L’inquinamento atmosferico in Italia uccide 24 volte di più degli incidenti stradali
Istat: diminuiscono i morti sulla strada ma non tra i ciclisti (+15,5%), mentre la vendita di biciclette elettriche e non è in forte aumento
[23 Luglio 2020]
L’Istituto nazionale di statistica (Istat), in collaborazione con Aci, ha diffuso oggi i dati aggiornati al 2019 sugli incidenti stradali in Italia, nel quale si documenta un trend in leggero miglioramento: nell’ultimo anno sono stati 172.183 gli incidenti stradali con lesioni nel nostro Paese, in lieve calo rispetto al 2018 (-0,2%), con 241.384 feriti (-0,6%) e 3.173 vittime (morti entro 30 giorni dall’evento). Questo significa che il numero dei morti sulle strade diminuisce rispetto al 2018 (-161, pari a -4,8%) e per il secondo anno consecutivo dopo l’aumento registrato nel 2017, attestandosi così sul livello minimo mai raggiunto nell’ultima decade.
Allargando lo sguardo al contesto continentale, l’Istat osserva che ogni milione di abitanti, nel 2019 si contano 48,1 morti per incidente stradale nella Ue28 e 52,6 nel nostro Paese, che rimane stabile al 16° posto della graduatoria europea. Rimane ancora molto dunque da poter migliorare.
Anche perché la nostra rete stradale, evidentemente, non è ancora granché sicura per le forme di mobilità più sostenibile, come quella su due ruote: nonostante la diminuzione generale degli incidenti stradali – e anche delle vittime tra pedoni (534, -12,7%) – risultano in aumento i ciclisti deceduti (253, +15,5%) e una crescita degli incidenti stradali che coinvolgono biciclette (+3,3%). Un andamento parallelo a quello che, fortunatamente, indica una sempre maggiore diffusione dell’uso del mezzo a due ruote per gli spostamenti, pari al 25% nel 2019, e all’aumento delle vendite di biciclette.
«La vendita di biciclette e biciclette elettriche, nel 2019 – snocciola l’Istat – è aumentata del 7% rispetto all’anno precedente grazie soprattutto alla diffusione di e-bike, cresciute del 13% (da 173mila a 195mila pezzi venduti) per un totale di 1,713 milioni di unità. Aumenta anche l’uso di altre forme di micromobilità elettrica, in particolare monopattini (si stima ce ne siano circa 100mila in uso in Italia) che, ai fini della circolazione stradale, sono stati equiparati alle biciclette (legge di Bilancio n.160 del 27 dicembre 2019 – comma 75)».
Occorre dunque tutelare maggiormente le forme di mobilità più sostenibile, anche perché il traffico stradale non provoca solo vittime dirette, ma contribuisce non poco a quelle legate all’inquinamento atmosferico, che sono ben di più.
Secondo l’ultimo report pubblicato nel merito dall’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), nonostante i miglioramenti registrati negli ultimi anni nella qualità dell’aria italiana, il nostro Paese continua infatti ad essere il primo in Europa per morti premature da biossido di azoto (NO2) con circa 14.600 vittime all’anno e ha il numero più alto di decessi per ozono (3.000) e il secondo per il particolato fine PM2,5 (58.600): questi tre inquinanti da soli provocano dunque 76.200 morti premature l’anno, ovvero 24 volte tante quelle dovute agli incidenti stradali.
In questo contesto il ruolo del traffico stradale rimane centrale: come documenta l’Ispra è, ad esempio, la prima fonte di emissione per gli ossidi di azoto (NOx). Questo, naturalmente, non significa che per un paradossale approccio al “principio di precauzione” si debbano chiudere le strade; quel che è necessario e possibile fare è puntare su forme di mobilità più sostenibile, accelerando il percorso già intrapreso negli ultimi anni. Tra il 1990 e il 2018, ad esempio, gli ossidi di azoto da traffico stradale sono diminuiti del 71%.
Ci guadagneremmo non “solo” in termini di singole vite salvate, ma anche come collettività. Basti osservare al proposito i dati elaborati da Istat in riferimento agli incidenti stradali: secondo i parametri indicati dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il loro costo sociale nel 2019, a valori costanti 2010, risulta pari a 16,9 miliardi di euro, l’1% del Pil nazionale, dai 21,4 miliardi del 2010 (-21% in 10 anni). Grazie alla diminuzione degli incidenti stradali, tra il 2011 e il 2019 sono state dunque risparmiate 6.035 vite umane mentre in termini economici si valutano oltre 9 miliardi di euro risparmiati per le sole vittime e 31,2 miliardi in totale.