L’Atlante Jrc delle fonti di inquinamento da PM2.5 in 150 città europee

Tra le più colpite a causa del traffico Brescia, Parma e Verona, per il riscaldamento Torino e per i trasporti marittimi Palermo e Bari

[18 Novembre 2021]

Il nuovo  JRC Urban PM2.5 Atlas, presentato al Clean Air Forum mostra le principali categorie di fonti di emissione di PM2.5 – e da dove provengono  – per 150 città in tutta Europa. L’Atlante fornisce un quadro dettagliato di come le emissioni di trasporti, agricoltura, industria, riscaldamento residenziale e trasporti marittimi influiscano sull’inquinamento da PM2.5 ed evidenzia che «I loro contributi all’inquinamento atmosferico variano notevolmente da una città all’altra. Ad esempio, a Malmö, la fonte dominante sono i trasporti. A Lubiana si tratta del riscaldamento residenziale». I risultati dell’Atlante sono stati realizzati grazie a SHERPA, un modello semplificato di qualità dell’aria sviluppato dal Joint Research Centre (JRC) della Commissione europea ricorda che «Le PM2.5 sono particelle nell’aria, di diametro inferiore a 2,5 micrometri (milionesimo di metro – μm). Includono sia polvere, fumo, fuliggine, polline e particelle di suolo emesse direttamente e particelle che si formano direttamente nell’atmosfera. Le PM2.5 sono responsabili degli effetti negativi sulla salute. Si stima che nel 2019 abbiano causato circa 307.000 morti premature nell’Ue». L’inquinamento da PM2.5 incide sulla salute pubblica in particolare, quando supera gli standard di qualità dell’aria dell’Ue, aumentando i costi dell’assistenza sanitaria e incidendo sull’economia. Quindi, «Conoscere i contributi alle emissioni e la loro origine può aiutare le città a sviluppare misure mirate per le loro attività più inquinanti. Può anche aiutare a capire se gli interventi a livello locale, nazionale o europeo saranno più efficaci».

L’Atlante, che aggiorna la precedente edizione uscita nel 2017,  dimostra che «Le emissioni dei trasporti rappresentano un importante contributo ai livelli di PM2.5 in diverse città europee. E’ il caso di città come Malmö (39% del PM2,5 complessivo), Brescia (28%) e Parma (27%), Angers e Verona (26%). Sebbene le attività agricole si svolgano principalmente al di fuori delle città, le loro emissioni contribuiscono in modo significativo alla concentrazione di PM2.5 in molte città europee. I contributi più elevati sono stati riscontrati a Newcastle (34%) e nelle città tedesche di Wolfsburg (32%), Hannover (31%), Kiel (30%) e Bonn (40%). L’industria svolge un ruolo chiave nell’inquinamento atmosferico in alcune città. I contributi più alti sono a Linz (55%), Riga e Katowice (47%), Košice (44%) e Oviedo (44%). L’impatto del riscaldamento residenziale è più importante in alcuni paesi dell’est e in alcune città italiane. I maggiori contributi sono stati trovati a Lubiana (45%), Torino (41%), Sofia (40%), Zagabria (38%) e Budapest (33%). Anche la navigazione ha un ruolo chiave, in particolare nelle città costiere come La Valletta (33%), Palermo (29%), Palma di Maiorca (26 %), Atene (24%) e Bari (21%)».

L’Atlante chiarisce anche il ruolo che le città, le regioni, gli Stati membri e l’Ue possono avere nella riduzione dell’inquinamento atmosferico e presenta tre conclusioni: E’ importante tenere conto delle circostanze specifiche della città quando si progettano piani per la qualità dell’aria. L’impatto delle misure sulle concentrazioni di PM varia da città a città, anche per città dello stesso Paese; Per molte città, le azioni locali su scala urbana sono un mezzo efficace per migliorare la qualità dell’aria PM2.5. La principale fonte di inquinamento si trova spesso all’interno dei confini della città; Le misure settoriali riguardanti l’agricoltura su scala nazionale o dell’Ue  possono avere un chiaro vantaggio sulla qualità dell’aria urbana.