Le microplastiche trasportate dall’aria influenzano il clima
Per ora contribuiscono poco all’effetto serra, ma in futuro eserciteranno un'influenza sul clima paragonabile ad altri tipi di aerosol
[22 Ottobre 2021]
Lo studio “Direct radiative effects of airborne microplastics”, pubblicato su Natire da un team di ricercatori neozelandesi e svedesi guidato da Laura Revell della School of Physical and Chemical Sciences dell’università di Canterbury – Christchurch, rivela quanto sia diffuso l’inquinamento da microplastiche e come potrebbe avere un impatto sul clima mondiale in futuro.
Se The Conversation la Revell ricorda che «Le microplastiche si trovano nei luoghi più remoti della terraferma e nell’oceano, così come nel nostro cibo. Ora diversi studi in tutto il mondo hanno confermato che sono presenti anche nell’aria che respiriamo. Nella nostra ricderca abbiamo studiato per la prima volta come si comportano le microplastiche nell’aria e nell’atmosfera e se contribuiscono al riscaldamento o al raffreddamento del sistema climatico terrestre. Altri tipi di particelle sospese nell’aria (aerosol) come polvere, spruzzi marini e fuliggine disperdono o assorbono la luce solare e, di conseguenza, raffreddano o riscaldano il sistema climatico. Abbiamo scoperto che le microplastiche fanno entrambe le cose».
Si gtratta del primo studio che collega le microplastiche trasportate dall’aria e il cambiamento climatico ed evidenzia quanto sia diffuso l’inquinamento da microplastiche e quanto potenzialmente possano influenzare il clima globale.
La scienziata neozelandese spiega che «L’attuale concentrazione di microplastiche nell’atmosfera è bassa e a questo punto hanno solo un’influenza molto ridotta sul clima globale. Ma, a meno che non agiamo per affrontare l’inquinamento da plastica, date le proiezioni di un raddoppio dei rifiuti di plastica nei prossimi decenni, prevediamo che le microplastiche potrebbero avere un impatto maggiore sul sistema climatico terrestre».
Recentemente, i ricercatori hanno confermato la presenza di microplastiche in remote catene montuose, nella neve artica e nelle aree protette . All’inizio di quest’anno, lo stesso team di ricercatori che ha pubblicatoil nuovo studio su Nature li ha segnalati nelle ricadute atmosferiche raccolte in Nuova Zelanda .
Altri studi hanno dimostrato che una volta che gli inquinanti microplastici entrano nell’oceano, non necessariamente vi rimangono ma possono lasciare il mare con gli spruzzi marini e, spinti dalle correnti del vento, tornare nell’atmosfera.
La Revell sottolinea che «Questo ci ha portato a pensare a un ciclo della plastica: le microplastiche non rimangono nel suolo, nei fiumi, nell’oceano o nell’aria, ma si spostano tra le diverse parti del sistema Terra.
Inizialmente, ci aspettavamo che le microplastiche disperse nell’aria avrebbero disperso la luce solare come la maggior parte degli aerosol, che agiscono come minuscole palline da discoteca e riflettono la luce solare nello spazio. Questo ha un effetto di raffreddamento sul clima terrestre. La maggior parte dei tipi di aerosol nell’atmosfera terrestre disperdono la luce, quindi in generale gli aerosol hanno parzialmente compensato il riscaldamento da gas serra negli ultimi decenni. Un’eccezione è la fuliggine (o black carbon), che assorbe bene la luce solare e ha un effetto riscaldante».
Ma i ricercatori hanno scoperto che «Nel complesso, le microplastiche disperse nell’aria sono efficienti nel disperdere la luce solare, il che implica un effetto di raffreddamento sul clima. Tuttavia, possono anche assorbire le radiazioni emesse dalla Terra, il che significa che contribuiscono, in misura molto ridotta, all’effetto serra».
Le più alte concentrazioni riportate di microplastiche disperse nell’aria (migliaia di frammenti per metro cubo di aria) sono state misurate nei siti di campionamento urbani di Londra e Pechino e la Revell dice che «Non sappiamo ancora fino a che punto siano arrivate le microplastiche nell’atmosfera, ma uno studio aereo le ha trovate ad altitudini fino a 3,5 chilometri. Questo pone ulteriori domande sul fatto che le microplastiche possano alterare la chimica atmosferica fornendo superfici sulle quali si verificano reazioni chimiche e come interagiscono con le nuvole».
Nelle nostre simulazioni del modello climatico fatte dai ricercatori neozelandesi, l’entità dell’influenza delle microplastiche sul clima varia a seconda delle ipotesi su come i frammenti di plastica sono distribuiti nell’atmosfera terrestre e la Revell fa notare: «Poiché la ricerca sulle microplastiche trasportate dall’aria è così nuova, abbiamo avuto un numero limitato di studi per informare la nostra ricerca.Il nostro studio mostra che l’influenza delle microplastiche sul clima globale è attualmente molto piccola e domina un effetto di raffreddamento. Tuttavia, ci aspettiamo che aumenti in futuro, al punto che le microplastiche trasportate dall’aria eserciteranno un’influenza sul clima paragonabile ad altri tipi di aerosol».
La scienziata conclude con un avvertimento: «Si stima che ad oggi siano già stati accumulati nelle discariche o nell’ambiente circa 5 miliardi di tonnellate di rifiuti di plastica. Si prevede che questa cifra raddoppierà nei prossimi tre decenni . Senza sforzi seri per affrontare l’inquinamento da microplastiche, i rifiuti di plastica mal gestiti continueranno ad aumentare l’abbondanza di microplastiche nell’aria e la loro influenza sul clima in futuro».