La Cina potrebbe aver raggiunto il picco delle emissioni già quest’anno
La competizione tra energie low-carbon e carbone. Cosa succederà dopo il declino delle emissioni in Cina?
[14 Novembre 2023]
Secondo il rapporto “Analysis: China’s emissions set to fall in 2024 after record growth in clean energy”, pubblicato recentemente da CarbonBrief, Secondo una nuova analisi, grazie a una crescita record di energia eolica e solare, la Cina potrebbe raggiungere il picco di emissioni quest’anno.
A causa del boom dell’industria manifatturiera e dell’edilizia, dal 2000 le emissioni di gas serra della Repubblica popolare cinese sono quasi triplicate. Negli ultimi 20 anni sono cresciute molto anche l’energia eolica e quella solare, ma non abbastanza velocemente da tenere il passo con la crescente domanda di energia.
Ora, secondo il report di CarbonBrief, le cose starebbero cambiando: La continua crescita dell’energia pulita può far raggiungere il picco delle emissioni nel 2024. Considerando la capacità di elettricità low-carbon già installata quest’anno – e le prospettive per la produzione di energia idroelettrica – un calo delle emissioni del settore energetico nel 2024 è sostanzialmente certo, salvo una forte accelerazione nella crescita della domanda di elettricità. Dal 2025 in poi, lo sviluppo delle emissioni del settore energetico dipenderà dal mantenimento o dall’accelerazione delle aggiunte di energia low-carbon. Osservando la produzione annuale aggiuntiva da impianti energetici low-carbon nel 2023, il totale risulta essere per la prima volta superiore all’aumento medio annuo della domanda di energia della Cina, segnando un potenziale punto di flessione. A questo punto, la crescita dell’elettricità low-carbon supererebbe la crescita complessiva della domanda di elettricità. Di conseguenza, la quantità di elettricità generata utilizzando combustibili fossili – e le emissioni associate – diminuirebbero. Finché gli impianti energetici low-carbon verranno mantenuti al livello previsto per il 2023, la crescita della produzione di energia low-carbon consentirebbe alla Cina di raggiungere e diminuire imminentemente l’uso del carbone nel settore energetico, con il 2023 che rimarrà l’anno di punta».
Intanto, il rallentamento del settore edilizio ha ridotto le emissioni derivanti dalla produzione di cemento, mentre l’aumento delle vendite di veicoli elettrici rende probabile che la Cina raggiunga il picco della domanda di benzina l’anno prossimo.
Il rapporto evidenzia che, se l’espansione dell’energia eolica e solare dovesse continuare a un ritmo sostenuto, il calo delle emissioni del settore energetico «Potrebbe portare a un calo strutturale e sostenuto delle emissioni per il Paese nel suo complesso. Inoltre, questo declino strutturale potrebbe verificarsi nonostante la nuova ondata di autorizzazioni e costruzioni di centrali a carbone nel Paese».
Ora che l’espansione dell’energia low-carbon ha raggiunto la scala necessaria per iniziare a ridurre le emissioni cinesi, per CarbonBrief «La domanda più importante è: la sua crescita continuerà?»
Il boom energetico cinese low-carbon èil risultato della confluenza di numerosi fattor: «C’era – e c’è – un impegno e una direzione politica chiari – evidenzia l’indagine – La contrazione del mercato immobiliare ha fornito una spinta e un’opportunità per riorientare i capitali e gli investimenti nel settore delle energie rinnovabili».
Il progresso tecnologico e una politica industriale aggressiva hanno migliorato la qualità e ridotto i costi al punto che il mercato delle tecnologie energetiche low-carbon ha iniziato a espandersi rapidamente. l’ondata di investimenti manifatturieri ha comportato un significativo eccesso di produzione di pannelli solari, batterie e veicoli elettrici, anche se sebbene l’entità di questo eccesso dipende dal ritmo della transizione energetica globale. Per CarbonBrief, «E’ probabile che questa sovraccapacità venga risolta – come nei precedenti cicli di espansione – attraverso consolidamenti e veri e propri fallimenti dei singoli attori. Nel frattempo, tuttavia, continuerà a deprimere i prezzi delle atrezzature energetiche low-cabon».
Dal punto di vista politico, la sfida più grande per il regime comunista cinese arriverà solo quando l’energia low-carbon comincerà a ridurre sostanzialmente la domanda di carbone e di energia alimentata a carbone: Questo cambiamento – fa notare il rapporto – minaccia gli interessi dell’industria del carbone e dei governi locali con un’elevata esposizione nell’industria del carbone. Ci si potrebbe aspettare che queste parti interessate resistano alla transizione, sollevando preoccupazioni sui potenziali ostacoli. Quando la contrazione della domanda e l’aumento della capacità hanno portato a un eccesso di capacità nell’energia elettrica alimentata a carbone intorno al 2015, gli interessi dell’energia alimentata dal carbone hanno sostenuto con successo che la diffusione dell’energia low-carbon era stata troppo rapida. Di conseguenza, il tasso di aggiunta di capacità energetica low-carbon è diminuito dal 2015 al 2019, lasciando più spazio alla capacità in eccesso di carbone per produrre energia». Un bilanciamento politico di questo tipo potrebbe essere attuato ancora una volta, perché sia il carbone che l’energia elettrica low-carbon continuano ad espandersi, competendo per soddisfare aumenti limitati della domanda.
Il governo cinese e i suoi consulenti sostengono che le nuove centrali elettriche a carbone non comporteranno un aumento delle emissioni perché saranno utilizzate in modo flessibile e con un basso utilizzo.
Tuttavia, glii obiettivi climatici della Cina non riflettono ancora questa convinzione. Gli obiettvi del governo cinese consentirebbero un aumento delle emissioni di un altro 10-15% rispetto ai livelli del 2022 e di raggiungere il picco solo alla fine di questo decennio. CarbonBrief evidenzia che «Se il governo volesse consolidare più fermamente il basso utilizzo delle centrali a carbone di nuova costruzione, potrebbe farlo spostandosi verso un limite assoluto alle emissioni del settore energetico nell’ambito del suo sistema di scambio di emissioni, o fissando un limite alle emissioni totali di CO2 della Cina».
Mentre il governo valuta queste decisioni, rispetto al 2015, deve affrontare un’amplissima serie di fattori economici e interessi nel settore energetico low-carbon e il rapporto conclude che «Queste condizioni potrebbero fornire ai politici la motivazione per promuovere una più rapida transizione interna dai combustibili fossili. Significano anche che la Cina ha un interesse finanziario sempre più significativo nel successo della transizione low-carbon in tutto il mondo».