Ciclabilità urbana: Pesaro vince Giretto d’Italia 2020
Sul podio anche Piacenza e Reggio Emilia. In 25 citta, oltre 53mila cittadini si sono spostati in bici o con nuovi mezzi di mobilità elettrica per andare al lavoro o a scuola
[2 Ottobre 2020]
La maglia rosa del Giretto d’Italia 2020, il campionato nazionale della ciclabilità urbana organizzato da Legambiente con il sostegno di CNH Industrial insieme a Euromobility – Associazione Italiana Mobility Manager e VeloLove, è andata a Pesaro, seguita da Piacenza e Reggio Emilia. Sono queste le tre città italiane – sulle 25 testate – dove più persone usano quotidianamente la bici o i nuovi mezzi di mobilità sostenibile per andare a scuola o al lavoro.
Il Giretto, che come di consueto si è svolto nell’ambito della Settimana Europea della Mobilità, ha un valore simbolico, sia per il poco tempo della rilevazione sia perché la diversità delle città in gara in termini di urbanistica, densità abitativa e dinamiche di traffico rende complesse le valutazioni. Ma dal sondaggio che Legambiente ha affiancato ai classici monitoraggi del Giretto emerge «Un Paese molto cambiato con l’emergenza Covid, dove il bike sharing per andare al lavoro è quasi raddoppiato tra coloro che hanno risposto e in cui lo smart working è divenuto diffusissimo, con oltre il 70% degli intervistati che non lavorava così prima della pandemia».
Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, ricorda che «L’obiettivo del Giretto d’Italia è, come sempre, di rendere visibile chi si sposta con la bici o con un mezzo di micro mobilità elettrica: dato che normalmente non è misurato nelle indagini statistiche sullo stato della mobilità. Il successo di partecipazione, compresa quella al nuovo sondaggio online, ci dice che molti si muovono in bicicletta e sono pronti a farlo anche con altri mezzi di micro mobilità elettrica. I cittadini sono pronti, ora servono le politiche e gli interventi. Promuovere una modalità di spostamento più sana e più sostenibile e ripensare le città e le strade vuol dire non solo ridurre traffico e smog, ma anche creare le premesse per un concreto miglioramento della qualità della vita urbana».
In totale, tra il 17 e il 29 settembre (con un monitoraggio di 4 ore, nella fascia oraria 7-11), sono passati dai varchi 53.578 lavoratori o studenti che hanno utilizzato mezzi sostenibili per i loro spostamenti casa-lavoro o casa-scuola: 51.857 i passaggi di biciclette, 1701 passaggi di mezzi di micromobilità elettrica. Da segnalare Ferrara con il maggior numero di check-point installati per i monitoraggi (28) seguita da Trento (23), Novara (20) e Reggio Emilia (12). A Padova, Ferrara, Novara, la maggioranza dei “passaggi” è tra gli studenti (Università e altre scuole), Padova spicca anche per gli spostamenti ingenti intorno all’Ospedale (1.314).
A Pesaro sono stati conteggiati 7.537 mezzi sostenibili (bici e monopattini o altro), a Piacenza 6.194, a Reggio Emilia 5.481, a Padova 4.833, a Milano 4.536, a Bolzano 4.106, a Ravenna 3692, a Ferrara 2.676, a Novara 2.336, a Fano (PU) 2.254, a Trento 1.921, a Torino 1.600, a Palermo 1.095, a Udine 983, a Bologna 841, a Genova 727, a Misano Adriatico (RN) 514, a Carpi (MO) 511, a Pavia 435, a Jesi (AN) 358, a Napoli 295, a Carmagnola (TO) 212, a Roma 111, a Brescia 95, a Lecce 20.
Il calcolo del numero di mezzi sostenibili circolanti in proporzione ai residenti (sempre tenuto conto delle quattro ore di monitoraggio presso le postazioni allestite) restituisce, invece, una classifica leggermente diversa: se Pesaro resta prima (con 7,9 mezzi sostenibili conteggiati ogni 100 abitanti) e Piacenza seconda (5,9 mezzi ogni 100 abitanti), terza è a sorpresa Misano Adriatico (3,9), poi Bolzano (3,81), Fano (3,7), Reggio Emilia (3,2), Ravenna e Padova (2,3), Novara (2,2).
Considerando il passaggio delle sole biciclette, le cose cambiano leggermente. Pesaro è sempre in testa con 7.120 bici, a seguire: Piacenza 6.124, Reggio Emilia 5.481, Padova 4.654, Milano 4.536, Bolzano 4.092, Ravenna 3.535, Ferrara 2.674, Novara 2.312, Fano (PU) 2.083, Trento 1.781, Torino 1.422, Palermo 1.095, Udine 980, Bologna 801, Genova 615, Misano Adriatico (RN) 509, Carpi (MO) 492, Pavia 435, Jesi (AN) 358, Carmagnola (TO) 211, Napoli 162, Brescia 94, Roma 80, Lecce nv.
Partendo dal presupposto che ogni lavoratore in smart working è uno spostamento evitato e quindi una potenziale riduzione di emissioni inquinanti nelle città e guardando al post emergenza Covid-19, Legambiente ha inserito quest’anno tra i monitoraggi del Giretto d’Italia anche un check point virtuale per chi lavora in smart working. Interessanti i risultati, a cominciare dall’alto numero di partecipanti al sondaggio: 1.174 cittadini lavoratori in tutta Italia. Di cui: quasi il 60% donne (57%), il 41% di età compresa tra i 50 e 60 anni, il 54% dei rispondenti erano impiegati, quasi il 90% (87,8%) al momento del sondaggio era in modalità lavorativa smart working e di questi il 71% non lo era prima dell’emergenza Covid-19, oltre la metà (51%) utilizzava l’auto per recarsi al lavoro pre-emergenza e solo il 6,3% lo faceva con il bike sharing, mentre oggi questa percentuale è salita all’11% principalmente a danno del trasporto pubblico locale (che scende dal 33% pre-Covid all’11,9%).