Navi da crociera, T&E: l’Italia è il Paese Ue dove inquinano di più. Civitavecchia la peggiore dopo Barcellona

Nel 2022, in Europa 218 navi da crociera hanno emesso oltre 4 volte più ossidi di zolfo di tutte le auto dell’Ue

[15 Giugno 2023]

Secondo il nuovo rapporto “The Return of the Cruise” di Transport & Environment (T&E), «L’Italia è il Paese più inquinato in Europa dalle emissioni delle navi da crociera». L’organizzazione ambientalista europea, mette al centro il problema dell’inquinamento atmosferico derivante dal turismo marittimo di lusso e ribadisce che le navi da crociera inquinano più delle auto: «Le emissioni atmosferiche di queste grandi imbarcazioni, infatti, secondo il rapporto, sono tornate ai livelli pre-pandemici, lasciando le città portuali europee a soffocare tra i fumi tossici. Nonostante l’introduzione da parte dell’Organizzazione Marittima Internazionale dell’Onu, nel 2020, di un limite più severo di concentrazione di zolfo nei carburanti, lo scorso anno le 218 navi da crociera europee hanno emesso più ossidi di zolfo (SOx) di 1 miliardo di automobili, ovvero 4,4 volte di più di tutte le automobili del continente (253 milioni)».

T&E rivela che, rispetto al 2019, «Il numero di navi da crociera, il tempo trascorso nei porti e il carburante consumato sono aumentati di circa un quarto (23%-24%) e ciò ha comportato un aumento delle emissioni di tre inquinanti atmosferici estremamente tossici: il SOx, che ha registrato un +9%, il NOx (ossidi di azoto), le cui emissioni sono cresciute del +18%, e il PM 2.5, aumentato del 25%».

Il miglior standard di concentrazione di zolfo nei carburanti per navi (0,1% di zolfo (S) | 1000 ppm) rimane 100 volte peggiore dello standard europeo per il diesel e la benzina stradali (0,001% di S | 10 ppm) in vigore già da 15 anni

Nel 2022, il porto più inquinato d’Europa e stato quello di Barcellona, seguito da Civitavecchia e dal porto ateniese del Pireo. Il rapporto sottolinea che «A Civitavecchia le navi da crociera hanno emesso, nel 2022, oltre 16 tonnellate di ossidi di zolfo: quasi 40 volte la quantità emessa dalle auto immatricolate nella cittadina laziale». Nella classifica dei porti europei più inquinati dalle emissioni di SOx ci sono anche Napoli (11esima), Genova (13esima) e Livorno (16esima).

Poi c’è il caso Venezia, dove la situazione è migliorata in modo significativo: da porto più inquinato dalle crociere nel 2019, è scesa al 41esimo posto nel 2022. Il rapporto fa notare che «Qui, gli inquinanti atmosferici delle navi da crociera sono diminuiti dell’80% in seguito al divieto, introdotto nel 2021, di accesso al porto per le grandi navi da crociera». Per T&E, «Questo dimostra che è possibile affrontare l’inquinamento atmosferico» e per questo chiede «Una maggiore elettrificazione dei porti per ridurre l’inquinamento e proteggere la salute».

Ma il netto miglioramento di Venezia non ha impedito all’Italia di diventare il Paese europeo più inquinato dalle navi da crociera, superando la Spagna.

Il rapporto riserva una menzione a parte per la Norvegia: «Sebbene il Mediterraneo sopporti il peso maggiore dell’inquinamento da navi da crociera, il Paese nord europeo si è piazzato al quarto posto della classifica e ha registrato il maggior traffico di crociere (in numero di ore di presenza nelle sue acque) di tutti i Paesi, anche se con navi più piccole.

Andrea Boraschi, direttore di T&E Italia, sottolinea che «La pandemia ha dato un po’ di tregua alle città portuali, ma ora è davvero finita. Le crociere sono tornate e località turistiche come Barcellona, Civitavecchia e Atene sono di nuovo soffocate dall’inquinamento atmosferico prodotto dalle navi da crociera. Venezia ha dimostrato che affrontare l’inquinamento delle navi da crociera è possibile, ma i divieti non sono l’unico modo. I porti possono ridurre significativamente i livelli di inquinamento obbligando le navi a collegarsi all’elettricità in porto, invece di far funzionare i motori, e sostenendo l’adozione di carburanti a emissioni zero».

Il rapporto mette MSC Crociere in testa agli operatori più inquinanti: «Le sue navi, infatti, hanno emesso quasi la stessa quantità di SOx di tutti i veicoli passeggeri in Europa». Se si considerano tutte le società controllate, invece, è il gruppo Carnival quello che ha inquinato di più.

E la soluzione non è passare dal petrolio al gas: «Molti operatori crocieristici come MSC stanno investendo nel gas fossile (LNG) come alternativa più pulita – ricorda T&E – Al momento, oltre il 40% delle navi da crociera ordinate ai cantieri navali mondiali è destinato ad essere consegnato con motori a doppia alimentazione a GNL (Gas Naturale Liquefatto). Queste navi sono migliori in termini di inquinanti atmosferici locali, ma sono estremamente dannose dal punto di vista climatico a causa delle perdite di metano dai loro motori, un gas oltre 80 volte più climalterante della CO2]. La MS Iona di P&O, per esempio, ha emesso una quantità di metano pari a quella di 10.500 mucche in un anno». Il potenziale climalterante globale (GWP) del metano (CH4) è 82,5 volte superiore a quello della CO2 su un periodo di 20 anni e 29,8 volte superiore su un periodo di 100 anni.

Boraschi ha concluso: «Passare dal petrolio al gas è una falsa soluzione. Può aiutare l’industria delle navi da crociera a ridurre l’inquinamento locale, ma è terribile dal punto di vista climatico. L’unica cosa che si ottiene, così facendo, è scambiare una crisi legata alla qualità dell’aria con una crisi climatica. Si tratta di alternative in ogni caso insostenibili».