Un Paese su tre non ha standard legali per la qualità dell’aria (VIDEO)
Non esistono un allineamento globale e un quadro giuridico comune per applicare le linee guida dell’Oms
[3 Settembre 2021]
Il rapporto “Regulating Air Quality: The first global assessment of air pollution legislation”, pubblicato dall’United Nations environment programme (Unep) a ridosso dell’International Day of Clean Air for blue skies che si celebra il 7 settembre, esamina la legislazione nazionale sulla qualità dell’aria in 194 Stati e nell’Unione europea ed esplorando varie dimensioni dei quadri giuridici e istituzionali, valuta la loro efficacia nel garantire il raggiungimento degli standard di qualità dell’aria. Il quadro che ne viene fuorio è sconfortante e conferma il gap tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo: «Un terzo dei Paesi del mondo non ha standard di qualità dell’aria esterna (ambiente) obbligatori per legge. Laddove tali leggi esistono, gli standard variano ampiamente e spesso sono disallineati con le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Inoltre, almeno il 31% dei Paesi che hanno il potere di introdurre tali standard di qualità dell’aria ambiente deve ancora adottarli».
Con il 92% della popolazione mondiale che vive in luoghi in cui i livelli di inquinamento atmosferico superano i limiti di sicurezza, colpendo in modo sproporzionato donne, bambini e anziani nei Paesi a basso reddito, l’Oms ha identificato l’inquinamento atmosferico come il più grande rischio ambientale per la salute,. Studi recenti suggeriscono possibili correlazioni tra gli esiti sulla salute del Covid-19 e l’inquinamento atmosferico.
L’Oms ha presentato valori guida per la qualità dell’aria ambiente, ma, come dimostra il rapporto, «Non esiste un allineamento globale e un quadro giuridico comune per applicarli. In almeno il 34% dei Paesi, la qualità dell’aria ambiente non è ancora tutelata legalmente. Anche laddove adottati legalmente, gli standard sono difficili da confrontare: il 49% dei Paesi del mondo definisce l’inquinamento atmosferico esclusivamente come una minaccia esterna, la copertura geografica degli standard di qualità dell’aria varia e oltre la metà dei Paesi consente deviazioni da questi standard. Inoltre, la responsabilità istituzionale per il raggiungimento degli standard è debole a livello globale: solo il 33% dei Paesi impone obblighi per soddisfare gli standard previsti dalla legge. Il monitoraggio è fondamentale per sapere se gli standard vengono raggiunti, ma non è legalmente richiesto in almeno il 37% dei Paesi. Infine, sebbene l’inquinamento atmosferico non conosca frontiere, solo il 31% dei Paesi dispone di meccanismi legali per affrontare l’inquinamento atmosferico transfrontaliero».
La direttrice esecutiva dell’Unep, Inger Andersen, ha evidenziato che «Non ci sarà alcun tentativo di prevenire i 7 milioni di morti premature causate dall’inquinamento atmosferico ogni anno, un numero destinato a crescere di oltre il 50% entro il 2050. L’aria che respiriamo è un bene pubblico fondamentale e i governi devono fare di più per garantire che sia pulita e sicura. Tuttavia, la qualità dell’aria continua a deteriorarsi nonostante l’aumento delle leggi e dei regolamenti che cercano di affrontare l’inquinamento atmosferico. Sebbene permangano sfide significative, il rapporto richiama in modo importante l’attenzione sui progressi compiuti da vari Paesi che possono fungere da base per forti sistemi di governance della qualità dell’aria che proteggano la salute e il benessere umani e che affrontino la triplice crisi planetaria. Molti paesi ora hanno disposizioni costituzionali che potenzialmente consentono di stabilire il diritto all’aria pulita nella legge. L’informazione sulla qualità dell’aria è un diritto consolidato in molti Paesi e, in varie parti del mondo, i contenziosi di interesse pubblico stanno migliorando le politiche per la qualità dell’aria».
Il diritto a un ambiente sano , compresa l’aria pulita, è un prerequisito per il rispetto dell’Agenda 2030 e degli Obiettivi di sviluppo sostenibile su buona salute, energia pulita e accessibile, città sostenibili, produzione responsabile e vita sulla terra (DSG 3, 7, 11, 12 , e 15). Nella sua prima sessione, la quinta United Nations Environment Assembly (UNEA-5) ha invitato gli Stati membri ad «Agire in tutti i settori per ridurre tutte le forme di inquinamento atmosferico».
Riconoscendo che «Non esiste un proiettile d’argento per affrontare la crisi dell’inquinamento atmosferico», il rapporto sottolinea che «Una solida governance della qualità dell’aria è fondamentale per raggiungere gli standard di qualità dell’aria e gli obiettivi di salute pubblica che possono essere raggiunti attraverso lo sviluppo di una legislazione per il controllo della qualità dell’aria, che integri responsabilità, esecutività , trasparenza e partecipazione pubblica».
Una delle autrici del rapporto, Eloise Scotford, sottolinea che «Il nuovo studio dimostra che, se devono essere efficaci, anche i più ammirevoli obiettivi nazionali di qualità dell’aria devono essere sostenuti con solidi quadri istituzionali, capacità di attuazione e leggi ben coordinate».
Il rapporto Unep invita più Paesi ad «Adottare solide leggi sulla qualità dell’aria, che includano la definizione di standard ambiziosi per l’inquinamento dell’aria sia interna che ambientale, il miglioramento dei meccanismi legali per il monitoraggio della qualità dell’aria, l’aumento della trasparenza, il miglioramento significativo dei sistemi di applicazione e il miglioramento delle politiche e del coordinamento normativo per l’inquinamento atmosferico nazionale e transfrontaliero».
Come principale ragione per la scarsa attuazione delle leggi sulla qualità dell’aria. la Andersen ha evidenziato «Una mancanza di capacità di applicazione. Questa valutazione è stata l’inizio degli sforzi per assistere gli Stati membri nell’attuazione di misure di riduzione dell’inquinamento basate su basi scientifiche, integrate e quadri normativi e politiche coerenti. Tutti i Paesi devono aumentare le loro ambizioni sulla mitigazione».
Infatti, dopo la pubblicazione del nuovo studio, l’Unep sta già sviluppando una guida pratica nell’ambito del Montevideo Environmental Law Programme per espandere la sua assistenza ai Paesi per affrontare la crisi dell’inquinamento atmosferico. E’ inoltre previsto il supporto tecnico diretto ai Paesi che prevede lo sviluppo e l’attuazione di quadri legali per l’inquinamento atmosferico, con lo sviluppo di capacity-building complementari per gli stakeholders, inclusi giudici, pubblici ministeri e altri funzionari che devono far applicare le normative.