Per fermare l’inquinamento da plastica il mondo deve essere più deciso
Rapporto del Nordic Council: 15 interventi globali per cambiare il sistema
[21 Settembre 2023]
Il rapporto “Towards ending plastic pollution – 15 Global policy interventions for systems change” realizzato da Systemiq per conto del Nordic council of Ministers for the Environment and Climate (Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia e Islanda) e presentato alla Climate week NYC dimostra che «politiche coordinate a livello globale potrebbero ridurre annualmente del 90% la plastica mal gestita».
Il rapporto punta a sostenere e informare i negoziati in corso per realizzare uno strumento internazionale giuridicamente vincolante per porre fine all’inquinamento da plastica entro il 2040 e presentandolo il ministro del clima e dell’ambiente della Norvegia, Espen Barth Eide, ha ricordato che «l’inquinamento da plastica è ovunque. Senza nuove ed efficaci misure di controllo, la plastica mal gestita è destinata a raddoppiare in 20 anni. Ora abbiamo una finestra di opportunità per sviluppare un trattato efficace sulla plastica entro la fine del 2024. Lavoriamo insieme per ridurre la produzione e il consumo della plastica, consentire un’economia circolare sicura e porre fine all’inquinamento da plastica entro il 2040 per proteggere la salute umana e l’ambiente».
La direttrice generale dell’United nations environmente programme (Unep). Inger Andersen, ha aggiunto che «uno strumento ambizioso, globale e giuridicamente vincolante per porre fine all’inquinamento da plastica sarà uno strumento vitale per i Paesi per sconfiggere il flagello dell’inquinamento da plastica una volta per tutte. E realizzare questa ambizione significa ridurre la quantità di plastica prodotta; riprogettare i prodotti per eliminarla. La plastica cosiddetta “insensata”, cioè plastica di breve durata; il passaggio a sostituti non plastici e il rafforzamento dei sistemi di gestione dei rifiuti. Questo è il minimo che possiamo fare per le generazioni future che abiteranno il nostro unico e solo pianeta».
Il rapporto sottolinea l’urgenza di norme globali vincolanti a livello globale nel prossimo trattato internazionale sulla fine dell’inquinamento da plastica ed evidenzia il fatto che «sono necessarie misure ulteriori e più forti per porre fine completamente a tutti gli aspetti dell’inquinamento da plastica e allineare il sistema della plastica con l’Accordo di Parigi sul clima». Inoltre, il rapporto avverte che, se non verranno implementate politiche globali trasformative, ci sarà un aumento dell’inquinamento causato dalla plastica.
Per Karen Ellemann, segretaria generale del Nordic Council of Ministers, «il rapporto è un chiaro segno di ciò che possiamo ottenere lavorando insieme su ambizioni condivise. Sono orgogliosa del ruolo costruttivo e trainante che la cooperazione nordica sta svolgendo nel lavoro per combattere i rifiuti di plastica su scala globale»
Infatti, negli ultimi anni i paesi nordici hanno lavorato attivamente per salvaguardare un accordo globale giuridicamente vincolante per i rifiuti di plastica negli oceani, garantendo, tra le altre cose, una solida base di conoscenze per i negoziati attraverso i rapporti “International sustainability criteria for plastic products in a global agreement on plastic pollution” e “Possible elements of a new global agreement to prevent plastic pollution”.
Graham Forbes, capo della delegazione di Greenpeace ai negoziati sul Global plastics treaty, ha commentato: «E’ fantastico che il Nordic Council of Ministers concordi sul fatto che non possiamo porre fine all’inquinamento da plastica senza ridurre la produzione di plastica, ma abbiamo bisogno di un’ambizione molto maggiore se vogliamo porre fine a questa crisi. Anche questo rapporto riconosce che una riduzione del 30% della produzione di plastica entro il 2040 non è sufficiente a soddisfare ciò di cui il pianeta ha disperatamente bisogno. Dobbiamo ridurre la produzione di plastica almeno del 75% per garantire di rimanere al di sotto di 1,5° C per il nostro clima e per proteggere la salute umana, i diritti umani, le nostre comunità e il pianeta».