Timmermans: «L'Ue dimostra che è possibile ridurre le emissioni e far crescere l'economia»
Nel 2019 le emissioni di gas serra Ue sono scese al livello più basso degli ultimi 30 anni
Meno 24% rispetto si livelli del 1990. Italia in retroguardia: 5 anni di stallo
[30 Novembre 2020]
Oggi la Commissione europea ha adottato oggi la relazione “Kick-Starting the Journey Towards A Climate Neutral Europe” che descrive i progressi compiuti dall’Unione europea e dai suoi Stati membri nella riduzione delle emissioni di gas serra e riferisce sui recenti sviluppi della politica climatica dell’Ue. La relazione è elaborata dalla direzione generale della Commissione per l’Azione per il clima in base ai dati trasmessi dagli Stati membri a norma del regolamento sul meccanismo di monitoraggio del clima. Dalla relazione emerge che «Nell’Ue-27 le emissioni di gas a effetto serra sono diminuite del 3,7 % su base annua, mentre il PIL è cresciuto dell’1,5 %. Le emissioni sono ora diminuite del 24 % rispetto ai livelli del 1990».
Secondo il recente rapporto dell’Ispra, l’Italia va molto peggio cdella media europea: «Nel 2019 i dati ufficiali mostrano una diminuzione delle emissioni di gas serra, rispetto al 2018, dello 2,8%, mentre nello stesso periodo si è registrato una crescita del Pil pari allo 0,3%» e a fine 2019 le emissioni italiane di CO2 erano paragonabili a quelle del 2014. Insomma, 5 anni di stallo mentre l’Europa segnava passi in avanti. UN rallentamento che si traduce secondo l’Ispra in numeri cifre preoccupanti (o che almeno dovrebbero esserlo): in Italia le temperature sono già aumentate di 1,7° C rispetto all’inizio degli anni ’80, contro una media globale di +0,7°C, e se non metteremo subito un freno al riscaldamento globale, tra 30 anni potrebbe costare all’Italia l’8% del Pil ogni anno. Altro che Covid-19.
Nel 2019, le emissioni coperte dal sistema di scambio di quote di emissioni (EU ETS) hanno registrato la riduzione più forte, con un calo del 9,1 %, pari a circa 152 milioni di tonnellate di biossido di carbonio equivalente (Mt CO2eq) rispetto al 2018. La Commissione Ue evidenzia che «La diminuzione è principalmente attribuibile al settore dell’energia elettrica, nel quale le emissioni sono scese di quasi il 15 % soprattutto in seguito alla sostituzione della produzione di energia elettrica ottenuta da carbone con la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e gas». Le emissioni prodotte dall’industria sono diminuite di quasi il 2%. Per quanto riguarda il trasporto aereo, per il quale le normative Ue coprono solo i voli all’interno dello Spazio economico europeo, la relazione rileva «Una crescita continua seppur moderata, con un aumento dell’1% ossia circa 0,7 Mt CO2eq rispetto al 2018».
Le emissioni che non rientrano nel sistema ETS dell’UE, come quelle dell’industria non ETS, dei trasporti, dell’edilizia, dell’agricoltura e dei rifiuti, non hanno registrato cambiamenti significativi rispetto ai livelli del 2018.
Nel 2019 la spesa dell’Ue per l’azione per il clima, il finanziamento delle tecnologie verdi, la diffusione di nuove soluzioni e la cooperazione internazionale è aumentata e aumenterà ancora nel contesto della ripresa dell’Europa post Covid-19.
La Commissione evidenzia che «I proventi delle aste del sistema ETS dell’Ue sono una fonte sempre più importante di finanziamento per il clima. I proventi totali percepiti dagli Stati membri, dal Regno Unito e dai paesi del SEE nelle aste tra il 2012 (l’inizio delle aste del sistema ETS dell’Ue) e la metà del 2020 sono stati superiori a 57 miliardi di euro, di cui oltre la metà generati solo nel 2018 e nel 2019. Nel 2019 i proventi totali delle aste hanno superato i 14,1 miliardi di euro. Di questo totale, il 77 % sarà destinato a scopi climatici ed energetici, 7 punti percentuali in più rispetto alla quota del 70 % registrata nel 2018. Inoltre un numero crescente di progetti per il clima finanziati dall’UE è finanziato mediante la monetizzazione delle quote di emissione attraverso il programma NER 300, il Fondo per l’innovazione e il Fondo per la modernizzazione».
Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo della Commissione Ue per l’European Green Deal europeo, ha concluso: «L’Unione europea dimostra che è possibile ridurre le emissioni e far crescere l’economia. Tuttavia la relazione di oggi conferma ancora una volta che occorre moltiplicare gli sforzi in tutti i settori dell’economia per raggiungere l’obiettivo comune della neutralità climatica entro il 2050. La transizione è possibile se manteniamo l’impegno e cogliamo le opportunità della ripresa per rilanciare l’economia in modo più verde e resiliente per creare un futuro sano e sostenibile per tutti».