Gli uccelli dei fiumi ingeriscono centinaia di frammenti di plastica al giorno

I merli acquaioli assumono le microplastiche insieme agli insetti che catturano e le danno anche ai loro pulcini

[22 Maggio 2020]

Secondo il nuovo studio “Food-web transfer of plastics to an apex riverine predator”, pubblicato su Global Change Biology da un team di ricercatori delle università di Cardiff e Newcastle in collaborazione con i Greenpeace Research Laboratories dell’università di Exeter, gli uccelli che vivono lungo le rive dei fiumi stanno ingerendo centinaia di piccoli frammenti di plastica al giorno.

Il team di ricercatori britannici dice che «Questa è la prima chiara evidenza che gli inquinanti plastici nei fiumi si stanno facendo strada nella fauna selvatica e stanno risalendo la catena alimentare».

E’ noto che microplastiche di almeno 5 mm, compresi poliestere, polipropilene e nylon, inquinano i fiumi, ma gli impatti sulla fauna selvatica non sono chiari. Il team di ricercatori hanno esaminato gli inquinanti plastici trovati nel merlo acquaiolo eurasiatico o merlo acquaiolo golabianca (Cinclus cinclus) che si tuffa in torrenti e fiumi alla ricerca di insetti acquatici». Uno degli autori dello studio, Steve Ormerod del Water Research Institute dell’università di Cardiff, spiega a BBC News che «Questi uccelli iconici, i merli acquaioli,  ingeriscono ogni giorno centinaia di pezzi di plastica. Stanno anche dando da mangiare questo materiale ai loro pulcini».

Ricerche precedenti avevano dimostrato che metà degli insetti che vivono nei corsi d’acqua del Galles meridionale contengono frammenti di microplastica e i ricercatori evidenziano che si tratta delle prime prove che rivelano che «Ora la plastica viene trasferita attraverso le reti alimentari di acqua dolce e tra i passeriformi adulti e la loro prole, questi dati sottolineano la necessità di valutare le potenziali conseguenze ecotossicologiche dell’aumento dell’inquinamento da plastica».

Un altro autore dello studio, Joseph D’Souza, anche lui della Cardiff University, sottolinea che «Il fatto che così tanti insetti fluviali siano contaminati rende inevitabile che pesci, uccelli e altri predatori catturino queste prede inquinate, ma questa è la prima volta che questo tipo di trasferimento attraverso le reti alimentari viene mostrato chiaramente in animali che vivono liberamente in un fiume».

l team di ricerca ha esaminato escrementi e boli rigurgitati di merli acquaioli che vivono vicino a fiumi che vanno da Brecon Beacons a Severn Estuary e, in 14 dei 15 siti studiati, hanno scoperto frammenti di microplastica in circa la metà dei 166 campioni prelevati da adulti e nidiacei, con le maggiori concentrazioni nelle aree urbane. Per la maggior parte si trattava di fibre tessili o materiali da costruzione. I calcoli fatti dallo studio suggeriscono che i merli acquaioli, mangiando gli insetti, stanno ingerendo anche circa 200 minuscoli frammenti di plastica al giorno.

E’ un altro preoccupante campanello d’allarme  dopo che studi precedenti hanno dimostrato che le microplastiche sono presenti anche nelle profondità oceaniche e che stanno risalendo la catena alimentare fino a raggiungere granchi, foce, delfini, balene e uccelli marini.  E era improbabile che il fenomeno non riguardasse anche la fauna d’acqua dolce, visto che i fiumi sono la principale strata attraverso la quale le microplastiche prodotte a terra, come fibre sintetiche per abbigliamento, polvere di pneumatici e altri frammenti di rifiuti di plastica, raggiungono il mare.