Un’azione globale coraggiosa per decarbonizzare il trasporto marittimo e garantire una transizione giusta

UNCTAD: azione rapida e collaborazione sistemica per decarbonizzare il trasporto marittimo in un contesto di crescenti emissioni di carbonio e incertezza normativa

[28 Settembre 2023]

Oggi è il primo World Maritime Day  e l’ United Nations Conference on Trade and Development (UNCTAD) lo celebra con la pubblicazione della “Review of Maritime Transport 2023” nella quale chiede  «Una transizione giusta ed equa verso un’industria marittima decarbonizzata» ed evidenzia «L’urgente necessità di carburanti più puliti, soluzioni digitali e una transizione equa per combattere le continue emissioni di carbonio e l’incertezza normativa nel settore del trasporto marittimo.

L’industria marittima rappresenta oltre l’80% del volume degli scambi mondiali e quasi il 3% delle emissioni globali di gas serra, con un aumento delle emissioni del 20% in appena un decennio e il la egretaria generale dell’UNCTAD, Rebeca Grynspan, ha sottolineato che «Il trasporto marittimo deve decarbonizzarsi il prima possibile, garantendo al tempo stesso la crescita economica. Trovare un equilibrio tra sostenibilità ambientale, conformità normativa e richieste economiche è vitale per un futuro prospero, equo e resiliente per il trasporto marittimo».

In viasta della 28esima conferenza delle parti dell’United Nations framework convention on climate change  (COP28 Unfccc) di novembre negli Emitrati Arabi Uniti, l’UNCTAD sostiene il passaggio verso carburanti più puliti nel trasporto marittimo e «La necessità di una strategia di transizione efficace dal punto di vista ambientale, proceduralmente equa, socialmente giusta, tecnologicamente inclusiva e globalmente equa» e sottolinea «L’importanza della collaborazione a livello di sistema, di rapidi interventi normativi e di robusti investimenti in tecnologie e flotte verdi».

Sebbene la transizione verso carburanti più puliti sia nelle sue fasi iniziali, con quasi il 99% della flotta globale ancora dipendente dai carburanti convenzionali, il rapporto cita sviluppi promettenti, tra il quali il 21% delle navi ordinate progettate per utilizzare carburanti alternativi.

Ma l’UNCTAD avverte che i costi di decarbonizzazione aumentano e la transizione comporta costi notevoli: «Saranno necessari ulteriori 8-28 miliardi di dollari all’anno per decarbonizzare le navi entro il 2050, e saranno necessari investimenti ancora più sostanziali, che vanno da 28 a 90 miliardi di dollari all’anno, per sviluppare infrastrutture per carburanti al 100% a zero emissioni di carbonio entro il 2050. La completa decarbonizzazione potrebbe far aumentare le spese annuali del carburante dal 70% al 100%, colpendo potenzialmente i piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS) e i Paesi meno sviluppati (PMS) che dipendono fortemente dal trasporto marittimo».

Per garantire una transizione equa, l’UNCTAD chiede «Un quadro normativo universale applicabile a tutte le navi, indipendentemente dalla bandiera di registrazione, dalla proprietà o dalle aree operative, evitando così un processo di decarbonizzazione a due velocità e mantenendo condizioni di parità».

Shamika N. Sirimanne, direttrice  tecnologia e la logistica dell’UNCTAD, ha detto che «Gli incentivi economici, come prelievi o contributi pagati in relazione alle emissioni del trasporto marittimo, possono incentivare l’azione, promuovere la competitività dei combustibili alternativi e ridurre il divario di costo con i combustibili pesanti convenzionali. Questi fondi potrebbero anche facilitare gli investimenti nei porti dei SIDS e dei Paesi meno sviluppati, concentrandosi sull’adattamento ai cambiamenti climatici, sulle riforme del commercio e dei trasporti, nonché sulla connettività digitale»

Inoltre, l’UNCTAD è preoccupata per l’invecchiamento della flotta marittima globale: all’inizio del 2023, le navi commerciali avevano in media 22,2 anni, due anni in più rispetto a 10 anni fa. Più della metà della flotta mondiale ha più di 15 anni. Il rapporto denuncia che «Gli armatori affrontano la sfida di rinnovare la flotta senza chiarezza riguardo ai combustibili alternativi, alla tecnologia verde e ai regimi normativi che guidano gli armatori e i porti, mentre i terminal portuali affrontano sfide simili nelle decisioni di investimento vitali».

Oltre ai combustibili più puliti, l’UNCTAD sottolinea il ruolo della digitalizzazione nell’accelerare gli sforzi di decarbonizzazione e cita i vantaggi derivanti dal miglioramento dell’efficienza e dalla riduzione dei ritardi. Per la Sirimanne, «Investire nella digitalizzazione e nella tecnologia migliorerà la prevedibilità e l’affidabilità delle spedizioni, e l’applicazione di tecnologie come l’intelligenza artificiale, l’apprendimento automatico, la blockchain e l’Internet delle cose si tradurrà in un’ottimizzazione delle prestazioni per il monitoraggio, il routing, la velocità e la manutenzione predittiva, che possono aiutare ad accelerare la decarbonizzazione».

La “Review of Maritime Transport” analizza i mutevoli modelli commerciali globali e l’impatto di eventi come la guerra in Ucraina, evidenziando la resilienza del settore marittimo e riconoscendo le sfide legate al bilanciamento tra domanda e offerta. Il rapporto fa notare che «Spinte dai blocchi della guerra in Ucraina, nel 2022 le distanze dei carichi di petrolio hanno raggiunto il massimo storico e le spedizioni di grano nel 2023 hanno viaggiato più lontano che in qualsiasi anno mai registrato, poiché i Paesi importatori di grano sono stati costretti a cercare esportatori alternativi come gli Stati Uniti e il Brasile, che richiedono spedizioni a lungo raggio».

Ma, nonostante una contrazione dello 0,4% nel volume totale del commercio marittimo nel 2022, il settore prevede «Una crescita del 2,4% nel 2023, con il commercio containerizzato (che è diminuito del 3,7% nel 2022) che dovrebbe espandersi dell’1,2% nel 2023 e di oltre il 3% tra il 2024 e 2028. I volumi degli scambi di petrolio e gas hanno mostrato una crescita robusta nel 2022, mentre le tariffe di trasporto delle navi cisterna hanno registrato una forte ripresa guidata da eventi geopolitici. Le tariffe delle rinfuse secche hanno subito una volatilità dovuta allo spostamento della domanda, alla congestione dei porti, alle tensioni geopolitiche e alle perturbazioni meteorologiche».

L’UNCTAD conclude con un appello per una transizione giusta ed equa verso un futuro a basse o zero emissioni di carbonio nel trasporto marittimo globale e per un impegno a livello di sistema e un’azione normativa per combattere le crescenti sfide ambientali affrontate dal settore marittimo. «Un’azione coraggiosa e tempestiva e sforzi di collaborazione sono essenziali per garantire un futuro sostenibile, resiliente e prospero per il trasporto marittimo».