Rispunta il Ponte sullo stretto. Realacci: «Solo nei film fantasy si resuscitano i dinosauri»
SEL: «Ma Renzi lo sa?» Legambiente: «Basta inseguire inutili chimere»
[30 Settembre 2015]
C’è chi subito ha pensato ad una delle bufale che infestano Facebook, poi ad un equivoco, fino a che non è arrivata l’autorevole rivendicazione del ministro degli interni Angelino Alfano: «Alla Camera il sì dalla maggioranza e dal governo alla nostra mozione sul Ponte sullo stretto. Il mezzogiorno riparte, un altro successo». Oggi, intervenendo ad Agorà Alfano ha ribadito: «Abbiamo fatto una battaglia per rimettere in agenda il ponte e vuol dire che il governo finalmente svolta al sud: con il ponte realizzeremo una grande opera che darà un grande aiuto economico al sud, è la grande incompiuta psicologica del nostro paese».
Sta provocando una bella confusione la mozione presentata dal Nuovo Centro-destra ed approvata dalla Camera che di fatto impegna il governo a valutare una ferrovia come nuovo ponte sullo stretto. Il sottosegretario alle infrastrutture e trasporti, Umberto Del Basso De Caro, aveva cercato subito di buttare acqua sul fuoco annunciando che «Sulla mozione Occhiuto ed altri, il Governo esprime parere favorevole, a condizione che l’ultimo paragrafo del dispositivo, relativo al ponte sullo Stretto di Messina, venga espunto, poiché trattasi di un intervento che non è presente nell’agenda del Governo e la cui complessità richiederebbe uno specifico approfondimento, che può tranquillamente essere rimandato ad altro momento». Oggi Del Basso De Caro ha precisato: «Ieri sono state presentate 8 mozioni, su 4 il governo ha espresso un parere favorevole tout court, sulle altre 4 parere favorevole ma tranne per la parte sul ponte sullo Stretto perché l’opera non è nell’agenda del governo, quindi la discussione non è matura». Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, sembra molto infastidito dalla piega che sta prendendo la vicenda e ha subito cercare di mettere fine ad una discussione che ha già toni paradossali: «Non abbiamo pregiudizi, ma il dossier non è sul tavolo». Ma alla fine, tavolo o non tavolo, l’ipotesi di “ponticello” di Messina, anche se ferroviario, è venuta fuori.
Lapidario il commento del Presidente della Commissione ambiente della Camera Ermete Realacci (PD): «Ponte sullo Stretto? Solo nei film fantasy si resuscitano i dinosauri».
Meno propenso a minimizzare quanto successo alla Camera è Arturo Scotto, di Sinistra Ecologia e Libertà, che spiega: «Con un colpo di scena degno di un thriller il governo cambia idea e per tenersi buono l’alleato dell’NCD apre alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, anche se ad uso ferroviario. Invece di impegnarsi per finire la Salerno Reggio Calabria e per ammodernare il sistema viario calabrese, preferisce assecondare il ministro dell’Interno Alfano, e il suo partito l’NCD, sponsor di questa opera inutile per lo sviluppo del Mezzogiorno. Siamo alla farsa e alla presa in giro degli italiani. Ma Renzi lo sa? Solo pochi mesi fa dopo una nostra denuncia l’allora ministro Lupi ci disse che i fondi per il Ponte sullo Stretto non c’erano. Ora il Nuovo Centro Destra e il ministro Alfano per raccattare qualche voto tornano alla carica e il governo gli va dietro. Sinistra Ecologia Libertà è contraria alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina e si opporrà alla costruzione di questa opera assolutamente inutile. Per tenere Alfano in vita il governo butta al macero decenni di battaglia per l’ambiente e la legalità».
Ma Renzi lo sapeva? A quanto pare no. Alfano, rispondendo ad una domanda del conduttore di Agorà, ha detto: «Se ne ho parlato con Renzi? In Parlamento la maggioranza ha detto sì: noi siamo parte di questa maggioranza, quindi stavolta ci siamo” insiste parlando delle potenzialità economiche e dei posti di lavoro che il ponte potrebbe offrire».
All’attacco anche i deputati del Movimento 5 Stelle delle commissioni trasporti e mbiente della Camera: «Smentendo lo stesso ministro delle Infrastrutture Delrio, il governo cambia idea e, subendo l’eterna campagna elettorale di Alfano, in Aula ha appena affermato di voler riconsiderare il progetto del Ponte sullo Stretto. Ma come: non era il governo della manutenzione e non delle grandi opere? Del mettere prima in sicurezza? Contrariamente a ogni considerazione razionale e logica ritorna in auge un progetto inutile e dispendioso, voluto dal ministro Alfano che – a questo punto è chiaro – detta l’agenda del governo. Il sottosegretario alle infrastrutture De Caro ha pure concesso che faranno una “rigorosa analisi del rapporto costi-benefici”. Una concessione insomma. Noi del M5S diciamo no a un’opera inutile: prima di passare lo Stretto e considerare un’opera faraonica come il Ponte un’infrastruttura ferroviaria, bisognerebbe poterci arrivare in sicurezza, a Reggio Calabria, e viaggiare con altrettanto sicurezza in Sicilia. Dove ci sono strade che crollano, ponti che si sbriciolano, e treni regionali inesistenti». E il M5S si rivolge direttamente a Delrio, che ieri era all’Ansaldo in Sicilia: «Vedremo se avrà il coraggio di spiegare questa inversione di rotta ai cittadini siciliani per i quali spostarsi all’interno della loro stessa regione è un incubo quotidiano».
Depositatosi il primo polverone mediatico e politico, interviene anche Legambiente con il suo vicepresidente Edoardo Zanchini he si chiede: «Come e si può parlare del ponte sullo Stretto come di “una grande opera che darà una grande svolta al sud, un volano per creare un indotto straordinario e tanti posti di lavoro” quando in Sicilia la velocità media sulla rete ferroviaria è ancora di 24 km/h, viaggiano treni vecchissimi e solo metà delle tratte è elettrificata? Non è certo lo Stretto di Messina il collo di bottiglia dei trasporti tra la Sicilia e la Penisola. Piuttosto il Parlamento si impegni a trovare le risorse per mettere mano, subito e in maniera lungimirante, a tutta la mobilità del sud: al potenziamento dei collegamenti tra Catania, Messina e Palermo, a quelli di Reggio Calabria con Taranto e Bari, all’acquisto di treni come quelli che i pendolari invidiano al resto d’Italia, fino all’adeguamento di linee vecchissime come la Palermo-Agrigento e la Ragusa-Catania».
Secondo Legambiente un vero progetto per il rilancio del Mezzogiorno dovrebbe oggi partire dalle città portuali, «Perché da Messina a Palermo, da Trapani a Catania, da Villa San Giovanni a Gioia Tauro e Taranto, il problema per lo sviluppo di un efficiente trasporto merci integrato sta nei collegamenti tra porti e rete ferroviaria – dice Zanchini – .Senza dimenticare lo stato di degrado della rete stradale in Sicilia e Calabria, per cui diventa persino incredibile ascoltare promesse sul Ponte sullo Stretto quando è ancora chiusa l’autostrada tra Palermo e Catania per un crollo dovuto al dissesto idrogeologico e continuano i ritardi sulla Jonica e sulla Salerno-Reggio Calabria. Questi sì, sarebbero interventi utili e un modo concreto di promuovere nuova occupazione e sviluppo nel meridione».