Trasformare la mobilità urbana in Italia con eBike ed eCargobike

Dati incoraggianti da un nuovo studio che analizza le potenzialità economiche, sociali e ambientali

[1 Giugno 2023]

Lo studio “Trasformare la mobilità urbana: l’opportunità per da eBike e eCargobike”, realizzato da Decisio per Bosch eBike Systems,  parte da un paradosso della mobilità in Italia messo in evidenza dal 19esimo Rapporto sulla mobilità degli italiani di ISFORT del 2022: «Percorriamo distanze molto brevi, ma ci spostiamo poco a piedi e ancora meno in bicicletta. Quasi l’80% degli spostamenti che compiamo per andare al lavoro, a scuola, a fare la spesa, a prendere i bambini è inferiore ai 10 km. Quasi il 30% è più breve di 2 km. Nonostante questo, usiamo la macchina in quasi due spostamenti su tre, e la bicicletta in meno del 5% dei casi».

Ma cosa succederebbe se questo potenziale inespresso venisse invece sfruttato? La nuova ricerca Decisio –  Bosch eBike Systems riguarda la bicicletta a pedalata assistita e il suo potenziale di trasformazione della mobilità urbana anche dal punto di vista degli impatti economici, sociali ed ambientali. Infatti, come emerge dal rapporto, «Già oggi la eBike può soddisfare una gran parte della mobilità quotidiana degli italiani, anche perché rispetto alla “bici muscolare” presenta molti vantaggi: il motore elettrico facilita l’utilizzo per tutti gli spostamenti quotidiani; grazie alla pedalata assistita muoversi in bicicletta diventa possibile ovunque, non solo in pianura, e per chiunque indipendentemente dall’età e dalle condizioni fisiche; l’infrastruttura di ricarica è già qui, perché basta una presa domestica per ricaricare la batteria che si sfila dalla bici e si porta a casa o in ufficio; anche quando si devono trasportare carichi pesanti o accompagnare i bambini, le biciclette elettriche da carico, dette eCargobike, sono ideali per qualsiasi ambito urbano e si stanno diffondendo velocemente in tutta Europa».

Questi vantaggi hanno un costo: il consumo di energia, e quindi un impatto ambientale maggiore rispetto alla bici muscolare. Ma, visto che la eBike può sostituire molti spostamenti fatti in auto, il rapporto confronta anchew queste due tipologie di mobilità e ne viene fuori che «Considerando l’intero ciclo di vita del mezzo (e quindi produzione e smaltimento di batterie e componenti, oltre che il consumo di energia per il suo utilizzo), la eBike emette 8-10 volte meno CO2 di un’automobile a benzina, e 5-6 volte meno di un’auto elettrica a parità di chilometri percorsi».

Poi, la ricerca esamina l’impatto economico della eBike su tre livelli: privato o micro-economico, macro-economico e socio-economico collettivo e sottolinea che «Da un punto di vista privato, una famiglia con due automobili arriva a spendere, in 60 anni, oltre 370mila euro per il loro acquisto e mantenimento. Se una delle due auto fosse sostituita con una eBike o una eCargobike la famiglia risparmierebbe oltre 150mila euro nel corso di una vita».

Da un punto di vista macro-economico, in termini di crescita del PIL e di creazione di posti di lavoro, lo studio ricorda che «Il settore della eBike è caratterizzato da un importante fenomeno di “reShoring”, ossia il ritorno in Italia e in Europa della produzione di componentistica e di assemblaggio. Già oggi il 50% del valore economico di una eBike venduta in Europa è prodotto nel continente (4), e le proiezioni sono incoraggianti: la produzione di 2,8 milioni di biciclette all’anno farà ritorno in Europa, e il valore della produzione di eBike sul continente crescerà fino a 6 miliardi di euro entro il 2025».

Per quanto riguarda gli impatti socio-economici sulla collettività di un maggior utilizzo della eBike in sostituzione di alcuni spostamenti fatti in automobile, lo studio fa notare che «Non c’è solo la già citata riduzione delle emissioni di CO2: anche l’impatto positivo sulla salute grazie all’aumento di attività fisica è significativo, e l’effetto “negativo” dell’assistenza elettrica (che quindi fa compiere meno sforzo a parità di chilometri percorsi rispetto alla bicicletta muscolare) è in gran parte controbilanciato dal fatto che chi possiede una eBike percorre in media più chilometri. Pure il traffico nell’ora di punta ne gioverebbe: se tante persone usano la bici invece che l’automobile, coloro che invece non hanno alternative e devono usare l’automobile troveranno strade più libere e più scorrevoli. Ne è prova il fatto che nelle 5 città più trafficate d’Italia la velocità media in ora di punta è inferiore a 25 km/h; nelle analoghe 5 città più trafficate dei Paesi Bassi, in cui la bicicletta è protagonista, la velocità del traffico motorizzato nell’ora di punta è superiore ai 40 km/h».

Dalla ricerca arriva la conferma che la dicotomia “auto contro bici”, che porta a pensare che promuovere l’uso della bicicletta vada a discapito di chi invece vuole o deve spostarsi in automobile, è in realtà fittizia: «Promuovere l’uso della eBike e della eCargobike, secondo i dati riportati, può ridurre gli impatti negativi del sistema di mobilità attuale e rendere più facili tanto gli spostamenti in bicicletta quanto quelli compiuti in automobile».

Nel documento, Decisio riporta un caso studio o che riguarda la bicicletta come mezzo per le consegne e la logistica di prossimità in ambito urbano, prendendo in esame l’attività di Urban Bike Messenger, azienda milanese di servizi di consegna in bici alla quale Bosch eBike ha fornito in via sperimentale una flotta di eCargobike. Il risultato è che: «Anche se si potrebbe pensare che una consegna in bicicletta sia più lenta e complessa di una consegna in furgone, l’esperienza di Urban Bike Messengers a Milano ha raccolto dati che dimostrano il contrario: la eCargobike “batte” il furgone sia in termini di velocità di consegna che di costi complessivi per ogni pacco consegnato. Inoltre, le consegne in bici dell’ultimo anno di UBM hanno evitato l’emissione di 44 tonnellate di CO2».

In conclusione, lo studio conferma che «eBike e eCargobike possono rappresentare un’opportunità per le imprese e le famiglie italiane, che beneficerebbero di una mobilità più economica ed egualitaria e di una migliore qualità della vita, riducendo il traffico, la sedentarietà, l’inquinamento locale e molti dei problemi che affliggono le nostre città».