Mobilità urbana: boom delle due ruote ma attenzione dei Comuni italiani a singhiozzo
Focus2R: la fotografia delle politiche locali in favore di ciclisti e motociclisti in epoca Covid
[18 Gennaio 2022]
L’Associazione nazionale ciclo motociclo accessori di Confindustria (ANCMA) e Legambiente hanno presentato il sesto rapporto dell’Osservatorio Focus2R, elaborato da Ambiente Italia, f dal quale emerge che «Sale la disponibilità media di piste ciclabili in città (+ 65,5 km soltanto a Milano), cala il ricorso degli italiani al bike-sharing (-47% rispetto al 2019), a causa del lockdown e in parte della concorrenza dei nuovi servizi di monopattino-sharing, e cresce l’attenzione dei Comuni al miglioramento della sicurezza in bici, mentre per il 51% di essi quella legata ai motocicli non è ancora una priorità».
Nel 2020 (ultimo dato disponibile) sono state vendute oltre 2 milioni di biciclette. Rispetto al 2019, sono cresciute le bici tradizionali (+14%) con 1.730.000 unità vendute, mentre le eBike con 280mila unità hanno fanno segnare un robusto + 44%. Il 2020 ha inoltre confermato il negozio specializzato come punto di riferimento per i consumatori sul territorio: Confindustria ANCMA stima, infatti, che più del 70% dei 2 miliardi di euro di fatturato dell’intera rete di vendita durante il 2020 sia stato generato dalle realtà commerciali più di prossimità. Sempre secondo le prime valutazioni di ANCMA, nel 2021 il mercato si attesterebbe indicativamente sugli stessi volumi del 2020.
Per quanto riguarda le due ruote a motore, dopo un 2020 che ha chiuso con un significativo recupero dei volumi persi per le conseguenze della pandemia di Covid-19 (-5,5%), il mercato 2021 torna in positivo. Nel corso dell’anno, ciclomotori, scooter e moto hanno infatti registrato un aumento a doppia cifra con una performance del + 21,2%, pari a 289.067 veicoli: il mercato ha recuperato e superato i volumi del 2012, quando vennero venduti 255mila veicoli.
Unico segno negativo è quello che viene dai ciclomotori, che fanno registrare un calo del 4,7% e 18.835 veicoli venduti, per la prima volta (a parte l’anno anomalo del 2020) sotto le 20 mila unità. Importante la crescita degli scooter, che targano 151.153 mezzi, corrispondenti a un incremento del 21,3%; ancora più robusto il trend delle moto, con 119.079 veicoli immatricolati e una crescita complessiva del 26,4% sul 2020. Il dato più significativo appare tuttavia quello del confronto con il 2019, ultimo anno “normale” prima della pandemia: qui il mercato cresce complessivamente del 14,5%.
Torna in positivo anche il mercato degli elettrici dopo il passo falso del mese di novembre: dicembre ha targato, infatti, 835 veicoli facendo segnare un incremento del 5%. Il risultato del mese consente agli elettrici di chiudere in pari con il 2020 (+0,5%), immatricolando complessivamente 10.848 mezzi. Il confronto con il 2019 fa registrare un incremento dell’85,5%.
I risultati del monitoraggio sono il frutto di un questionario rivolto a 106 comuni e al quale hanno risposto 94 amministrazioni e confermano che, malgrado sia ancora profondo il divario tra Nord e Sud del Paese nelle misure messe in campo, c’è comunque una positiva e graduale ascesa dell’attenzione alla mobilità su due ruote nell’agenda politica delle città italiane. «Un interesse in rialzo – dicono ANCMA e Legambiente – che ha riguardato i principali indicatori del report, ma ancora non allineato al rinnovato protagonismo di biciclette e motocicli e alla loro crescente presenza in ambito urbano. Il mercato di riferimento descrive infatti un vero e proprio boom delle due ruote, con il settore bici che si avvia molto probabilmente a replicare il successo del 2020 con oltre 2 milioni di pezzi venduti e quello moto che segna un sorprendente + 21,2%, immatricolando quasi 290mila veicoli».
Il presidente di ANCMA, Paolo Magri, ha commentato: «Il lavoro del Focus2R ci consente ancora di accendere un riflettore sulle buone pratiche e soprattutto sulle zone d’ombra che interessano la pianificazione della mobilità urbana, nella speranza di innescare contaminazioni e condivisioni tra i Comuni. E lo fa in un momento contraddistinto da un grande desiderio di due ruote e da una nuova domanda di mobilità individuale, che rafforza ulteriormente il ruolo delle biciclette e dei motocicli, sottolineandone le peculiarità uniche come la fruibilità, la sostenibilità ambientale, e la velocità negli spostamenti. Le due ruote sono oggi una soluzione: tutti gli indicatori del report rendono urgente e necessaria da parte del legislatore e dei governi locali una maggiore attenzione in favore di questa mobilità e della sua integrazione con le altre soluzioni di trasporto».
Ecco i principali risultati del rapporto:
Biciclette – Ben 31 Comuni, anche per sopperire ai problemi di circolazione legati al Covid, hanno realizzato complessivamente 224,5 km di nuove piste ciclabili: la maggior parte delle amministrazioni locali intervistate ha introdotto più di 2 km di piste ciclabili, mentre 7 più di 10 km. La disponibilità media di piste ciclabili, ciclopedonali e zone con moderazione di velocità a 20 e 30 km/h sale anche nel 2020 e raggiunge 9,5 metri equivalenti (+25% rispetto al 2015, primo anno di rilevazione del Focus2R). Cresce anche il numero di Comuni in cui è consentito il trasporto di biciclette sui mezzi pubblici (52%), in lieve aumento rispetto al 2019 e in netta crescita rispetto al 31% del 2015.
Stabile invece il dato delle amministrazioni che hanno allestito postazioni di interscambio bici in tutte o almeno una stazione ferroviaria (74%), oppure presso scuole e università (80%), mentre cala la percentuale delle città dove sono disponibili punti di ricarica elettrici delle biciclette a pedalata assistita, che passa dal 38% del 2015 al 33% del 2020 (era il 35% nel 2019).
Come nel 2019, la maggior parte dei punti di ricarica si concentra in poche città, in particolare Trento e Padova che, insieme, contano quasi l’80% del totale, rispettivamente 320 e 312. In ogni caso, 13 comuni su 23 non superano i 5 punti di ricarica e soltanto 6 comuni ne hanno più di 10.
Per quanto riguarda infine il bike-sharing, il 54% dei comuni ha introdotto servizi di condivisione delle biciclette con una flotta complessiva di circa 35 mila mezzi. Tra le città con il maggior numero di prelievi troviamo Milano, Brescia, Firenze, Torino e Bologna, tutte sotto il milione di prelievi annui, tranne Milano che registra 4.3 milioni di prelievi nel 2020. Il numero di prelievi totali annui diminuisce del 47% rispetto al 2019, così come la percorrenza totale che scende del 51% rispetto al 2019.
Motocicli – La media di moto ogni 100 abitanti si attesta sulle 13 unità, in crescita rispetto al 2019. In aumento anche il numero di città in cui è consentito l’accesso alle corsie riservate ai mezzi pubblici, ma rimane una possibilità limitata: nell’84% delle Comuni intervistati non è infatti ancora permesso. Preponderante invece il numero di città che consentono il libero accesso alle ZTL (56%), mentre resta critica la situazione dei parcheggi: un Comune su tre dedica alle due ruote una percentuale di stalli non superiore al 5%. Anche a seguito dell’andamento positivo del mercato, migliora la percentuale di città dove sono disponibili punti di ricarica dei veicoli elettrici, passando dal 42% del 2015 al 56% del 2019 e al 62% nel 2020, mentre il numero dei punti di ricarica è più che raddoppiato andando da 801 nel 2019 a 2.602 punti di ricarica nel 2020. Luci e ombre sulla sicurezza: a fronte di una diminuzione del numero di incidenti e dei decessi sulle strade italiane, preoccupa ancora la percezione dei Comuni sul tema. Nei due principali strumenti di pianificazione della mobilità urbana (PUM e PGTU) la sicurezza non è infatti considerata una priorità dal 51%. Fanno sperare invece i municipi che dichiarano di avere installato i guard-rail dotati di protezioni a tutela dell’incolumità dei motociclisti, che passano dal 17% del 2015 al 28% nel 2020, mentre un altro 25% dichiara di volerli ampliare o utilizzare in futuro. Nel 2020 lo sharing di moto/scooter elettrici, è disponibile in 9 Comuni (Brescia, Genova, Grosseto, Firenze, Milano, Lecce, Rimini, Roma e Torino): due in più rispetto al 2019 e 5 in più rispetto al 2015. Seppur limitato a poche città, il numero complessivo di veicoli comincia ad avere una certa consistenza con 4.532 unità a Milano, circa il doppio rispetto all’anno precedente (2.360), 1.000 a Rimini, 580 a Torino, 560 a Roma e 100 a Genova e Firenze.
La presentazione del sesto ha ospitato un intervento sul futuro della mobilità su due ruote in ambito urbano tenuto da Antonio Furlanetto, CEO di Skopìa, start up dell’università di Trento, che fornisce consulenze strategiche e analisi dei cambiamenti, ma soprattutto ricerca applicata per la pubblica amministrazione e le imprese basata sulle scienze dell’anticipazione. Dal lavoro di Skopìa emergono scenari molto favorevoli per le due ruote: «Alla luce delle sfide ambientali e urbanistiche e dei cambi di paradigma in atto – ha sottolineato Furlanetto – si delineano infatti nuovi scenari che definiscono nuovi modi di concepire le nostre Città, restituendo il tessuto urbanistico originale alla fruizione dei cittadini, intesi prima di tutto come pedoni e utenti di mobilità leggera. Possiamo permetterci di affermare che il futuro è molto più favorevole a “città felici” piuttosto che smart e a città dove si punta a minimizzare la mobilità necessaria prima ancora che renderla necessariamente sostenibile. Con questa premessa di novità e innovazione le due ruote diventano le soluzioni più immediate ed efficaci per avere città in cui la qualità della vita aumenta sensibilmente».
Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, conclude: «In un anno particolarmente difficile per la pandemia, emerge dal report un Paese che si muove e cerca di farlo in modo sempre più sicuro e sostenibile. Soprattutto la crescita dei numeri legati alle bici ci fa guardare in positivo al futuro dei sistemi di mobilità nelle nostre città. Nell’ambito del PNRR si apre ora la possibilità di concretizzare davvero una inversione di rotta attraverso i bandi pubblicati dai ministeri per l’assegnazione di risorse da destinare, tra le altre cose, anche alla nuova mobilità. Sarà essenziale in questa fase sia la capacità degli uffici tecnici delle città di presentare progetti adeguati, ma anche l’affiancamento da parte di strutture tecniche pubbliche centrali che sopperiscano alle croniche mancanze troppo spesso evidenziate da buona parte dei comuni. Tutto questo va fatto con un occhio particolarmente attento alla sicurezza stradale e agli utenti più deboli della strada che ancora oggi, ci dicono sempre i numeri, pagano il prezzo più alto in termini di vite umane e salute per un modello sbagliato e ormai insostenibile di vivere le nostre città».