Cinque milioni di italiani utilizzano già la sharing mobility

Terza Conferenza Nazionale: ecco l’Italia a “tutto sharing”

[27 Giugno 2019]

La terza Conferenza Nazionale sulla Sharing Mobility, organizzata dall’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility (nato da un’iniziativa dei ministeri dell’ambiente, delle Infrastrutture e Trasporti e della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile), in collaborazione con il Green City Network e in partnership con Deloitte, che ha presentato un’analisi industriale e sociale relativa agli scenari presenti e futuri della nuova mobilità, e con Nugo, l’app lanciata a giugno 2018 dal Gruppo FS Italiane che promuove il trasporto collettivo, integrato e sostenibile, ha fatto il punto sullo stato dell’ arte della sharing mobility italiana ed ha presentato il terzo Rapporto Nazionale sulla sharing mobility da quale emerge che  «I servizi di Sharing Mobility nelle città italiane sono in continua crescita: nel 2018 sono aumentati del 26% gli iscritti al Carsharing. Boom dello Scootersharing. Milano e Torino le città più “fornite” di Sharing Mobility, con evidenti vantaggi ambientali e di qualità della vita. Milano top per i noleggi di Carsharing con oltre 6000 in un anno. La sharing mobility può diventare il miglior alleato del trasporto pubblico».

Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha evidenziato che «La sharing mobility è uno degli strumenti attraverso cui stiamo attuando quella rivoluzione nei trasporti che ci siamo prefissati La filosofia della mobilità condivisa si sposa con quella di trasporti a basso impatto ambientale, con la riduzione del traffico e dunque il miglioramento dell’aria delle nostre città. Oltre che con una piena intermodalità negli spostamenti, che permette a tutti i cittadini, nel rispetto dell’equità sociale, di scegliere mezzi diversi, poco inquinanti, per il tragitto casa-scuola-lavoro. Questa filosofia è la nostra filosofia, e non ci stancheremo di lavorare affinché si affermi con forza in ogni angolo del nostro Paese, dalle periferie delle grandi città ai centri abitati più piccoli. Perché riteniamo che la sharing mobility possa migliorare la qualità della vita dei cittadini, promuovere la crescita economica, soprattutto a livello locale, e ridurre gli effetti negativi dell’attività dell’uomo sull’ambiente, contestualmente incrementando l’efficienza dei servizi e abbassando i costi per l’utenza».

L’Osservatorio sottolinea che «Continua inarrestabile la crescita della mobilità condivisa che coinvolge ormai oltre 5 milioni di italiani. Nel 2018 i servizi attivi in Italia (Carsharing, Scootersharing, Carpooling, Bikesharing, ecc.) sono 363, 14 in più dell’anno precedente, gli iscritti 5,2 milioni, un milione in più del 2017. Si sono registrati 33 milioni di spostamenti in sharing nel 2018, in media 60 al minuto, il doppio del 2015.

La Sharing Mobility sta diventando poi sempre più sostenibile con un aumento dei veicoli elettrici in condivisione, soprattutto grazie al boom dello Scootersharing (+285% dei noleggi in un anno). Una piccola contrazione si registra nel bikesharing con la chiusura di alcuni servizi e una riduzione del 9% delle bici “su strada”. popolarità di una mobilità che sta rivoluzionando il modo di spostarsi in città trova una conferma nei numeri assoluti: 7961 auto in car sharing (2126 elettriche) di cui 6787 free floating (l’auto che si preleva e si lascia ovunque) e 1174 station based (si preleva e lascia in appositi spazi); 2240 scooter in sharing, 90% elettrici; circa 36.000 bici offerte in bikesharing e 271 comuni in cui è attivo almeno un servizio di sharing mobility (57% al nord), con Milano e Torino che sono le città maggiormente “fornite” e Milano si conferma la città della Sharing Mobility».

Per Raimondo Orsini, coordinatore dell’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility, «I dati incoraggianti che oggi ha presentato il nostro Osservatorio confermano che la rivoluzione silenziosa della sharing mobility è in atto, E l’Italia è in linea con i migliori trend mondiali. Ora dobbiamo lavorare tutti insieme per portare molte altre città italiane ai livelli di Milano. Ad esempio Torino e Bologna hanno fatto passi da gigante ed anche nel centro sud sono fiorite esperienze molto interessanti. La sharing mobility è il miglior alleato del trasporto pubblico e offre un ventaglio di soluzioni innovative: auto e scooter elettrici, monopattini condivisi, car pooling, car sharing “peer to peer”, che servono a vincere la battaglia per la vivibilità e la qualità dell’aria nelle nostre città, la vera sfida di ogni sindaco. Questa rivoluzione va quindi sostenuta e incoraggiata a livello normativo e fiscale. I cittadini se lo aspettano».

Il ministro dell’ambiente Sergio Costa ha ricordato che  «Le nostre auto restano parcheggiate per il 92-95% del tempo, questo è il paradosso della motorizzazione privata di massa che porta a spreco di spazio pubblico, di risorse economiche e naturali – Più che di automobile oggi bisognerebbe parlare di “auto immobile”, perché la vediamo quasi sempre parcheggiata oppure ferma in coda nel traffico urbano. Le nuove generazioni hanno compreso quest’assurdità, abbracciando con entusiasmo la filosofia della sharing mobility come dimostrano i dati presentati oggi. Riappropriamoci degli spazi pubblici e dei tempi privati, condividendo il mezzo per spostarci».

Secondo l’analisi Deloitte, «Per 6 italiani su 10 la mobilità oggi è ancora una fonte di preoccupazione quotidiana, con impatti sia sulla sfera privata (per il 73% influenza il proprio tempo libero) sia sull’ambiente (79%). Nonostante l’auto privata rimanga tuttora il mezzo di trasporto più utilizzato dagli italiani (57%), più della metà (54%) aumenterà l’utilizzo dei nuovi servizi di mobilità nei prossimi 3 anni (anche se in logica complementare e non sostitutiva all’auto di proprietà – 69%), purché vi sia un’evoluzione dell’offerta lungo quattro direttrici: convenienza economica (richiesto da 9 italiani su 10), facilità di accesso al servizio (7 su 10), chiarezza dell’offerta (7 su 10 reputano i servizi ancora poco chiari, anche in riferimento a quelli più conosciuti – es. Carsharing, 1 su 2 non sa che è una formula pay-per-use) e riconoscibilità dell’operatore che fornisce il servizio (6 su 10 non conoscono offerte di mobilità di importanti operatori non tradizionali)».

Luigi Onorato, senior Partner, FSI innovation leader | Monitor Deloitte, conclude: «La mobilità attuale ha un impatto negativo sulla qualità della vita per oltre un 1 italiano su 2 e sulla sostenibilità ambientale per 8 su 10, rappresentando però, allo stesso tempo, un elemento chiave per il miglioramento della qualità dell’aria che respiriamo (per 9 su 10). – commenta – In questo contesto, le nuove forme di mobilità sono ampiamente conosciute, ma ancora ancora oggi poco utilizzate: ad esempio il Carsharing, è noto all’83% degli italiani, ma solo l’8% vi ricorre abitualmente. Tuttavia, oltre 1 italiano su 2 concorda nel dire che utilizzerà sempre di più le nuove forme di mobilità e 4 italiani su 5 non escludono la possibilità di acquistare da operatori tradizionalmente non legati al settore dei trasporti (ad esempio, più del 70% da imprese operanti nel settore energetico, assicurazioni e technology. In questo contesto, i clienti richiedono agli operatori di evolvere ulteriormente l’offerta, ad esempio, attraverso soluzioni economicamente convenienti (richiesto da 9 italiani su 10) e più chiare (7 su 10)».