Legambiente: errori di programmazione strategica del nostro Paese
Altro che Tav Torino-Lione: sarà Alptransit la dorsale del trasporto merci transaplino
Ma l'attenzione del Paese sul tema guarda ad altro
[5 Settembre 2013]
Più o meno tutti conoscono la linea ferroviaria Tav Torino-Lione anche per le problematiche inerenti il passaggio in Val di Susa, ma pochi sono al corrente che nel 2016 verrà aperto alle comunicazioni ferroviarie il tunnel più lungo del mondo, che collegherà l’area padana all’Europa.
Si tratta della galleria di base del Gottardo, la parte centrale del progetto svizzero Alptransit che, a partire dal 2016, diventerà la spina dorsale del trasporto transalpino, consentendo il passaggio di decine di milioni di tonnellate di merci in più rispetto a quelle che già oggi viaggiano lungo il principale asse ferroviario che sbocca in Pianura Padana (quasi 26 milioni di tonnellate transitate su ferro nel 2011 contro le 14 del Brennero e le 3,4 dell’asse Torino-Lione).
Non se ne parla probabilmente per coprire i ritardi del nostro Paese, ma ora – in occasione della visita di Stato del ministro Svizzero dei trasporti e dell’ambiente, Doris Leuthard – i nodi verranno al pettine. «Per troppi anni ci siamo concentrati su una linea tutto sommato secondaria per l’interscambio merci italiano, qual è la Torino-Lione, e non ci siamo invece occupati di un’opera molto più strategica, che è la realizzazione dei raccordi ferroviari e dei servizi logistici di interscambio nell’area tra Novara e Milano, dove sbarcherà la più grande infrastruttura per l’interscambio commerciale tra Italia e resto d’Europa – ha sottolineato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -, così mentre gli svizzeri lavorano per l’apertura al traffico del tunnel di base del Gottardo, confermata per il 2016, noi siamo del tutto impreparati a ricevere l’impatto sulla nostra rete ferroviaria della valanga di merci che lo attraverseranno, e che invece che proseguire il loro viaggio su ferro finiranno per riversarsi su centinaia di migliaia di Tir, aggravando il quadro di inquinamento della Pianura Padana».
I ritardi infrastrutturali e logistici, secondo l’associazione ambientalista, sono incolmabili nonostante gli investimenti in franchi svizzeri che verranno elargiti da Berna per l’adeguamento delle gallerie sulle tratte italiane Luino-Novara e Chiasso-Milano.
«Tra madornali errori di programmazione strategica e cialtroneria colposa anche sulla realizzazione di opere minori, come il collegamento ferroviario per i passeggeri sulla linea in costruzione tra la svizzera Stabio e Arcisate (VA), bloccata sul versante italiano per una ordinaria vicenda di cattiva progettazione e di aste vinte a ribasso – ha aggiunto Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – il nostro Paese e in particolare la Regione Lombardia hanno molte manchevolezze di cui rendere conto ai vicini elvetici, ma prima di tutto occorre voltare pagina e decidere che l’Italia deve investire sul trasporto ferroviario, anche rinunciando a molti ridondanti progetti di opere stradali».
Legambiente fa presente che Italia e Svizzera sono entrambe aderenti alla Convenzione Internazionale per la Protezione delle Alpi, ma gli indirizzi vincolanti di questo trattato, vigente ormai da un ventennio, pare non siano stati compresi e recepiti dai due Paesi. In particolare, la Convenzione impone ai Paesi aderenti un obiettivo di riduzione del traffico di transito, la rinuncia a realizzare potenziamenti della viabilità di attraversamento alpino e una decisa politica di sostegno al trasporto su ferro, anche basata su strumenti regolativi di natura economica e fiscale.
«Ricordiamo che realizzare i raddoppi dei tunnel stradali del Gottardo e del Frejus significa violare il Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi, che impone alle Parti di astenersi dal realizzare nuova capacità stradale transalpina. Ed è anche il modo migliore per vanificare i potenziamenti ferroviari su cui i due Paesi stanno investendo molte risorse. Se davvero quello del trasferimento delle merci su ferrovia è un obiettivo condiviso, occorre abbandonare da subito questi progetti e introdurre misure di disincentivo e regolazione del traffico stradale, istituendo un contingente massimo di transiti commerciali e un meccanismo come la Borsa dei Transiti per regolarlo con equità e secondo criteri di sostenibilità ed efficienza logistica», hanno concluso i dirigenti di Legambiente.