I costi “esterni” delle emissioni inquinanti delle principali industrie europee

L’Agenzia europea per l’ambiente stima che queste esternalità negative ci costino tra i 277 e i 433 miliardi di euro l’anno, circa il 2-3 % del Pil dell’Ue

[3 Marzo 2022]

L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha pubblicato un rapporto sui costi sociali o “esterni” dell’inquinamento atmosferico da parte di grandi impianti industriali, che sono elevati e comprendono impatti sulla salute umana, sugli ecosistemi, sulle infrastrutture e sul clima.

L’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) ha pubblicato il rapporto “Costi dell’inquinamento atmosferico da impianti industriali europei 2008-2017“.

L’analisi esamina i costi sociali o esterni causati dalle emissioni industriali provenienti da diversi siti e settori in tutta Europa, con una forte attenzione agli impatti sulla salute. Calcolare l’entità del problema (inquinanti e inquinatori), i danni causati e i costi più ampi per la società – sia in termini sanitari che non – ci aiuterà a comprendere l’entità della sfida e il potenziale di soluzioni specifiche.

Il rapporto applica i più recenti progressi metodologici ai dati del 2017 per calcolare tali costi esterni, può quindi essere utilizzato per informare le discussioni dei politici e dei leader dell’industria per affrontare l’inquinamento atmosferico alla fonte e separarlo dalla crescita economica – obiettivi chiave del Green Deal europeo e del Piano d’azione per l’inquinamento zero.

Cosa sono le esternalità e come vengono calcolate?

Le esternalità sono costi derivanti da un’attività, come i rifiuti prodotti o le emissioni inquinanti, i cui effetti ricadono sulla società in generale.

Il lavoro dell’EEA sulle esternalità utilizza un approccio che stima i costi dei danni per tonnellata di alcuni inquinanti. Prendendo in considerazione la diffusione stimata dell’inquinamento proveniente dalla fonte industriale, si calcolano gli effetti sul l’uomo e sull’ambiente (cattiva salute, decessi, danni agli ecosistemi/clima/agricoltura, per esempio) nonché i relativi impatti monetari.

La valutazione delle esternalità si concentra sugli operatori più rilevanti, tra cui centrali elettriche, complessi industriali-chimici, raffinerie, in tutta Europa, per i quali le informazioni a livello di impianto sono comunicate.

I danni sulla salute causati dai principali inquinanti atmosferici sono quantificati con due approcci contrastanti ma complementari:

  • il valore della vita statistica: una stima dei costi dei danni basata su quanto le persone sono disposte a pagare per una riduzione del loro rischio di morire a causa di condizioni di salute avverse;
  • il valore di un anno di vita: una stima dei costi dei danni basata sui potenziali anni di vita perduti che tiene conto dell’età alla quale si verificano i decessi (ponderazione più elevata per i più giovani).

In che modo siamo esposti?

Un esempio di esposizione diretta all’inquinamento atmosferico è l’inalazione. Coloro che vivono in grandi città o regioni industriali di solito sperimentano più inquinamento rispetto alle comunità rurali. Per altri inquinanti, come i metalli pesanti, il percorso è più complesso. Può avvenire per inalazione, ma anche attraverso il consumo di alimenti e bevande contaminati. Oltre alle persone, l’inquinamento atmosferico e/o le emissioni di gas a effetto serra danneggiano anche le piante, gli animali e i loro habitat, alterando i cicli riproduttivi e la biodiversità. Gli inquinanti possono anche depositarsi su edifici e monumenti e corrodere infrastrutture vitali che richiedono costose riparazioni.

Stima del costo del danno

L’inquinamento atmosferico è indiscriminato e ignora i confini regionali e nazionali. Le emissioni provocano danni e i costi sono a carico della società nel suo complesso. Sebbene la distribuzione geografica dei costi esterni sia dispersa, gli impatti finali tendono spesso a colpire i gruppi più vulnerabili e svantaggiati a causa di problemi di salute, età e differenze socioeconomiche.

Coerentemente con i risultati degli studi precedenti dell’EEA, un numero relativamente limitato di impianti continua ad essere responsabile della maggior parte dei costi esterni quantificati. Nel 2017, si stima che l’inquinamento atmosferico emesso dai grandi siti industriali in Europa sia costato alla società tra i 277 e i 433 miliardi di euro. Ciò equivale a circa il 2-3 % del PIL dell’UE ed è superiore alla produzione economica totale di molti Stati membri quell’anno. Come mostra la mappa, solo 211 impianti (degli 11.655 totali che hanno comunicato le emissioni nell’aria di inquinanti nel 2017) hanno causato il 50% dei costi dei danni aggregati tra i principali inquinanti atmosferici più i gas a effetto serra.

L’inquinamento atmosferico provocato dalle centrali termiche è la causa dei danni esterni più gravi alla salute e all’ambiente. In totale, 24 dei primi 30 impianti inquinanti sono centrali termiche (la maggior parte utilizza carbone, alcune gas o petrolio), con quindici situati nell’Europa occidentale e settentrionale (sette in Germania) e altri nove nell’Europa orientale e sudorientale. Mentre la centrale più inquinante si trova in Polonia, quattro dei primi cinque si trovano in Germania.

In questa “classifica” sono presenti tre impianti italiani: la centrale termoelettrica di Brindisi, l’ILVA di Taranto e la centrale ENEL di Civitavecchia.

di Marco Talluri, https://ambientenonsolo.com