Il governo italiano segua l’esempio della Germania e limiti gli incentivi solo ai veicoli elettrici
Non saranno i veicoli inquinanti a portare l’Italia fuori dalla crisi
L'inquinamento dell'aria ci fa ammalare e ha peggiorato la pandemia Covid-19
[24 Giugno 2020]
Un gruppo di associazioni per la tutela dell’ambiente e della salute, incluse Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia, Cittadinanzattiva, Cittadini per l’aria, European Public Health Alliance, Greenpeace Italia, Kyoto Club, Legambiente, Transport & Environment, Wwf Italia, chiede che «Il Parlamento e il Governo non investano più sulle auto a combustibili fossili. Sarebbe preferibile promuovere una mobilità condivisa e sostenibile, con trasporti pubblici a zero emissioni e con una riallocazione degli spazi pubblici a favore dei ciclisti e dei pedoni».
Un appello rilanciato dall’European public health alliance (Epha) che sottolinea che «Incoraggiare l’acquisto di modelli di motori a combustione interna favorisce tecnologie obsolete e inquinanti che sono dannose per la salute e il clima. Gli emendamenti al “Decreto Rilancio” per incentivare i programmi di rottamazione auto aggraveranno i problemi d’inquinamento e di salute pubblica in Italia».
L’Italia è stata uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia Covid-19, e i pazienti con malattie croniche ne hanno sofferto di più. Le associazioni di Epha ricordano che «Le ricerche più recenti suggeriscono che l’elevato inquinamento dell’aria, soprattutto nella Pianura Padana, va considerato come un ulteriore co-fattore dell’alto livello di letalità registrato in quell’area. Il solo inquinamento da biossido di azoto (NO2) è responsabile di oltre 14.000 morti ogni anno in Italia».
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) considera il particolato come l’inquinante più nocivo per gli esseri umani. Nonostante molti studi sulla nocività dell’esposizione cronica al particolato, ad esempio l’aumento dell’incidenza di cancro, malattie cardiovascolari e respiratorie, il 77% degli abitanti delle città europee è esposto a livelli più alti di quelli indicati dall’Oms».
Dario Caro, ricercatore del dipartimento di scienze ambientali dell’università di Aarhus, conferma: «L’inquinamento dell’aria ci fa ammalare e ha peggiorato la pandemia Covid-19. La nostra ricerca ha dimostrato che le persone che vivono nel Nord Italia con alti livelli di inquinanti sono più inclini a sviluppare patologie respiratorie croniche e sono più soggette a tutti gli agenti infettivi. Ma l’esposizione prolungata all’inquinamento atmosferico danneggia anche i giovani e le persone sane. Ridurre questo inquinamento letale e mettere l’economia su una via del recupero sostenibile è più importante che mai!»
Per fronteggiare la crisi e sostenere la domanda crollata dopo l’emergenza sanitaria, sono attualmente in discussione in Parlamento diversi emendamenti al “Decreto Rilancio”, presentati sia dalla maggioranza, sia dall’opposizione, che puntano ad aiutare il settore auto e moto con nuovi incentivi che promuovono l’acquisto di veicoli tradizionali (benzina, diesel, gas), per Epha non è accettabile e fa notare che «Gli standard Euro 6 non sono omogenei e non sufficientemente puliti! Gli standard Euro 6 per i veicoli sono molto eterogenei, la norma Euro 6d è la più rigorosa. Sono stati fatti progressi tra i primi modelli Euro 6b e i più recenti veicoli Euro 6d, ma non sono sufficienti. Ad esempio, l’ultima generazione di motori diesel, venduti come “puliti” dall’industria automobilistica, emette ancora grandi quantità di particolato pericoloso, che rappresenta un grave pericolo per la salute. Il particolato viene emesso in gran parte dai motori a combustione interna, siano essi diesel, benzina o gas».
Per ridurre l’inquinamento atmosferico legato ai trasporti, deve diminuire il numero di veicoli con motore a combustione, principale fonte di emissioni nelle città italiane e le associazioni evidenziano che «Ciò significa incentivare automobili elettriche, che oltre a non nuocere alla salute, sono molto più rispettose dell’ambiente. Nessun fondo pubblico deve essere stanziato a favore di veicoli diesel, a benzina o a gas, anche sotto forma di credito d’imposta. Il denaro dei contribuenti non deve essere utilizzato per mettere in circolazione altri veicoli inquinanti. Investimenti sani e verdi fanno bene all’economia e alle imprese italiane! Sarebbe molto più efficace indirizzare gli stimoli di ripresa dell’industria alla produzione di veicoli elettrici e di batterie sostenibili (inclusa la filiera di recupero, riuso e riciclo) e allo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica, che sono modi veloci per creare posti di lavoro sostenibili. Tuttavia, la migliore soluzione per la salute e per l’ambiente consiste nello sviluppo di una mobilità condivisa e sostenibile con trasporti pubblici a zero o a basse emissioni. L’uso delle biciclette, comprese quelle elettriche, deve essere incoraggiato da incentivi pubblici per ridurre l’uso inquinante dell’auto e aumentare l’attività fisica. Lo stesso deve essere fatto per i pedoni, con aree pedonali, marciapiedi più larghi e senza barriere architettoniche alla mobilità. Infatti, l’inattività fisica causa malattie e aumenta la mortalità».
All’Epha ricordano che «La maggior parte degli europei, e gli italiani in particolare, non vogliono un ritorno ai livelli pre-pandemici di inquinamento atmosferico. I cittadini sono pronti a sostenere profondi cambiamenti nella mobilità urbana per mantenere la qualità dell’aria sperimentata durante la quarantena, quando i livelli di inquinamento atmosferico si sono drasticamente ridotti. Sono favorevoli a vietare l’ingresso in città delle auto e a introdurre aree a emissioni zero per ridurre lo smog».
Le associazioni ricordano al nostro governo che «In Europa esistono esempi innovativi come in Germania, che nel suo piano di rilancio nazionale ha limitato gli incentivi solo ai veicoli elettrici. Né il Parlamento né il Governo italiani dovrebbero sostenere sistemi di mobilità obsoleti che danneggiano la salute e il pianeta. L’Italia dovrebbe seguire questo esempio e decarbonizzare il settore dei trasporti. Questo è il momento di fare un passo avanti nella mobilità sostenibile».