L’epoca della benzina al piombo è davvero finita. Ora costruiamo un futuro più pulito e più verde per tutti

Eliminata una grave minaccia per la salute umana e planetaria, ma i trasporti sono ancora una fonte di inquinamento

[31 Agosto 2021]

Quando a luglio le stazioni di servizio in Algeria hanno smesso di fornire benzina al piombo, l’utilizzo della benzina con piombo è finito in tutto il mondo, segnando anche il successo di una campagna durata quasi 20 anni e avviata dalla Partnership for Clean Fuels and Vehicles (PCFV) guidata dall’United Nations environment programme (Unep).

L’utilizzo del piombo tetraetile come additivo della benzina per migliorare le prestazioni del motore, iniziata nel 1922, si è rivelato  una catastrofe per l’ambiente e la salute pubblica, ma negli anni ’70, quasi tutta la benzina prodotta nel mondo conteneva piombo e quando nel 2002 l’Unep ha iniziato la sua campagna per eliminare il piombo nella benzina era ormai una delle minacce ambientali più gravi per la salute umana e aveva contaminato aria, polvere, suolo, acqua potabile e colture alimentari.

Come ricorda ora l’Unep, «La benzina con piombo provoca malattie cardiache, ictus e cancro. Colpisce anche lo sviluppo del cervello umano, in particolare danneggiando i bambini  con studi che suggeriscono che riduce di 5-10 punti il QI». Si stima che aver vietato l’uso della benzina al piombo abbia prevenuto più di 1,2 milioni di morti premature all’anno, abbia fatto aumentare il ​​QI tra i bambini e abbia fatto risparmiare 2.45 trilioni di dollari all’economia globale, diminuendo anche i tassi di criminalità.

La direttrice dell’Unep Inger Andersen ha evidenziato che «Il successo dell’applicazione del divieto sulla benzina con piombo è un’enorme pietra miliare per la salute globale e il nostro ambiente. Lasciandoci alle spalle un secolo di morti e malattie che hanno colpito centinaia di milioni di persone e degradato l’ambiente in tutto il mondo, abbiamo più forza per cambiare in meglio la traiettoria dell’umanità attraverso una transizione accelerata verso i veicoli puliti e la mobilità elettrica».

La maggior parte dei Paesi ad alto reddito aveva vietato l’uso della benzina al piombo – e qualcuno in Italia diceva che era troppo costoso e danneggiava troppo l’industria petrolifera –  già negli anni ’80, ma ancora nel 2002 quasi tutti i Paesi a basso e medio reddito, inclusi alcuni membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), stavano ancora utilizzando benzina con piombo. L’Italia abbandonò definitivamente la “Super” solo nel 2001.

Kwaku Afriyie, ministro della scienza dell’ambiente, della tecnologia e dell’innovazione  del Ghana, ricorda che «Quando le Nazioni Unite hanno iniziato a lavorare con i governi e le imprese per eliminare gradualmente il piombo dal petrolio, le nazioni dell’Africa subsahariana hanno accolto con entusiasmo questa opportunità. Il Ghana è stato uno dei 5 Paesi dell’Africa occidentale a partecipare ai primi seminari e dichiarazioni subregionali. A seguito delle campagne mediatiche, dei rapporti, degli studi, dell’esposizione di illegalità e dei test pubblici effettuati dal PCFV per esporre gli alti livelli di piombo nel sangue della popolazione, il Ghana è diventato sempre più determinato a liberare il suo carburante dal piombo».

Ma L’unep g fa notare che «Nonostante questi progressi, il parco veicoli globale in rapida crescita continua a contribuire alla minaccia dell’inquinamento locale di aria, acqua e suolo, nonché alla crisi climatica globale: il settore dei trasporti è responsabile di quasi un quarto delle serre globali legate all’energia emissioni di gas ed è destinato a crescere fino a un terzo entro il 2050. Mentre molti Paesi hanno già iniziato a passare alle auto elettriche, nei prossimi decenni saranno in circolazione 1,2 miliardi di nuovi veicoli e molti di questi utilizzeranno combustibili fossili, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Questo include milioni di veicoli usati di scarsa qualità esportati da Europa, Stati Uniti e Giappone verso Paesi a medio e basso reddito. Ciò contribuisce al riscaldamento del pianeta e al traffico che inquina l’aria e che è destinato a causare incidenti».

La Andersen è fiduciosa: «Il fatto che un’alleanza di governi, imprese e società civile sostenuta dalle Nazioni Unite sia stata in grado di liberare con successo il mondo da questo combustibile tossico è la testimonianza del potere del multilateralismo di portare il mondo verso la sostenibilità e un futuro più pulito e più verde. Esortiamo queste stesse parti interessate a trarre ispirazione da questo enorme risultato per garantire che ora che disponiamo di combustibili più puliti, adottiamo anche standard per veicoli più puliti a livello globale: la combinazione di combustibili e veicoli più puliti può ridurre le emissioni di oltre l’80%. Inoltre, mentre ora abbiamo eliminato la più grande fonte di inquinamento da piombo, è ancora necessaria un’azione urgente per fermare l’inquinamento da piombo da altre fonti, come piombo nelle vernici, batterie al piombo e piombo negli articoli per la casa».

La fine della benzina al piombo dovrebbe contribuire alla realizzazione di diversi Obiettivi di sviluppo sosteniblie, come la buona salute e benessere (SDG3), l’acqua pulita (SDG6), l’energia pulita (SDG7), le città sostenibili (SDG11), l’azione per il clima (SDG13). ) e la vita sulla terra (SDG15). Fornisce anche un’opportunità per ripristinare gli ecosistemi , soprattutto negli ambienti urbani, che sono stati particolarmente degradati da questo inquinante tossico. Infine, segna importanti progressi in vista dell’International Day of Clean Air for blue skies di quest’anno, il 7 settembre.

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha concluso: «Questo risultato mostra ancora una volta cosa possiamo realizzare quando lavoriamo insieme in paesi e settori per il bene comune. Un altro esempio eccezionale è il Protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono. Dobbiamo ora rivolgere lo stesso impegno a porre fine alla triplice crisi dello sconvolgimento climatico, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento. Dobbiamo passare dai combustibili fossili alle energie rinnovabili. Abbiamo bisogno di una mobilità globale senza emissioni. Dobbiamo riformare i nostri sistemi energetici, alimentari e finanziari per creare un mondo di pace che lavori con la natura, non contro di essa. Per avere successo, abbiamo bisogno della cooperazione internazionale, del compromesso, della solidarietà. Tutto guidato dalla scienza. Prendiamo ispirazione dalla fine del carburante con piombo. Concentriamo tutti i nostri sforzi per fare pace con la natura. E costruiamo un futuro più pulito e più verde per tutti».