Inquinamento atmosferico ancora troppo elevato nella maggior parte dei Paesi europei

Nel 2020 la qualità dell'aria è migliorata grazie ai blocchi anti-Covid e a modelli meteorologici favorevoli

[22 Settembre 2021]

Secondo il nuovo briefing “Europe’s air quality status 2021”, pubblicato dall’European Environment Agency (EEA) «Le concentrazioni dei principali inquinanti atmosferici rimangono troppo elevate nella maggior parte dei Paesi europei» e «La maggior parte degli Stati membri dell’Unione europea supera almeno uno o più limiti legali dell’Ue per gli inquinanti nell’aria ambiente nel 2019».

Un altro briefing EEA e più ampiamente il rapporto “Air Quality in Europe – 2020 report” analizzano gli impatti dei lockdown del Covid-19 sulla qualità dell’aria nel 2020.

Il nuovo briefing EEA presenta gli ultimi dati ufficiali per il 2019 e i dati provvisori per il 2020 sulle concentrazioni dei principali inquinanti atmosferici misurati in oltre 4.500 stazioni di monitoraggio in 40 Paesi europei, dimostrando che «L’inquinamento atmosferico è ancora un grave rischio per la salute degli europei».

I dati dell’EEA dimostrano che «La qualità dell’aria in Europa è migliorata nel 2020, poiché le misure di blocco per controllare la diffusione di Covid-19 hanno portato a un calo delle emissioni dei trasporti, combinato con modelli meteorologici favorevoli».

La situazione è variegata ma colpisce tutta l’Europa: «Nell’Europa centrale e orientale, la combustione di combustibili solidi per il riscaldamento domestico e industriale provoca elevate concentrazioni di particolato sia fine che grossolano, nonché di benzo[a]pirene, un noto cancerogeno. L’esposizione al particolato fine provoca malattie cardiovascolari, cancro ai polmoni e altre malattie che portano a morti premature. Nelle città più grandi persistono alte concentrazioni di biossido di azoto dovute al traffico stradale, con biossido di azoto legato ad asma e problemi respiratori. E, soprattutto nell’Europa meridionale, gli inquinanti emessi dalle attività umane reagiscono al calore e alla luce solare per produrre alte concentrazioni di ozono troposferico, legate a malattie cardiovascolari e irritazioni di occhi, naso e gola».

Ecco i principali risultati cdel briefing EEA:

Particolato (PM10):  21 Paesi (di cui 16 Stati membri dell’Ue) hanno registrato concentrazioni superiori al valore limite giornaliero dell’Ue nel 2019, mentre 31 Paesi hanno registrato concentrazioni superiori alle linee guida più rigorose dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) del 2005.

Particolato fine (PM2,5):  7 Paesi (di cui 4 Stati membri dell’Ue) hanno registrato concentrazioni superiori al valore limite annuale dell’Ue nel 2019, mentre 28 Paesi hanno registrato concentrazioni superiori alle linee guida dell’Oms del 2005.

Ozono a livello del suolo (O3):  24 Paesi (di cui 19 Stati membri dell’Ue) hanno registrato concentrazioni superiori al valore limite annuale dell’Ue nel 2019, mentre tutti i Paesi hanno registrato concentrazioni superiori alle linee guida dell’Oms del 2005.

Il biossido di azoto (NO2):  22 Paesi (di cui 18 sono stati gli Stati membri dell’Ue) con concentrazioni superiori al valore limite annuale Ue registrate nel 2019, che è lo stesso della linee guida OMs  2005.