L’eurodeputata tedesca e l’impresa che certificò la diga di Brumadinho prima della catastrofe

Le ONG denunciano il crescente rischio di conflitto di interessi tra gli eurodeputati

[7 Aprile 2023]

Corporate Europe Observatory (CEO), Friends of the Earth Europe, LobbyControl e Transparency International EU hanno scritto alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola per sottoporle lo loro «Preoccupazioni sui potenziali conflitti di interesse riguardanti Angelika Niebler, eurodeputata del gruppo PPE di centrodestra».  Sotto la lente delle 4 ONG è finito il “doppio lavoro” dell’eurodeputata tedesca della Christlich-Soziale Union in Bayern (CSU) e in particolare il possibile conflitto di interesse rispetto alla direttiva Corporate Sustainability and Due Diligence (CSDDD)  attualmente in fase di negoziazione al Parlamento europeo e chiedono alla Metsola  (che fa parte dello stesso gruppo della Niebler, il Partito popolare europeo)  di avviare un’indagine urgente.

La CSDDD punta a ritenere le imprese responsabili delle violazioni dei diritti umani, dei cambiamenti climatici e della distruzione ambientale avvenute durante le loro attività all’estero e lungo la catena di approvvigionamento, ma la proposta di direttiva è sotto attacco da parte delle corporations che vogliono limitare i loro  doveri e responsabilità.

Le ONG spiegano che «Le nostre preoccupazioni sui conflitti di interesse riguardano i lavori secondari retribuiti di questa eurodeputat». Infatti, la Niebler fa parte del Consiglio della TÜV SÜD Foundation, una delle due proprietarie di TÜV SÜD AG, una compagnia tedesca che fornisce servizi di certificazione, anche all’estero. Le ONG evidenziano che «Uno dei progetti che TÜV SÜD ha certificato è stata la diga in una miniera di ferro di proprietà di Vale vicino a Brumadinho, in Brasile. Nel gennaio 2019 la diga è esplosa, uccidendo almeno 270 persone. Solo 4 mesi prima, la filiale brasiliana di TÜV SÜD aveva confermato la sicurezza della diga. TÜV SÜD è iscritta al registro europeo per la trasparenza delle lobby ed è attiva sulla “Sustainability and due diligence law”».

Inoltre la Niebler lavora anche all’ufficio di Monaco dello studio legale statunitense Gibson, Dunn & Crutcher, dove fornisce consulenza legale e strategica sul diritto europeo e internazionale a compagnie con interessi europei e globali.  Le ONG evidenziano che «Più in generale Gibson, Dunn & Crutcher è noto per aver rappresentatocome cliento grandi corporations che affrontano cause legali da parte delle comunità del sud del mondo interessate dalle operazioni di tali clienti. Gibson, Dunn & Crutcher ha anche rappresentato Uniper nella sua causa arbitrale ai sensi dell’Energy Charter Treaty quando il governo olandese ha cercato di introdurre politiche per ridurre le sue emissioni di gas serra».

Le ONG temono che, «Come parte del suo lavoro come deputata al Parlamento europeo sul CSDDD, la Niebler abbia presentato una serie di emendamenti che riguardano la responsabilità civile, la crisi climatica e altre proposte per indebolire in generale il campo di applicazione della direttiva. Riteniamo che gli emendamenti di Niebler al CSDDD potrebbero avvantaggiare i suoi due datori di lavoro secondari e che si trovi in ​​una posizione di potenziale conflitto di interessi».

La Niebler ha risposto alle accuse precisando che «In qualità di membro del Board of Trustees of the TÜV SÜD foundation,, non supervisiono, controllo o influenzo le attività operative di TÜV SÜD AG e delle sue entità aziendali. Invece, supervisiono e consiglio la TÜV SÜD foundation e il suo consiglio di amministrazione nel perseguire e realizzare i suoi scopi di beneficenza. Inoltre, sono “Of Counsel” presso l’ufficio di Monaco di Gibson, Dunn & Crutcher dal 2015. Non rappresento Gibson Dunn & Crutcher nei confronti delle istituzioni europee. Non ci sono conflitti di interesse per quanto riguarda il mio lavoro parlamentare e la mia attività di “Of Counsel”. Mi occupo principalmente di attività interne alla Gibson Dunn & Crutcher, come l’empowerment delle avvocatesse e la gestione della diversità».

Ma Vicky Cann di CEO ha ribattuto che «Dopo il Qatargate non ci possono essere scuse per il Parlamento europeo per non indagare su potenziali conflitti di interesse come questo. E’ imperativo che la presidente Metsola intraprenda un’azione urgente, poiché in questo momento la Corporate Sustainability and Due Diligence Directive è in fase di negoziazione e deve diventare un strumento solido per ritenere le imprese dell’Ue responsabili delle loro operazioni».

Anche Paul de Clerck di Friends of the Earth Europe non è per niente soddisfatto dalle dichiarazioni dell’europarlamentare tedesca; «Abbiamo visto la Niebler fare del suo meglio per smantellare il CSDDD e rimuovere completamente dal testo gli obblighi climatici e la responsabilità civile per le imprese. Gli emendamenti che ha presentato andrebbero a grande vantaggio delle imprese per cui lavora. E’ inaccettabile che dopo il Qatargate gli eurodeputati continuino a avere lavori secondari con aziende che hanno un interesse diretto a indebolire le leggi dell’Ue, il che sta rovinando la reputazione del Parlamento europeo».

Verena Leyendecker di LobbyControl denuncia che «La mancanza di informazioni sui lavori secondari e sui relativi clienti è una porta d’ingresso per un’influenza illegittima. Questo caso mostra chiaramente che abbiamo bisogno di maggiore trasparenza e di una forte applicazione dell’attuale divieto di lavori secondari di lobby per i deputati al Parlamento europeo».

Nick Aiossa di Transparency International EU conclude: «Gli eurodeputati che svolgono lavori secondari retribuiti presso imprese o organizzazioni che cercano di influenzare la politica dell’Ue costituiscono una violazione delle norme del Parlamento europeo e rappresentano una minaccia per l’integrità del processo decisionale dell’Ue. Questo caso dovrebbe essere indagato a fondo e, se trovata colpevole, l’eurodeputata in questione dovrebbe essere sanzionata. Al fine di prevenire futuri conflitti di interesse, è meglio vietare del tutto i lavori secondari retribuiti per gli eurodeputati. Gli eurodeputati ricevono uno stipendio a tempo pieno per un lavoro a tempo pieno, e gli elettori si aspettano giustamente che si concentrino su quello».