Economia circolare: nuove norme Ue per la riduzione degli sprechi alimentari e tessili
Obiettivi più ambiziosi per il 2030 per ridurre gli sprechi alimentari e riciclare i rifiuti tessili
[16 Febbraio 2024]
Ogni anno nell’Unione europea vengono prodotti 60 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari (131 kg a persona) e 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili. Solo abbigliamento e calzature rappresentano 5,2 milioni di tonnellate di rifiuti, equivalenti a 12 kg di rifiuti pro capite ogni anno. Si stima che meno dell’1% di tutti i prodotti tessili nel mondo vengano riciclati in nuovi prodotti.
Partendo da questa situazione, la commissione per l’ambiente del Parlamento europeo ha adottato, con 72 voti favorevoli, nessuno contrario e tre astensioni, la posizione sulla proposta di revisione della direttiva quadro sui rifiuti e le sue proposte per prevenire e ridurre meglio i rifiuti alimentari e tessili in tutta l’Ue.
La relatrice, la polacca Anna Zalewska di Prawo i Sprawiedliwość che aderisce all’ECR cin Fratelli d’Italia ha sottolineato: «Forniamo soluzioni mirate per ridurre gli sprechi alimentari, come promuovere frutta e verdura “brutte”, tenere d’occhio le pratiche di mercato sleali, chiarire la data di etichettatura e donare alimenti invenduti ma consumabili. Per i tessili, colmiamo le lacune includendo anche i prodotti non casalinghi, tappeti e materassi, nonché la vendita tramite piattaforme online. Chiediamo inoltre un obiettivo di riduzione dei rifiuti tessili, con un controllo sull’esportazione dei tessili usati.Migliori infrastrutture per aumentare la raccolta differenziata dovrebbe essere integrata da una raccolta differenziata più efficiente dei rifiuti urbani, in modo che gli elementi che possono essere riciclati vengano estratti prima di essere inviati all’inceneritore o alla discarica».
Gli eurodeputati vogliono «Aumentare gli obiettivi vincolanti di riduzione dei rifiuti proposti dalla Commissione ad almeno il 20% nella trasformazione e produzione alimentare (invece del 10%) e al 40% pro capite nella vendita al dettaglio, nei ristoranti, nei servizi di ristorazione e nelle famiglie (invece del 30%). , rispetto alla media annuale generata tra il 2020 e il 2022z.
I Paesi Ue dovrebbero garantire che questi obiettivi siano raggiunti a livello nazionale entro il 31 dicembre 2030.
Inoltre, i deputati europei vogliono che la Commissione Ue valuti la possibilità e presenti proposte legislative adeguate per introdurre obiettivi più elevati per il 2035 (almeno 30% e 50% rispettivamente).
Le nuove norme, adottate dai deputati, istituirebbero regimi di responsabilità estesa del produttore (EPR), in base alle quali gli operatori economici che immettono i prodotti tessili sul mercato dell’Ue coprirebbero i costi per la loro raccolta differenziata, cernita e riciclaggio. Gli Stati membri dovrebbero istituire questi regimi 18 mesi dopo l’entrata in vigore della direttiva (rispetto ai 30 mesi proposti dalla Commissione). Parallelamente, i Paesi Ue dovrebbero garantire, entro il 1° gennaio 2025, la raccolta separata dei tessili per il riutilizzo, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio. Queste norme riguarderebbero prodotti tessili come abbigliamento e accessori, coperte, biancheria da letto, tende, cappelli, calzature, materassi e tappeti, compresi i prodotti che contengono materiali tessili come pelle, cuoio ricostituito, gomma o plastica.
La posizione verrà votata nella sessione plenaria del Parlamento europeo di ma il dossier sarà seguito dal nuovo Parlamento dopo le elezioni europee del 6-9 giugno.