Inquinamento atmosferico: la Francia condannata a pagare 10 milioni di euro ogni 6 mesi
Gli ambientalisti: «Di fronte all'inerzia del governo, un'altra vittoria contro l'inquinamento atmosferico»
[5 Agosto 2021]
Il Conseil d’État ha condannato lo Stato francese a pagare una storica multa di 10 milioni di euro per il mancato rispetto delle norme europee sull’inquinamento atmosferico. Il governo francese è stato ritenuto responsabile di non aver ancora soddisfatto gli standard di qualità dell’aria in diverse città. La stessa situazione italiana, solo che da noi, in particolare in Pianura Padana, è ancora peggio.
La sentenza arriva dopo anni di cause legali intentate da Les Amis de la Terre e altre associazioni ambientaliste, si tratta di una sanzione è temporanea, vale a dire che il governo sarà condannato a pagarla ogni 6 mesi fino a quando non sarà finalmente conforme agli standard europei sull’inquinamento atmosferico.
Gli ambientalisti francesi esultano: «La suprema corte amministrativa punisce con una decisione storica la reiterata e continua inerzia dello Stato in materia di inquinamento dell’aria, comminando una sanzione di 10 milioni di euro, che sarà rivalutata ogni 6 mesi in base ai livelli di inquinamento dell’aria osservati nelle 5 aree interessate (Grenoble, Lione, Parigi, Tolosa Midi-Pirenei e Aix-Marseille). Tale decisione fa seguito a quella resa dal Conseil d’État il 10 luglio 2020, con la quale si concedeva 6 mesi allo Stato per ottemperare ai propri obblighi in materia di inquinamento atmosferico (lo Stato era già stato condannato per la sua inerzia nel 2017), la pena era quella di dover pagare una penale storica di 10 milioni di euro per ogni semestre di ritardo. Un anno dopo, nulla è cambiato, nonostante i nostri ripetuti avvisi a gennaio e marzo 2021».
Per Louis Cofflard portavoce e avvocato per l’inquinamento atmosferico di Les Amis de la Terre France: «Questa è una decisione storica che fa giurisprudenza. Il Consiglio di Stato è ancora d’accordo con la società civile. La suprema giurisdizione amministrativa inventa
Le ulteriori argomentazioni e le informazioni fornite dal ministro della transizione ecologica in difesa del governo francese non sono state convincenti e, secondo Les Amis de la Terre, «Per una buona ragione: il governo non ha ancora preso la misura delle politiche strutturali da porre in essere per combattere l’inquinamento dell’aria, come di recente evidenziato dalla mancanza di ambizione della Loi Climat et Résilience su questo argomento. Anche se in alcune città interessate si potesse registrare una diminuzione dell’inquinamento atmosferico nel 2020, il Conseil d’État ha esplicitamente rilevato che lo Stato non era stato in grado di dimostrare che ciò fosse il risultato di politiche pubbliche di lotta all’inquinamento atmosferico e non il risultato di limitazioni di attività e di viaggio legate alla crisi sanitaria e al confinamento».
Insomma, il governo ha tentato di negare la sua inerzia di fronte all’inquinamento atmosferico, ma il Consiglio di Stato ha dato ragione agli ambientalisti che ora dicono «Non abbiamo più tempo di aspettare odiose evasioni dello Stato su un tema così importante. Se la sanità pubblica, le segnalazioni degli specialisti e le molteplici condanne giudiziarie non bastano a farlo agire, forse una sanzione importante avrà l’effetto atteso? E’ tuttavia estremamente deplorevole dover riuscire a mobilitare così tanti soldi pubblici, in tempi di crisi, per sperare di far reagire i nostri leader, che da anni sono sfuggiti alle loro responsabilità in materia di salute pubblica».
Le associazioni che hanno avviato il ricorso accolgono con favore l’entità della sanzione comminata allo Stato: «E’ all’altezza delle sfide della sanità pubblica, nonché la coerenza del Consiglio di Stato, che mantiene la sua condanna. Si tratta della più grande multa mai disposta dal giudice amministrativo. È un forte simbolo contro l’inerzia dello stato».
Le associazioni sono particolarmente soddisfatte per il fatto che «La liquidazione della penale prosegua nel tempo: lo Stato dovrà pagare ogni 6 mesi fino alla piena attuazione della decisione del 12 luglio 2017 Con questa decisione, ottenuta a seguito di un ricorso proposto da Les Amis de la Terre France, il Consiglio di Stato ha ordinato alla Francia di conformarsi alle norme europee relative all’inquinamento atmosferico. In altre parole, lo Stato non avrà altra scelta che mettere rapidamente in atto misure per abbassare significativamente i tassi di inquinamento atmosferico nelle aree interessate, se non vorrà pagare regolarmente questa alta sanzione. La sanzione deve essere ripartita tra più beneficiari, che siano strutture pubbliche o strutture autorizzate per il monitoraggio della qualità dell’aria nelle aree interessate. Ci auguriamo che queste somme siano pienamente mobilitate per l’effettiva attuazione di politiche pubbliche strutturanti sull’inquinamento atmosferico. L’uno per cento di questa sanzione sarà assegnato anche ad Amis de la Terre France, che aveva inizialmente deferito la questione al Consiglio di Stato».
Per le associazioni ambientaliste, «Questa decisione è pienamente giustificata: lo Stato, peraltro condannato più volte a livello europeo e francese, non ha posto in essere le politiche necessarie per ridurre l’inquinamento atmosferico nelle grandi città interessate. L’ultimo esempio: la Loi Climat et Résilience. Infatti, durante i dibattiti in Parlamento, salvo alcuni progressi sull’attuazione delle zones à faibles émissions (ZFE), il Governo si è opposto alla maggior parte delle misure proposte dai cittadini della Convention Citoyenne pour le climat che avrebbero potuto rendere possibile migliorare la qualità dell’aria limitando il traffico stradale e sviluppando alternative meno inquinanti come i treni, il trasporto merci su rotaia o persino le biciclette».
Inoltre, il governo Francese (come quello italiano) è anche nel mirino della Commissione europea per il mancato rispetto delle norme di qualità dell’aria europee, che fatto ricorso contro la Francia davanti alla Corte di giustizia dell’Unione europea, facendo notare che ha superato sistematicamente e costantemente il valore limite giornaliero per il particolato (PM10).
Per gli ambientalisti francesi, «Questa vittoria per la qualità dell’aria e il clima dimostra una cosa: l’inerzia dello Stato non è più senza conseguenze e quest’ultimo deve essere ritenuto responsabile per non aver rispettato i suoi obblighi per anni. Fa parte della linea di decisioni con la quale i giudici amministrativi costringono lo Stato a intervenire per far fronte ai propri impegni climatici, come nel caso delm Grande Synthe o “l’Affaire du siècle” La Francia non ha più scelta e deve agire in fretta. Insieme, continueremo a vigilare affinché lo Stato si comporti finalmente all’altezza delle sue responsabilità».