Rebalance: come imprese e multinazionali influenzano le democrazie

Al via un progetto triennale europeo coordinato dall’università di Pisa

[17 Ottobre 2022]

Il progetto Rebalancing disruptivE Business of multinAtional corporation and gLobal value chAins within democratic and iNClusive citizenship processes (REBALANCE) punta a «Capire come le imprese, soprattutto le grandi imprese incluse le multinazionali, siano in grado di incidere e influenzare i processi democratici.

Si tratta di un nuovo progetto europeo partito ufficialmente il 14 ottobre, finanziato con 2,6 milioni di euro e che durerà tre anni, realizzato da un consorzio internazionale coordinato dall’università di Pisa comprende 7 partner: l’università Ca’ Foscari di Venezia, l’università di Stoccolma, la Hertie School di Berlino, l’università Wageningen in Olanda, l’università di Bath nel Regno Unito, la Yaroslav Mudryi National Law University di Kharkiv (Ucraina) e la ONG Source International

600.000 euro dell’intero d finanziamento andranno solo all’Ateneo pisano ed Elisa Giuliani, professoressa del Dipartimento di economia e management dell’università di Pisa e e responsabile di REBALANCE, sottolinea che «L’attenzione dell’Ue verso questi temi rispecchia una preoccupazione sul destino delle democrazie, comprese quelle europee, minate da fenomeni quali la scarsa partecipazione al voto o il populismo emergente di partiti e governi».

Infatti, una parte del progetto sarà orientata a capire «Come nelle democrazie più avanzate, le imprese possano influenzare le decisioni di politica economica, energetica e industriale, ma anche minacciare i diritti delle comunità sociali che gravitano intorno ad esse».

E la Giuliani  fa notare che «Ci sono esempi in tale senso anche molto vicino a noi. In Italia abbiamo casi eclatanti come quello dell’Ilva di Taranto le cui emissioni tossiche sono state dimostrate da numerosi studi, così come è stato provato il nesso causale tra emissioni e il danno alla salute della popolazione locale. Questo è solo uno dei numerosi casi dove il perdurare di situazioni di violazione dei diritti da parte di una impresa, non solo va a danneggiare il godimento di diritti importanti come quello alla vita o alla salute, ma va anche a minare il tessuto sociale e a ridurre la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nei valori fondanti dei sistemi democratici. Per questo è fondamentale capire come, quando e perché le imprese possano rappresentare un pericolo per le democrazie e per questo creeremo un osservatorio permanente su questi temi che tra le sue funzioni avrà anche quella di diventare un incubatore di imprese sociali portatrici di democrazia».

Per questo, una parte del progetto studierà anche «L’emergere di nuove forme di impresa che siano invece in grado di rafforzare i principi democratici, contribuendo positivamente alla società, all’ambiente e al pieno godimento dei diritti. Ne sono un esempio le imprese sociali. In questo caso l’idea non è più quella del mercato che seleziona le imprese più efficienti e con più performance economiche, ma quella di imprese che hanno modelli di business trasformativi che generano valore sociale ed ambientale oltre che economico, spostando l’attenzione dal profitto degli azionisti al benessere di tutti».