Marea tossica in Kamchatka: un disastro causato da un’enorme discarica di pesticidi abbandonata?
La Russia avvia un’azione penale. Greenpeace e Wwf escludono che la causa sia uno sversamento petrolifero
[8 Ottobre 2020]
Dopo il gigantesco inquinamento delle coste della penisola della Kamchatka, nell’estremo oriente russo, che ha provocato la morte re lo spiaggiamento di massa di organismi marini, la portavoce del Comitato di inchiesta della Russia, Svetlana Petrenko ha annunciato l’avvio di un procedimento penale. La Petrenko ha dichiarato che «In seguito all’inquinamento della zona acquatica dal golfo di Avatchinski del territorio della Kamtchatka e la morte di massa di animali marini, abbiamo avviato un’inchiesta penale in virtù degli articoli 247 e 252 del Codice penale della Federazione della Russia (violazione delle regole di circolazione di sostanze e di rifiuti per l’ambiente e inquinamento dell’ambiente marino)».
L’agenzia Ria Novosti – Sputnik scrive che «Secondo l’inchiesta, dei componenti oleosi, tra i quali il fenolo, sono stati scoperti nel golfo di Avatchinski, vicino alla spiaggia di Khalaktyrski e alle baie di Babia, Bolchaia Lagernaia e Malaia Lagernaia – entro i confini di Petropavlovsk-Kamtchatski e del distretto municipale Elizovski del territorio della Kamchatka – tra il primo settembre e il 3 ottobre». Quindi l’inquinamento durava da tempo e infatti il colore dell’Oceano Pacifico è cambiato, innumerevoli animali marini sono morti e due surfisti hanno subito bruciature chimiche agli occhi, Il governo regionale dice che 11 persone sono dovute ricorrere a cure mediche dopo essere entrate in contatto con l’acqua inquinata nella spiaggia di Khalaktyrski.
La Petrenko ha aggiunto che «Le prime analisi dei campioni di acque costiere indcano la presenza nell’acqua marina di un inquinante con una consistenza simile all’olio industriale o a un’altra sostanza contenente dei componenti comprendenti del petrolio. L’inchiesta verifica tutte le fonti possibili di inquinamento dell’acqua, compresa la discarica di pesticidi situata in prossimità del golfo di Avatchinski e della spiaggia di Khalaktyrski della Kamchatka. Il Comitato prosegue lo studio dei campioni di sabbia, d’acqua, così come di campioni di animali morti inviati a Mosca dalla Kamchatka ed intende condurre un’expertise giudiziaria ambientale e altri studi».
Il ministero delle ricchezze naturali del Territorio della Kamchatka ha stabilito che il livello di prodotti petroliferi era 3,6 volte oltre la norma e quello dei fenoli 2 volte, ma la situazione lungo le coste sta migliorando progressivamente. Ma dai dati del Dipartimento di idrometeorologia e sorveglianza ambientale della Kamchatka risulta che l’inquinamento si è prodotto in uno strato inferiore dell’acqua marina ed è per questo che i risultati dei campioni d’acqua prelevati in superficie non mostrano altissimi livelli di petrolio e fenolo. Vera Peliakova, a capo del Dipartimento, conferma: «Abbiamo prelevato dei campioni in superficie, mentre per la settimana prossima prevediamo di andare a prelevare dei campioni distanti dalla costa, lungo tutta la colonna d’acqua, vale a dire dalla superficie, in mezzo e nello strato inferiore. Al fine di prelevare dei campioni supplementari, una commissione del Dipartimento sarà inviata allo sbocco dei fiumi, accompagnata da agenti del Rosprirodnadzor, servizio federale di vigilanza ambientale, industriale e nucleare della Russia e del ministero delle situazioni di emergenza».
Quel che si vede sulle coste è drammatico e il Dpartimento delle risorse naturali della Kamchatka parla di continue scoperte di carcasse di animali su spiagge e baie, mentre agli abitanti della regione è stato consigliato di non recarsi sulla costa o in mare- Gli attivisti di Greenpeace russia sono al lavoro a Vilyuchinskaya, Salvation, Bezymyannaya, Bolshaya Lagernaya, Shlyupochnaya e in altre aree della penisola e hanno avvistato in diversi punti schiuma giallastra di origine sconosciuta nell’oceano. La stessa schiuma è stata trovata sulla spiaggia di Khalaktyr dove gli animali marini sono morti in massa.
Greeenpeace Russia spiega che «La costa della baia di Vilyuchinskaya è parte del Territorio dei vulcani della Kamchatka, patrimonio dell’umanità. E’ in questo sito che nidificano uccelli rari, in particolare l’aquila di mare di Steller, elencata nelle Liste Rosse internazionali e russe. L’aquila vive solo da noi: sulla costa del Mar di Okhotsk, lungo le rive delle penisole di Kamchatka e Chukotka. Fino al 40% della popolazione di aquile che vive nel parco naturale e nidifica nella baia di Vilyuchinskaya. Questi uccelli si nutrono principalmente di pesci di grandi dimensioni, quindi l’inquinamento dell’oceano può portare alla loro morte. O costringerle a lasciare i loro nidi. La perdita delle aquile di mare di Steller si rifletterà sul valore universale del sito Unesco». La chiazza di sostanze inquinanti continua a spostarsi verso sud, «Il che significa che potrebbe interessare il resto del territorio del Parco Naturale della Kamchatka meridionale e della Riserva Federale della Kamchatka meridionale, anch’essa inclusa nella Lista del Patrimonio Mondiale».
Il 6 ottobre, gli attivisti di Greenpeace Russia hanno esaminato il bacino del fiume Nalychev e hanno trovato in sospensione tracce di sospensione oleosa e schiuma gialla, esattamente come nell’oceano alla foce fiume Nalychev, analizzato anche da KamchatNIRO, che ha prelevato campioni di acqua e suolo.
Il Nalycheva scorre attraverso il Parco Naturale di Nalychevo, dove si riproduce il salmone di cui si cibano gli orsi. Ed è proprio la presenza in massa di questi animali uno dei motivi che ha convinto a includere quest’area nel Patrimonio dell’Umanità e ora a preoccupare molto l’agenzia culturale dell’Onu per quel che sta avvenendo.
Ad essre molto preoccupata è anche Greenpeace Russia, soprattutto dopo che sul sito web ufficiale del Territorio della Kamchatka, sono apparse informazioni che indicano che sono stati trovati danni alle strutture protettive nella discarica di rifiuti tossici di Kozelsk, menzionata tra le possibili cause dell’inquinamento delle acque costiere.
Ivan Blokov, direttore dei programmi, ricerca di Greenpeace Russia, spiega che «Secondo le informazioni ufficiali, nella discarica sono stoccate circa 108 tonnellate di pesticidi. Nel 2010 la discarica è stata chiusa con una membrana e ricoperta di terra e, nel 2018, una membrana è stata messa su un bordo. Lì non c’è mai stata una guardia di sicurezza. Nel 2018, un paio di residenti locali hanno preso i pali della recinzione. Ma non è stato aperto un procedimento penale perché si è ritenuto che i pilastri non avessero un proprietario».
Greenpeace denuncia che i dati sugli studi sulle potenziali perdite dalla discarica – pur citati nel sito ufficiale dell’Amministrazione – non sono disponibili al pubblico e gli ultimi dati di ricerca di cui dispone la filiale russa di Greenpeace si riferiscono al 2014, «E’ possibile – dicono gli ambientalisti – che si tratti degli ultimi dati di ricerca sui pesticidi rilasciati nell’ambiente dalla discarica. Studi successivi molto probabilmente hanno identificato solo metalli e dataset minimi di analisi standard. Ci auguriamo che nel prossimo futuro si individuino le cause del disastro ecologico in Kamchatka e che si adottino tutte le misure necessarie per eliminarlo. E che gli autori siano puniti in base ai requisiti della legge russa».
Prima la baia di Vilyuchinskaya faceva parte del parco naturale Yuzhno-Kamchatsky, ma ne è stata esclusa per costruirci il resort dei tre vulcani. Il 7 ottobre, il governatore della Kamchatka Vladimir Solodov e il direttore della Riserva naturale di Kronotsky, Peter Shpilenk, hanno discusso di quanto sta accadendo con Vasily Yablokov, a capo del progetto climatico di Greenpeace Russia, che ha detto loro: «La filiale russa di Greenpeace è pronta a partecipare a tutte le spedizioni e ad essere osservatori indipendenti. Abbiamo un vasto pubblico che segue ciò che sta accadendo ora. Per loro è importante che ci sia una visione indipendente della situazione. Riteniamo che, indipendentemente dalle cause dell’inquinamento, sia necessario bonificare la discarica di Kozelsky. Questo deve essere fatto prontamente e vedere cosa succede alle altre discariche in modo che il bellissimo territorio della Kamchatka non venga sporcato da ulteriori catastrofi».
Solodov ha risposta che per lui l’ecologia è ka questione centrale e che pronto a lavorare con tutti, con la massima apertura e fornendo le informazioni necessarie. Ha anche convenuto che «Le discariche devono essere controllate e la bonifica della discarica di Kozelsky è un compito prioritario qualsiasi sia il risultato della vicenda dell’inquinamento». Il governatore ha assicurato che ne sta già discutendo con il ministro delle risorse naturali e dell’ambiente russo Dmitry Kobylkin. Ma ha aggiunto che «Il problema principale è che la causa dell’inquinamento non è stata ancora stabilita. Ora il compito principale è capire qual è il motivo, che tipo di sostanza è. Si parla di uno spettro molto ampio, motivo per cui gli scienziati raccolgono campioni per così tanto tempo. Tutti chiedono perché ci sia voluto così tanto tempo, e dicono che di sicuro stai nascondendo qualcosa. Ma il punto è che stanno controllando l’intera tavola periodica».
Durante l’incontro si è parlato anche della situazione dei siti del patrimonio naturale mondiale dell’Unesco e della persecuzione che subisce il personale della Riserva di Kronotsky da parte dei bracconieri.
Intanto, gli esperti di Greenpeace Russia hanno raccolto e congelato diversi ricci e stelle marini e il biologo Vladimir Solodov, del Pacific Oceanological Institute, spiega che «Ora è importante inviare in laboratorio animali morti per l’analisi, poiché le sostanze nocive che li hanno avvelenati dovrebbero rimanere nei tessuti dei loro organi».
Rakov fa però notare che difficilmente la moria è stata provocata da uno dei – molti – sversamenti petroliferi che si verificano nell’area: «Gli animali spiaggiati sono morti molto tempo fa. Dopo il tifone nella regione di Vladivostok, la gente del posto raccoglie persino capesante, spisole, sono fresche, possono essere mangiate, cucinate, ma qui puoi vedere che gli animali si sono spiaggiati in una forma molto indebolita, semi decomposti. Ad esempio, nei ricci di mare, puoi vedere che non ci sono le spine. Penso che ci vogliano un paio di settimane prima che scompaiano. Cioè, gli animali sono morti prima sul fondo e poi sono stati gettati a terra in uno stato indebolito o già morti».
Un altro esperto, Vladimir Aleksandrovich, fa notare che tra gli animali spiaggiati non ci sono quasi pesci e calamari, «Perché questi animali si spostano attivamente, hanno sentito che qualcosa non andava e sono andati lontano dalla costa fino alle profondità. Ma quelli che vivono sul posto – i molluschi o quelli che si muovono lentamente come le stelle – sono stati buttati sulla costa.
Anche il Wwf Russia ha valutato la situazione nelle baie di Malaya e Srednyaya Lagernye sulla costa della baia di Avacha a sud di Petropavlovsk-Kamchatsky e dice che la moria di animali e piante marine è dovuta «probabilmente a un inquinamento da sostanze altamente tossiche». Sergey Korostelev, coordinatore del programma pesca marina sostenibile del Wwf Russia, fa notare che nelle foto scattate sul luogo del disastro ci sono alghe rosse e sottolinea che «Vivono a grandi profondità (da 15 metri) e non hanno paura delle tempeste. Possono essere trovate a riva solo in casi estremamente rari, e certamente non in tali quantità. Personalmente, non le avevo mai viste sulla riva. Lo stesso si può dire dei gasteropodi, i cui gusci vengono solitamente portati a riva vuoti, mentre molti hanno ancora gli animali dentro».
Alexey Knizhnikov, direttore del programma responsabilità ambientale delle imprese del Wwf Russia, aggiunge: «Difficilmente tali danni possono essere il risultato di una tempesta o di un inquinamento della zona idrica con prodotti petroliferi. Questa è molto probabilmente una contaminazione altamente tossica. Possiamo supporre che si tratti di una sostanza trasparente altamente tossica, altamente solubile in acqua. Ciò è dimostrato dalle conseguenze che hanno subito i surfisti. A giudicare dal fatto che le specie bentoniche di animali e piante vengono trasportate a terra in grandi quantità, si può trarre una conclusione preliminare che non è lo strato superficiale dell’acqua ad essere inquinato, come sarebbe nel caso di una fuoriuscita di petrolio, ma l’intera colonna. Sarà possibile parlare di quali saranno le conseguenze, nonché giudicare l’entità dell’inquinamento, solo dopo aver ricevuto i risultati dell’esame dei campioni d’acqua e degli animali del mare morto».
Grigory Tsidulko, del Marine mamnals working group dell’International Union for Conservation of Nature, ritiene importante determinare la causa della morte degli animali marini: sia dei vari invertebrati che delle foche ed evidenzia che «Le foche che si trovano sulla riva potrebbero morire sia per le sostanze chimiche che sono penetrate in acqua sia per una qualsiasi malattia». I mammiferi marini si sono spiaggiati in un numero significativamente inferiore rispetto agli artropodi e ai molluschi, ma, secondo chi vive nell’area, gli spiaggiamenti di foche sono comunque ben sopra la norma.
Il Wwf Russia conclude: «La situazione attuale in Kamchatka è un’altra indicazione che in Russia il sistema di monitoraggio costante dello stato dell’ambiente non funziona correttamente. Diverse agenzie di regolamentazione federali e locali sono disposte a multare i trasgressori, ma la procedura per identificare i fatti di tali violazioni spesso spetta alla gente comune, ai residenti locali e agli attivisti ambientali. In una riunione del consiglio pubblico del Ministero delle risorse naturali e dell’ecologia del territorio della Kamchatka, abbiamo recentemente espresso preoccupazione per la mancanza di un adeguato controllo ambientale nell’attuazione dei progetti minerari e offerto assistenza per creare un tale sistema. È necessario sviluppare un meccanismo per il monitoraggio ambientale costante non solo all’interno dei confini della regione».