Studiato l'impatto emissivo nelle città di Torino, Milano, Roma, Bologna, e Palermo

Mobilità elettrica, enormi riduzioni di inquinanti nell’aria: ecco le prove

Negli scenario al 2050, riduzioni di diossido di azoto fino al 90% e di aoltre il 30% per i Pm10

[6 Novembre 2020]

Diossido di azoto (NO2) ridotto drasticamente anche fino al 90%. Abbattimento molto significativo anche per le Pm10, intorno al 30%. E’ il migliore degli scenari dello studio firmato dall’Istituto per l’inquinamento atmosferico del Cnr in collaborazione con Motus-E, l’associazione per lo sviluppo della mobilità elettrica in Italia, per la valutazione della dispersione in atmosfera e della ricaduta al suolo degli inquinanti primari e il relativo impatto emissivo nelle città di Torino, Milano,  Roma, Bologna, e Palermo.

Ad esempio a Torino, negli scenari futuri assistiamo ad una netta riduzione del diossido di azoto (NO2) passando da una percentuale del 61% al 2025 fino ad arrivare ad una riduzione del 93% al 2030. Per il PM10, negli scenari futuri assistiamo ad una netta riduzione passando da una percentuale del 36% al 2025 fino ad arrivare ad una riduzione del 39% al 2030.

Anche a Roma si prospetta una netta riduzione delle concentrazioni medie orarie di NO2 che passa da una percentuale del 53% al 2025 fino ad arrivare ad una riduzione del 89% al 2030.  Bene anche per le PM10: da una percentuale del 36% al 2025 fino ad arrivare ad una riduzione del 42% al 2030.

A Milano la riduzione delle concentrazioni di diossido di azoto passa da una percentuale del 62% al 2025 fino ad arrivare ad una riduzione del 84% al 2030. Mentre per le PM10 si denota una riduzione delle concentrazioni, passando dallo scenario 2025 allo scenario 2030, rispettivamente del 36% e del 41%.

Lo studio – spiegano Cnr e Motus-E – esamina e confronta due scenari prospettici, rispettivamente al 2025 e al 2030, dell’attuale parco circolante di veicoli relativi variabilmente ai comparti del trasporto privato, della logistica dell’ultimo miglio e del trasporto pubblico locale su gomma delle sei città italiane oggetto di studio.

Lo scenario base è stato calcolato ricorrendo alla stima delle sole concentrazioni degli inquinanti PM10 e NO2 partendo dai flussi veicolari reali – relativi alle 24 ore, tenuto conto dei dati meteo di un giorno tipico feriale invernale – per determinare le emissioni per ogni arco stradale che compone la rete viaria cittadina, fornendo una stima del contributo del traffico dei veicoli nell’area in esame (non sono state considerate tutte le altre fonti di emissioni).

Gli scenari prevedono l’incremento della percentuale di penetrazione delle tecnologie ibride plug-in/elettriche sul parco veicolare circolante considerando contemporaneamente la riduzione delle percentuali relative alle tecnologie a combustione interna quali benzina e diesel.

Per Francesco Petracchini, Direttore del Cnr-Iia, “lo studio rimarca l’importanza dell’attività scientifica dell’Istituto a supporto delle pubbliche amministrazione per fornire elementi necessari per la comprensione dei benefici ambientali connessi all’utilizzo di tecnologie pulite. Nello specifico del progetto il Cnr-Iia ha valutato i miglioramenti della qualità dell’aria in ambito urbano prospettando diversi scenari di penetrazione della mobilità elettrica.”

«Con questo studio – dichiara il segretario generale di Motus-E Dino Marcozzi – grazie alla collaborazione del Cnr abbiamo un quadro ben preciso sui benefici ambientali dati alla mobilità elettrica nelle città italiane. Inoltre, le nostre stime sulla penetrazione dei veicoli elettrici fino al 2030 vedono un trend di crescita sempre più positivo riconfermando come la mobilità sostenibile a zero emissioni sia una concreta realtà da raggiungere per il benessere dell’ambiente e del nostro Paese.»