Adottata la posizione negoziale sulla nuova direttiva sulla qualità dell’aria

Inquinamento atmosferico, il Parlamento Ue rafforza l’impegno contro la «lenta pandemia»

López: «Sta avendo un impatto devastante sulla nostra società, portando a morti premature e a una moltitudine di malattie cardiovascolari e polmonari»

[13 Settembre 2023]

Con 363 voti a favore, 226 contro e 46 astensioni, il Parlamento europeo ha adottato oggi la propria posizione negoziale – necessaria per avviare adesso le trattative col Consiglio – in merito alla nuova direttiva sulla qualità dell’aria, proposta dalla Commissione nell’autunno scorso.

Tale proposta aveva già ricevuto apprezzamenti da parte degli ambientalisti, ma l’Europarlamento va oltre proponendo valori limite e obiettivi più rigorosi (da raggiungere entro il 2035), rispetto alla proposta della Commissione, per diversi inquinanti, tra cui particolato (PM2.5, PM10), NO2 (anidride carbonica), SO2 (anidride solforosa) e O3 (ozono).

Un approccio diametralmente opposto rispetto a quello seguito dal Governo Meloni insieme alle regioni del bacino padano – dove l’inquinamento atmosferico raggiunge i massimi livelli –, che mirano invece ad affossare la nuova direttiva.

L’Europarlamento sottolinea invece la necessità di allineare le regole Ue con le più recenti linee guida per la qualità dell’aria dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms); ad oggi, secondo le stime di Legambiente, il 76% delle città italiane monitorate supera già i limiti previsti dalla futura direttiva per il PM10, l’84% per il PM2.5 e il 61% per il NO2.

«Affrontare l’inquinamento atmosferico in Europa richiede un’azione immediata – dichiara il relatore dell’Europarlamento, Javi López – Questa lenta pandemia sta avendo un impatto devastante sulla nostra società, portando a morti premature e a una moltitudine di malattie cardiovascolari e polmonari. Dobbiamo seguire la scienza, allineare i nostri standard di qualità dell’aria alle linee guida dell’Oms e rafforzare alcune delle disposizioni contenute in questa direttiva».

Nel testo adottato oggi si sottolinea la necessità di aumentare il numero di punti di campionamento della qualità dell’aria, oltre alla necessità di armonizzare gli indici di qualità dell’aria in tutta l’Ue, attualmente frammentati e poco comprensibili.

In particolare, l’Europarlamento vuole che i cittadini la cui salute è danneggiata abbiano un diritto rafforzato al risarcimento in caso di violazione delle nuove norme.

I deputati propongono infine che, oltre alle misure di emergenza per migliorare la qualità dell’aria, necessarie quando i paesi dell’Ue superano i limiti, tutti gli Stati membri predispongano tabelle di marcia per la qualità dell’aria con azioni a breve e lungo termine per conformarsi ai nuovi valori limite.

Il tutto con grandi vantaggi economici, oltre che per la salute umana. La proposta iniziale della Commissione prevede infatti benefici lordi annuali stimati a 42 miliardi di euro e fino a 121 miliardi di euro nel 2030, a un costo inferiore a 6 miliardi di euro all’anno.

Dal punto di vista della salute, a guadagnarci sarebbe in primis l’Italia, che ancora oggi soffre il primo posto nella classifica dell’inquinamento atmosferico in Europa: secondo le ultime stime dell’Agenzia europea dell’ambiente, nel nostro Paese muoiono prematuramente ogni anno 52.300 persone per l’inquinamento da PM2.5, 11.200 per quello da NO2 e 6.067 a causa dell’O3.

Nonostante i grandi progressi conseguiti nell’ultimo trentennio nella lotta contro l’inquinamento atmosferico, le vittime causate dalla scarsa qualità dell’aria sono ancora moltissime, e i principali responsabili sempre i soliti: climatizzazione degli edifici, trasporto stradale e allevamenti.