Traffico e riscaldamento alla base delle violazioni degli standard di qualità dell’aria in Europa
L’Italia tra i Paesi che segnalano il riscaldamento domestico come principale causa dei superamenti dei limiti del particolato
[16 Marzo 2022]
Secondo il briefing “Managing air quality in Europe” pubblicato dall’European Environment Agency (EEA), «Le violazioni dei limiti di qualità dell’aria dell’Ue per il biossido di azoto in tutta Europa sono dovute principalmente al traffico stradale, mentre il riscaldamento domestico è alla base della maggior parte dei superamenti per il particolato».
Nel periodo dal 2014 al 2020, all’EEA sono stati segnalati 944 piani per la qualità e l’Agenzia ambientale europea ricorda che «Le autorità degli Stati membri sono tenute a predisporre piani per la qualità dell’aria per ridurre l’inquinamento atmosferico nelle aree in cui gli standard di qualità dell’aria dell’Ue vengono superati e per proteggere la salute pubblica e gli ecosistemi. La maggior parte dei piani per la qualità dell’aria si concentra sulla riduzione dei livelli di biossido di azoto (NO2) e particolato con un diametro di 10 µm o inferiore (PM10)».
Mettendo insime questi dati, il briefing EEA evidenzia che «Dal 2014 al 2020, poco meno dei due terzi di tutti i superamenti degli standard di qualità dell’aria segnalati sono stati legati alla densità del traffico nei centri urbani e alla vicinanza alle strade principali, principalmente a causa delle emissioni di ossidi di azoto (NOx). Il traffico stradale è stato una delle principali fonti di inquinamento atmosferico nell’Europa occidentale e settentrionale, con 6 Paesi, vale a dire Austria, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Portogallo e Regno Unito, che hanno segnalato il traffico stradale come unica fonte di superamento».
Invece, nell’Europa meridionale e orientale e stato il riscaldamento domestico la fonte più importante a determinare il superamento degli standard per il PM10 e, dice l’EEA, «I Paesi che hanno segnalato il riscaldamento domestico come un importante fattore di superamento includono Croazia, Cipro, Bulgaria, Italia, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia».
Da “Managing air quality in Europe” emerge che «In termini di misure messe in atto per ridurre le emissioni nell’ambito dei piani per la qualità dell’aria, due terzi si sono concentrati sulla riduzione delle emissioni di NOx provenienti dal settore dei trasporti, mentre solo il 12% si è concentrato sul riscaldamento domestico e il 4% sul settore agricolo, questi ultimi due importanti fonti di particolato».
Le direttive Ue sulla qualità dell’aria ambiente stabiliscono standard di qualità dell’aria per determinati inquinanti per proteggere la salute umana e l’ambiente. In caso di superamento di questi valori, gli Stati membri sono tenuti ad adottare le misure necessarie per ridurre le concentrazioni di inquinanti atmosferici e predisporre un piano per la qualità dell’aria che stabilisca le misure appropriate. L’obiettivo è quello di mantenere il periodo di superamento il più breve possibile. L’Italia, in particolare la Pianura Padana, non centra mai gli obiettivi fissati dall’Ue, ma la situazione non è buona anche altrove: secondo il rapporto “Air quality in Europe 2021£ dell’EEA, «Nel 2019, l’esposizione all’inquinamento atmosferico ha causato un carico significativo di morte prematura e malattie nei 27 Stati membri dell’Ue, con 307.000 morti premature attribuite al particolato fine e 40.400 all’NO2».
L’EEA conclude ricordando che «Nell’ambito del Piano d’azione per l’inquinamento zero dell’European Green Deal, la Commissione europea ha fissato l’ obiettivo per il 2030 di ridurre il numero di morti premature causate dal PM2,5 di almeno il 55% rispetto ai livelli del 2005. A tal fine, la Commissione europea si è impegnata a rivedere le politiche pertinenti che riducono le emissioni di inquinanti atmosferici alla fonte, come ad esempio il trasporto su strada e gli edifici. La Commissione sta inoltre rivedendo le direttive sulla qualità dell’aria ambiente per allineare più strettamente gli standard di qualità dell’aria dell’Ue ai nuovi orientamenti dell’OMS sulla qualità dell’aria pubblicati a settembre 2021».