La mappa dei danni ambientali causati dalla guerra in Ucraina

Greenpeace ed Ecoaction: «L’invasione russa ha devastato l’ambiente ucraino»

[21 Febbraio 2023]

A pochi giorni dall’anniversario del conflitto in Ucraina, Greenpeace Central and Eastern Europe (CEE) pubblica una “Mappa dei danni ambientali” causati dalla guerra, elaborata con l’ONG ucraina Ecoaction, e denuncia «I gravissimi impatti sugli ecosistemi». I dati, raccolti da Ecoaction e consultabili online, sono stati confermati dalle immagini satellitari e mappati da Greenpeace CEE. La mappa illustra 30 dei 900 eventi raccolti, per evidenziare gli impatti ambientali più gravi. In base alle informazioni ufficiali, dall’inizio delle ostilità sono stati danneggiati circa 1,24 milioni di ettari delle riserve naturali, cioè circa il 20% delle aree protette ucraine. Le ostilità hanno colpito un’area di 3 milioni di ettari di foreste ucraine e 450.000 ettari di foreste sono sotto occupazione o in zone di combattimento.

Yevheniia Zasiadko di Ecoaction, ha sottolineato che «La guerra colpisce la nostra natura tanto quanto la nostra gente e le nostre infrastrutture. Tuttavia, questo danno rimane invisibile e per lo più ignorato, poiché l’ambiente è la vittima silenziosa. Vogliamo essere la sua voce in modo che tutti siano consapevoli delle conseguenze ambientali della guerra russa e quindi il ripristino della natura sia incluso nei piani di recupero dell’Ucraina. Dopo la fine della guerra, sentiremo a lungo l’impatto negativo della guerra sull’ambiente. Il governo ucraino promette di ricostruire la nostra patria e l’ambiente fa parte di ciò che deve essere ricostruito».

Greenpeace CEE evidenzia che «La nostra mappa, navigabile online, mostra come l’invasione russa abbia devastato l’ambiente ucraino: la guerra ha provocato incendi, danneggiato gli habitat e inquinato l’acqua, l’aria e il suolo, mentre i bombardamenti dei siti industriali hanno provocato ulteriori contaminazioni. Le esplosioni, inoltre, rilasciano nell’atmosfera un cocktail di composti chimici. Il principale, l’anidride carbonica, non è tossico, ma contribuisce al cambiamento climatico. Gli ossidi di zolfo e di azoto possono inoltre provocare piogge acide, modificando il pH del suolo e causando la bruciatura della vegetazione, soprattutto delle conifere. Le piogge acide sono pericolose anche per gli esseri umani e per la fauna, perché hanno un grave impatto sulle mucose e sugli organi respiratori. Anche i frammenti metallici delle granate sono pericolosi per l’ambiente. La ghisa mista ad acciaio è il materiale più comune per i bossoli delle munizioni e non contiene solo ferro e carbonio, ma anche zolfo e rame. Queste sostanze si infiltrano nel terreno e possono finire nelle acque sotterranee, entrando nelle catene alimentari di esseri umani e animali. L’intera regione è a rischio di catastrofe e presenta gravi pericoli per la salute della popolazione circostante».

Denys Tsutsaiev di Greenpeace CEE a Kiev, spiega che «E’ complicato mappare i danni causati dalla guerra in Ucraina: si pensa che gran parte del territorio liberato sia pieno di mine e altri esplosivi, mentre le forze russe occupano ancora parti del paese, rendendo la raccolta dei dati una sfida in quelle aree. Tuttavia, dobbiamo prestare maggiore attenzione al danno ambientale in modo che il ripristino della natura possa essere una parte importante della discussione sul futuro dell’Ucraina. Il recupero della natura richiederà strumenti, competenze e impegno, oltre a fondi significativi. Quei fondi dovrebbero essere stanziati già ora, non quando la guerra sarà finita».

Gli ambientalisti chiedono al governo ucraino e alla Commissione europea di «Istituire un fondo per il ripristino dell’ambiente, vittima silenziosa della guerra». Inoltre Greenpeace incoraggia a sostenere economicamente e con mezzi le ONG ucraine che lavorano al ripristino della natura e al monitoraggio dell’impatto della guerra sul territorio

Greenpeace CEE ed Ecoaction Chiedono che «La ricostruzione delle città avvenga parallelamente al ripristino ambientale del Paese  La sofferenza e la distruzione della natura in tempo di guerra è immensa e avrà conseguenze a lungo termine sulla vita di tutti gli esseri umani e degli ecosistemi nelle aree colpite. Questo è il motivo per cui le organizzazioni ambientaliste chiedono un’azione sui meccanismi e l’allocazione delle risorse finanziarie per il ripristino della natura in Ucraina».

Per questo  Greenpeace conclude chiedendo «Un immediato cessate il fuoco, negoziati di pace e che si rendano subito disponibili risorse finanziarie per il ripristino ambientale dell’Ucraina».