La Chernobyl cilena ha intossicato un centinaio di studenti
Nella regione di Valparaíso una zona di sacrificio sempre più pericolosa
[26 Maggio 2023]
Nella cintura industriale di Concón, Quintero e Puchuncaví, nella regione di Valparaíso, sulla costa centrale del Cile, respirare è un’attività rischiosa: il 23 maggio più di un centinaio di studenti sono stati avvelenati dalla pessima qualità dell’aria, causata dal polo industriale che sorge in una zone chiamata la “Chernobyl cilena”.
Come spiega Greenpeace Chile, «A metà giornata, gli studenti hanno iniziato a mostrare i sintomi dell’avvelenamento: mal di testa, vertigini e problemi di stomaco. Sono stati immediatamente indirizzati agli ospedali vicini, dove sono stati curati. La situazione ha portato alla sospensione delle lezioni nei 6 establecimientos interessati».
Il Sindaco di Quintero, Francisco Jeldes, ha raccontato che «L’aria era molto pesante. Ogni volta che ci si avvicinava ala cintura industriale, l’odore era più forte. Voglio sapere chi è stato il responsabile, il più rapidamente possibile». Jeldes si è rammaricato per la scarsa attenzione del governo nazionale e ha detto che ha deciso di sospendere le attività scolastiche perché in mezz’ora erano stati intossicati almeno 100 bambini che presentavano vertigini, nausea, mal di pancia e mal di testa.
Il 24 maggio, il ministero della salute del Cile ha annunciato che «A seguito dell’aumento dell’assistenza sanitaria e degli aumenti osservati degli inquinanti ambientali registrati presso la stazione di qualità dell’aria di Quintero Centro, il ministero della salute ha avviato il processo per decretare un’allerta sanitaria per i comuni di Concón, Quintero e Puchuncaví, al fine avere maggiori poteri che consentano di rispondere all’emergenza che interessa il territorio. Il decreto conferirà poteri straordinari alla Secretaria Regional Ministerial de Salud di Valparaíso affinché, protetta dal regolamento e dai poteri legali che possiede, possa realizzare azioni di sanità pubblica, nonché altre azioni complementari, volte a prevenire e controllare il possibile conseguenze sulla salute derivanti dal suddetto inquinamento atmosferico. Con questo strumento, le autorità avranno il potere e le capacità per chiudere eventualmente, totalmente o parzialmente, l’industria o le industrie che generano emissioni inquinanti».
Successivamente, la Superintendencia de Medio Ambiente ha emesso provvedimenti cautelari per 10 giorni nei confronti di ENAP Refinerías SA, Compañía de Petróleos de Chile Copec SA, Lipigas, Oxiquim SA, Abastible, Empresa Nacional de Energía ENEX SA e BASF Chile SA, e la sovrintendente Marie Claude Plumer ha spiegato che «Sulla base del principio preventivo e precauzionale, sono state emesse misure contro le aziende che emettono la maggior parte di COV [composti organici volatili] nell’area. Queste limitano direttamente la loro attività produttiva senza danneggiare l’approvvigionamento primario. Poiché non è ancora possibile determinare una causa specifica degli eventi, sulla base del principio di prevenzione, si stanno emettendo provvedimenti nei confronti delle aziende che emettono maggiormente questi composti nell’area». La Superintendencia de Medio Ambiente ha stabilito anche che le imprese riducano del 70% i flussi nominali di carico e scarico di prodotti combustibili che emettono COV e ha anche ordinato una riduzione del 50% dei carichi dei camion e/o del trasporto di prodotti combustibili.
Hernán Ramírez, dela Secretarías Regionales Ministeriales de Salud (Seremi) di Valparaíso, ha detto che «E’ molto probabile che una di esse sia stata quella che ha causato l’emissione di sostanze inquinanti. Aspettiamo i risultati della SMA, ma ci sono misurazioni legate al benzene – che è uno dei COV esistenti – da parte dei sensori installati in diversi stabilimenti della zona, e che viene emesso dalle attività industriali di le aziende. I valori degli idrocarburi non metallici stanno tornando alla normalità».
Il Sindaco Jeldres, ha chiesto di accelerare il procedimento di elaborazione dell’allerta sanitaria per il comune, per il quale ha chiesto di «Migliorare tutti i processi in modo da avere una risposta rapida, che è quel che la comunità chiede: di non aspettare due o tre mesi per conoscere l’esito di un’indagine».
L’aumento del benzene, un composto potenzialmente cancerogeno è stato segnalato durante la mattina presto del 23 maggio, grazie a due apparecchiature di misurazione installate nel centro del comune e nella Escuela República de Francia, che hanno evidenziato livelli di 108,7 microgrammi per metro cubo (ug/m3), con un minimo di 40,2 ug/m3. Valori che superano lo standard di qualità dell’aria per il benzene (30 ug/m3), entrato in vigore in Cile solo l’11 maggio.
Gli ambientalisti cileni ricordano che «Non si tratta di qualcosa di nuovo. Solo un anno fa, nel giugno 2022, si è verificato un incidente simile nel quale altre cento persone, per lo più scolari, sono state colpite dallo stesso problema. Tuttavia, il peggiore degli episodi si è verificato nel 2018, quando il numero di persone colpite dall’inquinamento atmosferico generato dalle industrie fossili è stato 6 volte superiore. Quella volta, 600 persone soffrirono di vomito con sangue, mal di testa, vertigini e paralisi delle estremità. Inoltre sulla pelle di ragazzi e ragazze apparivano strane eruzioni cutanee. Visto questo grave fatto, a Greenpeace abbiamo iniziato a chiamare l’area “la Chernobyl cilena”».
Nel 1958 il governo cileno decise di installare a Quintero e nel comune di Puchuncaví un centro industriale con centrali termoelettriche a carbone e raffinerie di greggio e rame. Da allora, questa è considerata quella che l’Onu definisce un’area di sacrificio. E Greenpeace Chile conclude: «Il prezzo elevato di queste attività inquinanti lo pagano la popolazione e l’ambiente, con la propria salute. Questo fa capire che, a soli 110 km dalla capitale, respirare aria pulita è un diritto umano violato (anche più che in altre regioni del Paese). Sebbene l’attuale governo del presidente Gabriel Boric abbia deciso di chiudere l’impianto di Fundición Ventanas, identificato come una delle principali cause dell’ultima fonte di contaminazione, il problema è radicato e persiste da anni. La dipendenza della nostra società dai combustibili fossili (carbone tra i principali) ci ha portato una crisi climatica di cui stiamo già subendo le conseguenze. Da Greenpeace continuiamo a chiedere #NoMásZonasDeSacrifice e chiediamo che si dica #ChaoCarbón».