Il Coronavirus ha causato una nuova ondata di inquinamento da plastica sulle spiagge britanniche
SAS: le misure del governo a favore delle imprese stanno minando la battaglia contro l'inquinamento da plastica
[1 Settembre 2020]
Surfers Against Sewage (SAS) una ONG di surfusti ambientalisti britannici che ripulisce le spiagge dice che la pandemia di coronavirus ha causato una nuova ondata di inquinamento da plastica e una ‘”esplosione” di mascherine e di plastica gettate sulle spiagge e nei fiumi.
Secondo SAS, le imprese stanno sfruttando la pandemia per tornare a utilizzare enormi quantità di plastica monouso e ha annunciato che intende fare i nomi e svergognarle sui social media le singole imprese i cui rifiuti vengono trovati più regolarmente dai suoi volontari.
Jack Middleton di SAS ha sottolineato che «Da quando il lockdown è iniziato a essere revocato, abbiamo assistito a una nuova ondata di inquinamento da plastica che ne ha disseminato le nostre spiagge sotto forma di guanti e mascherine usa e getta Mentre negli ultimi mesi le PPE hanno contribuito a salvare vite umane, ora dobbiamo prendere in considerazione come smaltirle correttamente per evitare che finiscano nei nostri fiumi e oceani e distruggano le nostre spiagge. Siamo abituati a vedere bottiglie e sacchetti di plastica quando navighiamo, ma questo nuovo tipo di inquinamento da plastica è qualcosa che nessuno avrebbe potuto prevedere».
Charlotte England è una delle volontarie di SAS che partecipano alle pulizie di massa a Bristol, lungo il fiume Avon che attraversa il centro della città, è ha detto a BBC News di aver notato «quantità crescenti di DPI, in particolare mascherine facciali, tra i rifiuti che pulisco. Si vedono mascherine ovunque, nei parchi e nelle strade. Questo è un grosso problema perché prima del lockdown questi articoli non erano mai stati davvero in circolazione tra il pubblico in generale, erano limitati all’industria medica. Penso che ciò che serve sia una chiara guida del governo sulla promozione di mascherine riutilizzabili. Hanno detto che sono sicure da usare, ma non credo che il fatto che siano un’alternativa ecologica alle maschere monouso sia stato ampiamente comunicato».
Middleton chiede a tutti di utilizzare mascherine riutilizzabili e accusa il governo per aver introdotto misure per aiutare le aziende durante il lockdown che «stanno minando la battaglia contro l’inquinamento da plastica. Abbiamo visto il governo tornare indietro rispetto ai progressi che abbiamo compiuto nell’affrontare la crisi dell’inquinamento da plastica. L’ addebito per i sacchetti di plastica di 5 centesimi è stato revocato per le consegne di cibo e il divieto di cannucce, agitatori e bastoncini di cotone è stato rinviato a poche settimane dall’introduzione».
Fenomeni visibili anche in Italia, dove molte ordinanze plastic-free prese dai Comuni nel 2019 sono lettera morta e dove fioccano le segnalazioni su un aumento dei rifiuti plastici sulle spiagge, anche a causa della sospensione per le norme anti-covid-19 di iniziative come Vele Spiegate di Legambiente.
Dal 5 settembre al 18 ottobre, Surfers Against Sewage lancerà la campagna The Generation Sea: Plastic Protest che punta a incoraggiare l’azione di base in tutto il Regno Unito. Sono previste oltre a 600 pulizie di spiagge e fiumi e la campagna evidenzierà anche a quali marchi appartiene il packaging che verrà trovato più regolarmente. Grazie all’iniziativa Return to Offender, le foto degli articoli in plastica trovati sulle spiagge e sulle rive dei fiumi verranno pubblicate sui social media per indicare quali sono le aziende responsabili dei prodotti.