Greenpeace, dagli anni ’90 l’Italia ha investito il 28% in più sulle strade che sulle ferrovie

«I Governi europei devono incentivare il trasporto ferroviario regionale grazie ai fondi che oggi favoriscono il trasporto stradale e aereo, molto più inquinante»

[19 Settembre 2023]

Arriva dal settore dei trasporti circa un terzo delle emissioni europee di gas serra, che sono aumentate del 15% fra il 1995 e il 2019 soprattutto a causa dei veicoli a benzina e diesel: una dinamica favorita dagli investimenti europei, che hanno preferito puntare sulle strade anziché sulle ferrovie.

È quanto emerge da una nuova analisi commissionata da Greenpeace Europa centro-orientale al Wuppertal Institut e al think tank T3, che non risparmia neanche l’Italia.

Dal 1995 al 2018 il nostro Paese ha infatti investito il 28% in più sulle strade che sulle ferrovie, spendendo rispettivamente 151 e 118 miliardi di euro. Inoltre, nonostante la lunghezza della rete ferroviaria italiana sia aumentata del 5% rispetto al 1995, soprattutto grazie agli investimenti sull’alta velocità, questo è avvenuto a discapito delle linee regionali. Dal 1995 sono state infatti chiuse 40 linee ferroviarie, per un totale di più di 1.800 chilometri. Queste linee, tuttavia, potrebbero essere in gran parte ripristinate con relativa facilità, dal momento che non sono state smantellate.

A livello europeo, invece, dal 1995 sono stati costruiti più di 30 mila chilometri di autostrade, con un aumento del 60%. Allo stesso tempo la rete ferroviaria si è ridotta del 6,5%, con una perdita complessiva di più di 15 mila chilometri di linee ferroviarie. Oltre 13 mila chilometri di linee ferroviarie, per lo più regionali, e quasi 2.600 fermate e stazioni di treni sono state chiuse in via temporanea o definitiva, penalizzando soprattutto chi vive nelle aree rurali.

«Negli ultimi tre decenni l’Europa ha sistematicamente ridotto la sua rete ferroviaria regionale e locale, destinando ingenti risorse alle strade per le auto – riassume Federico Spadini di Greenpeace Italia – con il risultato di incentivare il consumo di petrolio e aggravare la crisi climatica. Oggi ne subiamo tutte le conseguenze: le emissioni del trasporto su strada sono in aumento, mentre milioni di persone nelle aree periferiche, non avendo accesso a trasporti pubblici adeguati, sono costrette a possedere un’auto. Per garantire un futuro sostenibile ed equo, i governi europei devono incentivare il trasporto ferroviario regionale grazie ai fondi che oggi favoriscono il trasporto stradale e aereo, molto più inquinante».

In particolare, Greenpeace chiede ai governi europei – incluso quello italiano – di spostare i finanziamenti dalla strada alla ferrovia, di migliorare le condizioni delle infrastrutture ferroviarie, potenziando soprattutto quelle regionali, e di introdurre i “biglietti climatici” a prezzi accessibili per i treni e il trasporti pubblico.