In un anno prodotte 53,6 milioni di tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici: quanto la muraglia cinese

Uno spreco di risorse, ambiente ed economico insostenibile. Adeguatamente trattato e riciclato solo il 17,4% dei RAEE

[14 Ottobre 2021]

In occasione dell’International E-Waste Day 2021, i principali esperti e le organizzazioni che fanno parte del il WEEE Forum (waste electrical and electronic equipment – WEEE) chiedono alle famiglie, alle imprese e ai governi di «Sostenere gli sforzi per portare più prodotti plug-in o a batteria esauriti  o inutilizzati in strutture in cui possono essere riparati o riciclati per recuperare una fortuna in materiali di valore e ridurre la necessità di nuove risorse».

Il WEEE Forum ricorda che «La montagna mondiale di rifiuti di apparecchiature elettroniche ed elettriche (RAEE) quest’anno ammonterà a circa 57,4 milioni di tonnellate, più del peso della Grande Muraglia cinese, l’oggetto artificiale più pesante della Terra».

Secondo il Global E-waste Monitor 2020, «Nel 2019 sono stati generati 53,6 milioni di tonnellate metriche (Mt) di RAEE. Questo ha rappresentato un aumento del 21% nei 5 anni dal 2014». Se si continua così, entro il 2030, i rifiuti elettronici raggiungeranno le 74 Mt.

Il WEEE Forum fa notare che «La produzione globale di rifiuti elettronici sta quindi crescendo ogni anno di 2 Mt, o circa dal 3 al 4%, un problema attribuito a livelli di consumo di elettronica più elevati (in aumento del 3% annuo), si cicli di vita dei prodotti più brevi e alle opzioni di riparazione limitate». Secondo le stime in Europa, dove il problema è meglio studiato, 11 su 72 articoli elettronici presenti in una famiglia media non sono più in uso o sono rotti. Ogni anno in Europa, prima di venire smaltiti, vengono accumulati altri 4 – 5 kg ​​di prodotti elettrici ed elettronici pro-capite inutilizzati.  Per quanto riguarda i telefoni cellulari, uno studio francese stima che da 54 a 113 milioni di telefoni cellulari, del peso di 10 – 20 tonnellate, sono dimenticati nei cassetti e in altri spazi nelle case francesi. Negli Usa si stima che ogni anno 151 milioni o più di telefonini – circa 416.000 al giorno – vengano gettati nella spazzatura e finiscano  negli inceneriti o in discarica e che il 40% dei metalli pesanti nelle discariche statunitensi provenga da dispositivi elettronici buttati via.

Il WEEE Forum evidenzia però che «In peso, i grandi elettrodomestici scartati come stufe e frigoriferi costituiscono la maggior componente dei rifiuti elettronici. Questi grandi elettrodomestici contengono acciaio, rame e alluminio che li rendono attraenti per i ladri. Nonostante gli sforzi concertati dei governi a molti livelli, questo problema persiste». Anche nell’Ue, che dispone da quasi due decenni di una legislazione completa sulla responsabilità estesa del produttore (EPR), composta da obiettivi e responsabilità legali, il tasso formale di raccolta dei rifiuti elettronici dell’Ue è del 55% (2018), ma, come documentato da UNITAR e dal WEEE Forum nel rapporto “WEEE Flows study and vision”, «Negli ultimi 20 anni sono stati compiuti enormi progressi, ma gli Stati membri faticano ancora a raggiungere gli obiettivi per molte ragioni complesse» .

Pascal Leroy, direttore generale del WEEE Forum, spiega che «Molti fattori svolgono un ruolo nel rendere il settore elettrico ed elettronico efficiente e circolare in termini di risorse. Ad esempio, le nostre organizzazioni per la responsabilità dei produttori membri nel 2020 hanno raccolto e assicurato il riciclaggio responsabile 2,8 Mt di rifiuti elettronici. Ma è essenziale: finché i cittadini non restituiranno i loro e-product usati e rotti, o li venderanno o li doneranno, dovremo continuare a estrarre materiali completamente nuovi causando gravi danni ambientali. Il focus di quest’anno per l’International E-Waste Day è il ruolo cruciale che ognuno di noi ha nel rendere la circolarità una realtà per gli e-product. Questo è più importante che mai in quanto i nostri governi stanno per partecipare alla COP26 per discutere dell’azione globale per ridurre le emissioni di carbonio. Ogni tonnellata di RAEE riciclata evita circa 2 tonnellate di emissioni di CO2. Se tutti facciamo la cosa giusta con i nostri rifiuti elettronici, aiutiamo a ridurre le emissioni nocive di CO2».

L’opinione pubblica è convinta che il 40-50% dei rifiuti elettronici venga riciclato (vedi video vox pop ), ma in realtà nel 2019 di meno della metà dei RAEE – il 17,4% – veniva davvero adeguatamente trattato e riciclato nel 2019.  Nel caso di telefoni cellulari, tablet, computer e altri piccoli prodotti informatici, si ritiene che molti fattori scoraggino il riciclaggio, tra cui la sicurezza dei dati, il valore del prodotto, i punti di restituzione difficili da raggiungere e l’incertezza di un riciclaggio appropriato.

Ruediger Kuehr, direttore del programma SCYCLE e capo dell’ufficio UNITAR a Bonn,  a notare che «il valore dei componenti delle EEE nelle “miniere urbane” del mondo è enorme. Una tonnellata di telefoni cellulari scartati è più ricca di oro di una tonnellata di minerale d’oro. In 1 milione di telefoni cellulari, ad esempio, ci sono 24 kg di oro, 16.000 kg di rame, 350 kg di argento e 14 kg di palladio, risorse che potrebbero essere recuperate e restituite al ciclo produttivo. E se non riusciamo a riciclare questi materiali, è necessario estrarre nuovi rifornimenti, danneggiando l’ambiente».  Kees Baldé, senior program officer del programma SCYCLE dell’United Nations University, aggiunge: «Inoltre, il recupero di oro e altri materiali dai rifiuti consente di risparmiare molte emissioni di anidride carbonica rispetto all’estrazione di metalli vergini. nel 2019, materiali recuperabili di alto valore valutati prudenzialmente a 57 miliardi di dollari, una somma superiore al prodotto interno lordo della maggior parte dei Paesi, sono stati per lo più gettati in discarica o bruciati in quelle parti del mondo senza una legislazione sulla responsabilità estesa del produttore, piuttosto che essere raccolti per il trattamento e il riutilizzo».

Per evitare questo enorme e insensato spreco di risiorse, ambientale ed economico ed aumentare con successo i tassi di raccolta è necessario coinvolgere tutti gli attori, compresi i consumatori. Ne è convinta Magdalena Charytanowicz, responsabile dell’International E-Waste Day per il WEEE Forum, che eviedenzia che «Oltre alla convenienza, alla compensazione finanziaria, all’attenzione per l’ambiente, alla cultura e alle norme sociali, la consapevolezza è uno dei motivi chiave per le persone ad agire sui rifiuti elettronici. Ecco perché il 14 ottobre speriamo di raggiungere il maggior numero possibile di cittadini in tutto il mondo e sollecitare il corretto smaltimento dell’elettronica a fine vita incoraggiando campagne e attività di sensibilizzazione come raccolte di rifiuti elettronici, lezioni scolastiche e sensibilizzazione sui social media. Anche la più piccola azione che promuove la raccolta, la riparazione, il riutilizzo o il riciclaggio dei rifiuti elettronici è benvenuta nell’ambito dell’International E-Waste Day. I consumatori vogliono fare la cosa giusta, ma devono essere adeguatamente informati e un’infrastruttura conveniente dovrebbe essere facilmente disponibile per loro in modo che lo smaltimento corretto dei rifiuti elettronici diventi la norma sociale nelle comunità».

Una dimensione emergente del problema dei rifiuti elettronici: la crescente domanda mondiale di dati e servizi digitali. Il recente “ICT Impact study” della Commissione europea afferma che «Video on demand, film, clip sui social media e streaming di giochi occupano quasi l’85% della larghezza di banda dei data center». Mentre il rapporto “Internet Waste –  A thought paper for International E-Waste Day 2020” sottolinea che «La digitalizzazione è necessaria per promuovere la circolarità economica», n ma include anche diverse statistiche sorprendenti. Per esempio:  Gli utenti di Internet sono raddoppiati dal 2010, il traffico è cresciuto di circa il 30% all’anno ed entro il 2023 gli utenti in tutto il mondo saranno 5,3 miliardi (66% della popolazione mondiale). Si prevede che gli utenti di Internet mobile aumenteranno da 3,8 miliardi nel 2019 a 5 miliardi entro il 2025, mentre i dispositivi connessi all’IoT raddoppieranno da 12 a 25 miliardi nello stesso periodo. il WEEE Forum fa notare che «Tutto questo e gli usi nascenti del cloud computing, del 5G, delle auto a guida autonoma, della blockchain, dell’apprendimento automatico e di altre aree dell’intelligenza artificiale richiedono un numero sempre crescente di server, milioni dei quali nei data center.  Sebbene questo tipo di attrezzatura professionale per la connettività Internet rappresenti sicuramente molto meno rifiuti elettronici in termini di peso rispetto ai dispositivi di consumosono disponibili pochissimi dati concreti, un vuoto informativo che deve essere colmato».

Secondo il rapporto, «Gli smartphone continuano a essere al centro della crescita dell’utilizzo dei dati, poiché generano la maggior parte del traffico dati mobile (95% previsto nel 2025). La crescita del traffico è guidata sia dall’aumento del numero di abbonamenti per smartphone sia dall’aumento del volume medio di dati per abbonamento, alimentato principalmente dalla visualizzazione di contenuti video ad alta risoluzione». E i produttori hanno un ruolo importante da svolgere insieme a quello dei consumatori: «Il rapido sviluppo dei telefoni cellulari ha portato a una dipendenza del mercato dalla rapida sostituzione dei dispositivi più vecchi. I dispositivi mobili influenzano l’ambiente in molti modi nel corso della loro vita, ma l’impatto può essere ridotto e diffuso su un periodo più lungo applicando i principi dell’economia circolare, tra cui il controllo della produzione, il riutilizzo dei dispositivi, la rigenerazione e il riciclaggio e una progettazione circolare migliorata che coinvolge la selezione dei materiali dei componenti, standardizzazione e modularizzazione per un più facile smontaggio».