sostanze inquinanti sul Portale europeo delle emissioni industriali.
L’EEA evidenzia che «I costi dell’inquinamento atmosferico causato dai più grandi impianti industriali d’Europa sono notevoli, con una media compresa tra 268 e 428 miliardi di euro all’anno, Nel 2021, questi costi corrispondevano a circa il 2% del PIL dell’Ue. Solo l’1% (107) degli impianti industriali più inquinanti – molti dei quali centrali elettriche a carbone – hanno causato la metà del danno totale».
Ma l’analisi dell’EEA pubblicata oggi di mostra anche che «I costi ambientali e sanitari dell’industria europea sono diminuiti di un terzo (-33%) dal 2012 al 2021. Il settore energetico dell’Ue ha rappresentato la stragrande maggioranza – circa l’80% – della diminuzione totale, principalmente adottando le migliori tecniche disponibili (BAT) e passando alle energie rinnovabili e ai combustibili meno inquinanti, in gran parte come risultato dell’azione dell’Ue».
Nonostante l’opposizione dell’estrema destra – compresi Fratelli d’Italia e la Lega ex Nord – che profetizzavano un crollo dell’industria e anni di sventura sen za ottenere in cambio benefici reali, sembra funzionare l’idea al centro dell’European Green Deal di promuovere un’industria europea più verde e digitale. E all’EEA ricordano che «Più recentemente, la revisione della Direttiva sulle emissioni industriali e il nuovo Regolamento sul portale delle emissioni industriali (IEPR) mirano a guidare la grande industria europea verso la decarbonizzazione, l’inquinamento zero, l’economia circolare e l’innovazione. Si prevede che il rafforzamento della direttiva europea sulla qualità dell’aria sosterrà ulteriormente questo sviluppo avvicinando i limiti di inquinamento alle linee guida sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità».
Tutte misure, è bene ribadirlo, che hanno visto l’opposizione della destra italiana e dei suoi vari alleati sovranisti.
L’EEA pubblicherà il secondo rapporto sul monitoraggio e sulle prospettive dell’inquinamento zero insieme alla Commissione europea entro la fine dell’anno. Per evidenziare le sfide e le opportunità della transizione energetica dell’Ue, il rapporto di quest’anno mapperà i 100 grandi impianti di combustione (LCP) più inquinanti nell’Ue.