Costruito in Etiopia il primo inceneritore – termovalorizzatore dell’Africa (VIDEO)
Brucerà l’80% dei rifiuti di Addis Abeba e produrrà il 30% del suo fabbisogno di elettricità
[29 Novembre 2017]
Per mezzo secolo l’enorme discarica a cielo aperto di Koshe è stato l’unico posto dove conferire i rifiuti di Addis Abeba che intanto si gonfiava di popolazione e si estendeva fino a diventare una megalopoli che ormai confina con Koshe che è diventata parte integrante del suo paesaggio urbano-
La discarica occupa una superficie equivalente a 36 campi di calcio e attrae centinaia di raccoglitori di rifiuti che traggono da questo inferno i loro mezzi di sussistenza. A marzo di quest’anno una frana della spazzatura accumulata nella discarica ha fatto 114 morti e il governo ha dichiarato 3 giorni di lutto nazionale.
Ora, secondo quanto annunciato dall’United Nations environment programme (Unep) un nuovo inceneritore di rifiuti – termovalorizzatore «dovrebbe trasformare il sito e rivoluzionare l’approccio adottato dalla città in materia di gestione dei rifiuti. L’impianto, che deve entrare in servizio il prossimo gennaio, brucerà 1.400 tonnellate di rifiuti al giorno – cioè circa l’80% dei rifiuti della città – fornendo allo stesso tempo alla città di Addis Abeba il 30% del suo fabbisogno di elettricità e rispettando le norme europee in materia di emissioni atmosferiche».
L’inceneritore dei rifiuti della capitale etiope è stato costruito grazie a una partnership tra il governo etiope e un consorzio internazionale di imprese, ed è il primo del genere in Africa.
Il rappresentante permanente dell’Etiopia all’Unep a Nairobi, Zerubabel Getachew, spiega che «Il progetto Reppie è solo un elemento della più ampia strategia etiopica per lottare contro l’inquinamento e adottare le energie rinnovabili in tutti i settori dell’economia». Molti ambientalisti occidentali storceranno il naso di fronte alla definizione dell’incenerimento dei rifiuti come “energia rinnovabil2, ma Getachew continua: «Speriamo che Reppie servirà da modello ad altri Paesi della regione e di tutto il mondo».
Anche l’Unep è d’accordo e spiega: «Negli impianti di incenerimento dei rifiuti a valorizzazione energetica, i rifiuti sono bruciati in una camera di combustione. Il calore che ne risulta è utilizzato per far bollure l’acqua che si trasforma in vapore e aziona un generatore a turbina che produce elettricità. Nelle città dove la terra è rara, l’incenerimento di rifiuti a valorizzazione energetica ha 4 vantaggi: permette di risparmiare degli spazi preziosi, produce elettricità, impedisce la liberazione di prodotti chimici tossici nelle acque sotterranee e riduce il rilascio di metano – un potente gas serra generato nelle discariche – nell’atmosfera».
Nonostante in Italia non goda certo di buona fama, l’Unep ricorda che l’incenerimento dei rifiuti è molto diffuso in Europa (cosa che lo fa apparire molto ambito ai Paesi africani) che smaltisce così circa un quarto dei suoi rifiuti. Nella sola Francia ci sono 126 termovalorizzatori, in Germania 121 e in Italia 40.
Proprio come gli inceneritori europei, l’impianto etiope di Rippe funziona secondo i limiti di emissioni fissati dall’Unione europea e ha adottato una moderna tecnologia di trattamento dei gas di combustione per ridurre al massimo l’emissione di metalli pesanti e di diossine.
Si tratta di un progetto frutto della partnership tra il governo etiope e un consorzio internazionale formato da Cambridge Industries Limited (Singapore), China National Electric Engineering e Ramboll, une sicietà di ingegneria danese. Il consorzio è stato creato appositamente per progettare, costruire e in alcuni casi possedere degli impianti di trattamento e termovalorizzazione dei rifiuti adatti all’Africa sub sahariana e quello di Reppie è il primo sito realizzato dal Consorzio di una serie di impianti di questo tipo che dovrebbero essere realizzati in tutte le grandi città dell’Africa orientale.
L’Unep è molto interessato al progetto perché l’inquinamento sarà il tema della sua Assemblea del 2017 che si terrà dal 4 al 6 dicembre a Nairobi, la capitale del Kenya.