L'operazione è gestista dalla società norvegese Geminor e prevede (per ora) il trasporto totale di 30mila tonnellate
Ecoballe di Napoli, fin che la chiatta va… lasciala andare, nei termovalorizzatori in Olanda
3000 tonnellate di combustibile derivato da rifiuti sono state caricate dal capoluogo partenopeo e spedite al porto di Delfzijl
[8 Settembre 2020]
Fin che la chiatta va… lasciala andare. E se è piena di ecoballe la colpa – o il merito a secondo dei punti di vista, ma non è certo il nostro – è del fatto che in Italia non c’è una dotazione impiantistica adeguata per trattare questi rifiuti. O almeno non così tanti, perché stiamo parlando delle famose ecoballe di Napoli, ferme dal 2000 nel capoluogo partenopeo. La notizia è appunto che nei giorni scorsi 3000 tonnellate di combustibile derivato da questi rifiuti sono stati caricati a Napoli e spediti al porto olandese di Delfzijl. Questa – si legge in una nota di Geminor, società di gestione dei rifiuti norvegese con sedi in gran parte d’Europa – è la prima spedizione di CDR tra Italia e Paesi Bassi condotta dalla stessa azienda e rappresenta “l’inizio di un contratto di gestione dei rifiuti da 30.000 tonnellate”.
Almeno 10 viaggi, quindi, per un’esportazione di rifiuti regionali che, prosegue la nota, “contribuisce a risolvere le continue sfide di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, che dura dall’inizio degli anni 2000”. Secondo quanto scrive Geminor, ci sarebbero “oltre 5 milioni di tonnellate di rifiuti che vengono stoccati nella regione Campani”, un dato che torna con quelli in nostro possesso, che parlano di circa 6 milioni. Questi rifiuti – aggiungono – “vengono ora spediti come CDR e utilizzati per il recupero energetico”. Che significa termovalorizzati in un inceneritore (o appunto termovalorizzatore). I nostri rifiuti quindi, prendono il mare e vanno a bruciare all’estero, perché sul territorio campano è sì attivo l’inceneritore di Acerra, che funziona peraltro bene, ma evidentemente non basta, infatti quattro anni fa il ministero dell’ambiente suggeriva la necessità di costruirne un altro, che però non è stato mai realizzato naturalmente.
In collaborazione con le società italiane di smaltimento dei rifiuti, le ecoballe vengono ora trattate in loco e inviate per il corretto recupero negli impianti di incenerimento olandesi e scandinavi. “Invece di rimanere un grave problema di stoccaggio – afferma Michele Benvenuti, senior account manager presso Geminor in Italia –, i rifiuti verranno ora utilizzati per generare energia, vapore e teleriscaldamento”.
Detto che è meglio inviarli comunque in un Paese che sia in grado di trattarli al meglio rispetto a destinazioni più “esotiche” ma assai più precarie dal punto di vista dei controlli ambientali, va ricordato che l’export di rifiuti è un’operazione comunque costosa, non solo sotto il profilo ambientale – si pensi anche all’inquinamento legato ai mezzi per il trasporto transfrontaliero di decine di migliaia di tonnellate di rifiuti –, ma naturalmente anche economico. Come spiegato nel maggio 2016 (!) dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, per iniziare la rimozione delle ecoballe nella legge di Stabilità venne prevista una cifra pari a 450 milioni di euro.