Salpano le golette Verde e dei Laghi, in difesa di mari e corsi d’acqua italiani
Dossier Mare Monstrum: nel 2020 lieve flessione degli illeciti a danno di coste e mari, ma la pressione delle aggressioni criminali resta elevata.
[1 Luglio 2021]
Il 3 luglio salpano Goletta Verde e Goletta dei Laghi, le due storiche campagne di Legambiente che si occupano di tematiche che vanno dalla mancata depurazione a monitoraggio delle microplastiche e che, ancora una volta dopo il 2020, vedranno volontari di Legambiente protagonisti dei campionamenti delle acque in una delle più grandi operazioni di citizen science mai messe in campo.
E proprio per indagare sulla cattiva o mancata depurazione e sull’inquinamento delle acque – con un punto su tre risultato oltre i limiti di legge lungo le coste, uno su quattro nei laghi campionati nel 2020 – salpano le due storiche campagne di Legambiente giunte rispettivamente alla 35esima e 16esima edizione.
Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, spiega che «Il motto che accompagnerà le Golette quest’anno è “Non ci fermeremo mai”: la nostra missione contro illegalità, cementificazione, mala depurazione e inquinamento non consente infatti arretramenti di fronte alle reiterate aggressioni eco-criminali, all’inerzia delle istituzioni a più livelli e a tentativi di condono più o meno nascosti, come ci racconta ‘Mare Monstrum’ Riprendiamo dunque il nostro viaggio, forti di una formula sperimentata la scorsa estate che si è rivelata valore aggiunto delle nostre campagne: il coinvolgimento di centinaia di volontarie e volontari, anche nel 2021 impegnati in prima persona nel campionamento delle acque sui territori, non solo sul fronte della depurazione, ma anche nel monitoraggio di plastiche e microplastiche. Una grandissima operazione di citizen science che difficilmente trova eguali per capillarità ed estensione. Il 3 luglio è anche il termine ultimo per l’Italia per recepire la direttiva europea SUP sulla plastica monouso: chiediamo al governo di farlo senza altre proroghe e con le necessarie migliorie, specie in tema di prodotti biodegradabili e compostabili, per combattere lo strapotere dell’usa e getta e promuovere una filiera industriale che riconverta in chiave ecologica la chimica nel Paese, così da contrastare la piaga del marine litter».
A bordo di Goletta Verde ci saranno anche altri temi chiave della campagna come lotta alle fonti fossili, depurazione dei reflui, aree marine protette, bonifiche dei territori inquinati, e ancora, erosione costiera e dissesto idrogeologico, beach e marine litter, porti, eolico off-shore. Tornerà inoltre il consueto appuntamento con “Aspettando Goletta”, tra iniziative, conferenze stampa e convegni organizzati in presenza (e nel pieno rispetto delle norme di sicurezza) nei luoghi toccati dalla campagna, a ridosso delle tappe che interesseranno le 15 regioni costiere della Penisola.
Fitto il calendario di navigazione della Goletta Verde: si parte dalla Liguria, a Genova (il 3-4 luglio), con tappe in Toscana, a Carrara (5-7 luglio); in Sardegna, a Olbia (9-11 luglio); nel Lazio, a Fiumicino (12-14); in Campania a Napoli (15-16 luglio); in Basilicata, a Maratea (18 luglio); in Sicilia, nelle Isole Eolie (19-21); in Calabria, a Crotone (23-25 luglio); in Puglia, a Trani (28-29 luglio); in Molise, a Termoli (31 luglio); in Abruzzo, a Vasto (1-3 agosto); nelle Marche, ad Ancona (4-5 agosto); in Emilia-Romagna, a Ravenna (7-8 agosto); in Veneto, a Caorle (9-10 agosto) e in Friuli-Venezia Giulia, a Trieste (11-12 agosto).
Due i fronti principali su cui si focalizzerà invece Goletta dei Laghi: da un lato, la consueta attività di monitoraggio legata alla depurazione dei bacini lacustri, grazie al lavoro dei volontari attivi in 11 regioni e su 23 laghi; dall’altro, la ripresa del monitoraggio delle microplastiche disperse nelle acque che Legambiente, grazie alla collaborazione con ENEA, è riuscita a mappare in maniera puntuale negli ultimi cinque anni, ottenendo uno dei principali database a livello internazionale sul fenomeno del cosiddetto lake litter.
Da Nord a Sud, la manta e il suo equipaggio torneranno dunque a solcare i laghi italiani a caccia di microparticelle, con un’importante novità: grazie al progetto Life Blue Lakes che viaggerà a bordo di Goletta, il protocollo di monitoraggio delle microplastiche messo a punto dai tecnici di Legambiente ed ENEA sarà infatti al centro di uno scambio informativo, tra momenti di confronto e studio, con i tecnici delle Arpa nel passaggio sui laghi Maggiore, Garda, Como, Trasimeno e Bracciano. Un’attività di scambio importante, soprattutto dopo l’entrata in vigore, lo scorso 12 gennaio, della nuova direttiva UE sull’acqua potabile che impone l’estensione del monitoraggio sulla qualità delle acque anche ai bacini lacustri e contempla la ricerca dei cosiddetti inquinanti emergenti, tra cui proprio le microplastiche.
Goletta dei Laghi partirà da Avigliana, in Piemonte (3 luglio); si sposterà quindi sul Ceresio, in Lombardia (5 luglio); tornerà ancora in Piemonte sul Viverone e sul Lago Maggiore (6 luglio), dove si soffermerà sul versante piemontese-lombardo (7 luglio); sul Lago di Como (8-9 luglio) e sul Lago di Iseo, in Lombardia (10-11 luglio); sul Lago di Garda, tra Lombardia e Veneto (12-14 luglio); sul Lago di Santa Croce, in Veneto (15 luglio); sul Lago Trasimeno (17-20 luglio) e sul Lago di Piediluco, in Umbria (21 luglio); sul lago di Fiastra, nelle Marche (22 luglio); sul Lago del Matese, in Campania (23 luglio); sul Lago di Occhito, in Molise (24 luglio); sul Lago di Lesina, in Puglia (26 luglio); sui laghi Bracciano, Salto, Turano e Laghi Pontini, nel Lazio (27-30 luglio); sui Laghi Silani, Arvo e Cecita, in Calabria (31 luglio-1 agosto); sui laghi di Piana degli Albanesi, Pergusa e di Ancipa, in Sicilia (3-4 agosto).
Insieme alle due campagne torna il servizio SOS Goletta di Legambiente, in difesa di mari, laghi e fiumi: chiunque noti scarichi anomali, chiazze sospette o inquinamento lungo le coste e le spiagge del proprio territorio, può segnalarli all’associazione compilando l’apposito form sulla pagina dedicata.
Intanto, dal nuovo dossier “Mare Monstrum” del Cigno Verde emerge che «La pandemia non ferma l’assalto alle coste e ai mari italiani, ancora una volta preda di chi pretende di accaparrarsene “un pezzo” a proprio uso e consumo, incurante delle leggi, della tutela di ambiente e biodiversità e di un patrimonio comune che deve essere adeguatamente difeso nella sua integrità e bellezza. Sebbene lo scorso anno, quello cruciale della pandemia, abbia fatto registrare una leggera flessione (-5,8% rispetto al 2019) nel numero complessivo di illeciti ai danni del patrimonio marino e costiero (22.248 quelli accertati, una media di 61 al giorno, 2,5 ogni ora), il cemento abusivo continua a spadroneggiare, mentre la pesca di frodo dilaga. E il virus ecocriminale non allenta la sua morsa sulle regioni costiere della Penisola».
In cima classifica del mare illegale 2020 c’è il ciclo del cemento, rimasto su valori assoluti altissimi (il 42,9% dei reati accertati). Invece, per l’impatto del lungo periodo di lockdown sulle attività economiche, diminuiscono dell’11,16% gli illeciti legati al ciclo dei rifiuti e all’inquinamento marino, anche se i quasi 7.000 reati accertati nel settore, più di 19 al giorno, sono il 31% del totale nazionale.
Preoccupangte il balzo in avanti della pesca di frodo (il 23,3% dei reati accertati) che ha cercato di “approfittare” della pandemia, come dimostra il numero impressionante di sequestri effettuati: 3.414 contro i 547 del 2019, dagli attrezzi usati illegalmente in mare alle tonnellate di prodotti ittici requisiti.
Cresce, in generale, il numero di persone arrestate e denunciate per aggressioni alle coste e ai mari italiani, 24.797 (+24% rispetto al 2019), e quello dei sequestri che hanno toccato quota 8.044 (+9,9%) per un valore di 826 milioni di euro.
La Campania è la regione al primo posto tra quelle dove si concentrano il maggior numero di reati (4.206 illeciti, il 18,9% di quelli registrati a livello nazionale), seguita da Sicilia, Puglia, Lazio e Calabria. Alla Campania, “raggiunta” questa volta dal Molise, spetta anche il poco ragguardevole primato nell’incidenza di illeciti per chilometri di costa: 9 i reati accertati per ogni km in entrambe le regioni (tre volte la media nazionale), seguite da Basilicata e Abruzzo.
Legambiente sottolinea che «Il segno meno davanti alla percentuale dei reati accertati nel 2020 non incide, tuttavia, in modo significativo sul trend negativo delle illegalità perpetrate ai danni di mare e coste: dal 1999 al 2020, infatti, si sono registrati 378.068 illeciti, di cui 206.532 nelle sole quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, Campania, Puglia, Sicilia e Calabria, dove si è concentrato il 54,6% del totale nazionale. Un’incidenza che lo scorso anno è cresciuta, arrivando al 55,3% dei reati».
Poi c’è lo spinoso capitolo delle storie d’ordinario abusivismo edilizio, evidenziato da un altro dato inedito elaborato da Legambiente: quello sulle ordinanze di demolizione degli immobili abusivi eseguite che «Raggiungono appena il 24,3% nei Comuni costieri. Uno stallo che perdura ormai da troppi decenni» e di fronte al quale l’associazione ambientalista chiede a gran voce che della demolizione dell’abusivismo storico si occupi direttamente lo Stato, nella figura dei prefetti. Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente, ricorda che «Dopo la decisione, a nostro avviso sconcertante di dichiarare inammissibili gli emendamenti al decreto Semplificazioni presentati alla Camera da ‘Facciamo Eco’ e Leu, con cui garantire una corretta interpretazione della norma che ha introdotto i poteri sostitutivi delle Prefetture per le ordinanze emesse dai Comuni ma non eseguite, chiediamo al premier Draghi e ai ministri competenti di intervenire perché non sia snaturato il senso della legge approvata nel 2020. Sono già centinaia le ordinanze di demolizione trasferite dai Comuni alle prefetture competenti che rischiano, altrimenti, di restare lettera morta».
Per quanto riguarda le tematiche più direttamente affrontate da Goletta Verde, Mare Mostrum dice che «Forti segnali d’allarme arrivano poi dalle inchieste raccontate nel capitolo di “Mare Monstrum” dedicato ai casi d’inquinamento legati a depuratori inesistenti o mal funzionanti, scarichi fognari abusivi, sversamenti illegali di liquami e rifiuti» Ma il dossier presenta anche un lavoro di ricerca sullo sfruttamento selvaggio delle risorse ittiche del Mediterraneo. Secondo Legambiente si tratta di «Problemi annosi che richiedono finanziamenti adeguati per mettere in regola sistemi fognari e di depurazione, l’introduzione di nuove norme e sanzioni per il contrasto alla pesca illegale, il recepimento della normativa europea sulla gestione delle aree portuali e dei rifiuti prodotti dalle navi, una regolamentazione stringente per lo scarico dei rifiuti liquidi».