Migliorare la comunicazione con gli esperti stranieri in materia di legislazione ambientale
La Cina si impegna a ridurre l’inquinamento atmosferico
E nel Parco Nazionale di Sanjiangyuan si sperimenta il riscaldamento a “energia quantica”
[24 Ottobre 2017]
Se, nonostante la nube tossica di smog che ha ricoperto e purtroppo ricoprirà ancora la Pianura Padana, l’inquinamento atmosferico non sembra essere una delle massime preoccupazioni dei politici italiani che si avviano verso una nuova campagna elettorale sbandierando le solite promesse, non altrettanto sembra fare il XIX congresso del Partito comunista cinese. Infatti, il ministro della protezione dell’ambiente, Li Ganjie, ha indetto una conferenza stampa a margine del congresso del Pcc per rivelare che «La Cina punta a ridurre la densità di PM 2,5, il particolato fine tossico a 35 microgrammi per metro cubo entro il 2035, contro i 47 microgrammi per metro cubo nel 2016. Sarà molto difficile raggiungere questo obiettivo e dobbiamo raddoppiare gli sforzi per riuscirci.
L’agenzia ufficiale Xinhua ricorda che «La densità di PM 2,5, sovente indicata come indicatore dello smog, misura le concentrazioni di particolato fine e respirabili nell’aria».
Li ha apprezzato «Le realizzazioni nel controllo dell’inquinamento dell’aria diopo che il Paese ha elaborato una politica sull’inquinamento dell’aria nel 2013. Dal 2013 al 2016, la densità di PM 10 in 338 città di livello nazionale vigilate dal ministero è calata del 15,5%, mentre la densità di PM 2,5 nella regione di Pechino- Tianjin-Hebei, nel delta del fiume Yangtze e nel delta del Fiume delle Perle è calata rispettivamente del 33%, 31,3% e 31,9%. Entro il 2020, la percentuale di giornate con una buona qualità dell’aria dovrebbe raggiungere l’80% nelle 338 città».
Intanto, mentre l’America di Trump si chiude in un’autarchia fossile e anticlimatica, gli esperti cinesi sottolineano l’importanza di migliorare la comunicazione con gli esperti stranieri in materia di legislazione ambientale.
Secondo Lyu Zhongmei, ricercatore capo per le risorse ambientali della Società cinese della scienza giuridica, «La Cina presenta delle buone opportunità per la legislazione concernente la protezione dell’ambiente, perché il Paese migliora in maniera costante la sua ecologia. L’ambiente giuridico deve rafforzare la sua ricerca sui modelli di legislazione ambientale all’estero, comprese le leggi specifiche, i codici e le legislazioni complete».
Zhang Zitai, che insegna alla facoltà di diritto dell’università di Fudan, è convinto che «La legislazione sulla lotta contro l’inquinamento deve essere un punto di partenza per la codificazione delle leggi sull’ambiente» e Liu Hongyan, ricercatore all’Istituto di diritto dell’Accademia delle scienze sociali della Cina, ha concluso che «Più codici stranieri sulla protezione dell’ambiente dovrebbero essere tradotti in cinese».
Intanto Xinhua accompagna il Congresso comunista con edificanti storie di progresso e tra queste il 23 ottobre ha raccontato quella di Rinchen Drolma che, tornata all’inizio di ottobre nella sua scuola nelle prefettura autonoma tibetana di Golog, dopo una forte nevicata e con una temperatura a meno 10 gradi, è rimasta sorpresa nello scoprire che la scuola non utilizzava più il carbone per riscaldare le classi che «sono più calde e puliti di prima».
La meraviglia della bambina è dovuta all’impegno della succursale di Golog della State grid corporation of China (Sgcc) e uno dei suoi dirigenti, Tian Chao, spiega: «Abbiamo utilizzato l’energia pulita rnel nostro sistema di riscaldamento». Infatti, la Sgcc a fine settembre ha messo in funzione nella scuola di Rinchen Drolma 12 caldaie alimentate ad “energia quantica” ed è la prima volta che in questa prefettura gtibetana di montagna viene attuato un progetto di riscaldamento a energia pulita.
Golog è situata nel cuore del Parco Nazionale di Sanjiangyuan, nella provincia del Qinghai e la regione dello Sanjiangyuan, conosciuta come “lo château d’eau cinese”, è la sorgente dei tre principali fiumi della Cina: le Yangtze, Fiume Giallo e Lancang, cioè il corso superiore del Mekong.
XInhua ricorda che «La fragile ecologia dell’altipiano di questa regione è stata deteriorata nel corso degli ultimi decenni. E’ stato elaborato un progetto di energia rinnovabile per aiutare a preservare l’ecosistema della regione, perché i metodi di riscaldamento tradizionali, come la combustione dello sterco di yak o del carbone, hanno provocato un forte inquinamento».
Li Huaiyuan, che dirige la succursale di Golog della Sgcc, dice che la compagnie energetica statale cinese ha investito in 187 progetti di riscaldamento a energia pulita in 6 prefetture della regione dello Sanjiangyuan.
Tian Chao spiega ancora: «Le caldaie a “energia quantica” sono più pulite e più efficienti delle caldaie elettriche tradizionali» e, secondo un bilancio pubblicato il 20 ottobre, «Questo progetto alternativo ha permesso di risparmiare 176,8 tonnellate di carbone e ha ridotto le emissioni di biossido di carbonio e di biossido di zolfo e di biossido di zolfo rispettivamente di 480 tonnellate e di 1.516 tonnellate».