L’Europarlamento approva il pacchetto economia circolare. Legambiente: Questa è l’Ue che vogliamo
Rifiuti: aumentare il riciclaggio, ridurre lo smaltimento in discarica e i rifiuti alimentari
[14 Marzo 2017]
Secondo il progetto legislativo adottato oggi dal Parlamento europeo, «la quota di rifiuti da riciclare dovrà aumentare dall’odierno 44% al 70% entro il 2030». Gli eurodeputati hanno anche approvato norme del “pacchetto rifiuti” che limitano la quota di smaltimento in discarica al 5% e riducono i rifiuti alimentari del 50% entro il 2030. Il Parlamento dovrà ora negoziare il testo con il Consiglio dei ministri Ue.
La relatrice, l’italiana Simona Bonafè (PD, grupo socialisti & democratici ha detto che «Oggi, il Parlamento ha dimostrato a larghissima maggioranza che crede nella transizione verso un’economia circolare. Abbiamo deciso di ripristinare obiettivi ambiziosi per il riciclaggio e la discarica, in linea con quanto la Commissione aveva inizialmente proposto nel 2014».
I dati dicono che nel 2014 il 44% di tutti i rifiuti urbani dell’Ue era riciclato o compostato, a fronte al 31% del 2004. Inoltre, entro il 2020, gli Stati membri dell’Ue dovrebbero essere in grado di riciclare o compostare più del 50% dei rifiuti.
Secondo i deputati europei, «Entro il 2030, almeno il 70% in peso dei cosiddetti rifiuti urbani (familiari e di piccole imprese) dovrebbe essere riciclato o preparato per il riutilizzo, ovvero, controllato, pulito o riparato. La Commissione europea aveva proposto il 65%. Per i materiali di imballaggio, come carta e cartone, plastica, vetro, metallo e legno, si propone l’80% come obiettivo per il 2030, con obiettivi intermedi per ogni materiale nel 2025».
In una nota il Parlamento europeo spiega che Il progetto di legge limita la quota di rifiuti urbani collocati in discarica al 10% entro il 2030. Si propone una riduzione di quest’ultima al 5% ma è prevista una proroga di cinque anni a determinate condizioni per gli Stati membri che, nel 2013, hanno collocato in discarica più del 65% dei loro rifiuti urbani. I rifiuti alimentari nell’Ue sono stimati a circa 89 milioni di tonnellate, pari a 180 kg pro-capite annui. Rispetto al 2014, i deputati mirano a una riduzione dei rifiuti alimentari del 30% per il 2025 e del 50% entro il 2030. Si propone inoltre un obiettivo simile per i rifiuti marini«.
Le quattro risoluzioni approvate oggi rappresentano la posizione negoziale del Parlamento in vista dei negoziati con il Consiglio dei ministri UE, che deve ancora adottare la propria posizione».
L’Europarklamento ricorda che «Nel 2014, Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Svezia hanno inviato praticamente nessun rifiuto urbano alle discariche, mentre Cipro, Croazia, Grecia, Lettonia e Malta ancora smaltiscono in discarica più di tre quarti dei propri rifiuti urbani. Sebbene la gestione dei rifiuti nell’Ue sia notevolmente migliorata negli ultimi decenni, quasi un terzo dei rifiuti urbani viene smaltito in discarica e meno della metà viene riciclato o compostato; con ampie variazioni tra gli Stati membri. Migliorare la gestione dei rifiuti potrebbe fornire benefici per l’ambiente, il clima, la salute umana e l’economia. Come parte di un cambiamento nella politica dell’Ue verso un’economia circolare, la Commissione europea ha fatto quattro proposte legislative che introducono nuovi obiettivi nella gestione dei rifiuti per quanto riguarda il riutilizzo, il riciclaggio e lo smaltimento in discarica. Le proposte rafforzano inoltre le disposizioni Ue sulla prevenzione dei rifiuti e sull’estesa responsabilità del produttore, semplificando le definizioni, gli obblighi di comunicazione e i metodi di calcolo per gli obiettivi».
Per Legambiente Il voto di oggi a larga maggioranza del Parlamento Europeo è «Un ulteriore passo verso un’ambiziosa riforma della politica europea dei rifiuti» e «apre la strada verso una politica europea finalmente in grado di trasformare l’emergenza rifiuti in una grande opportunità economica ed occupazionale».
Il Cigno erde sottolinea che «Il rapporto adottato – grazie all’impegno della relatrice Simona Bonafè – migliora considerevolmente la proposta del 2015 fatta dalla Commissione Europea, in particolare per quanto riguarda i target di riciclaggio al 2030 innalzati al 70% per i rifiuti solidi urbani ed all’80% per gli imballaggi. Il raggiungimento di questi obiettivi consentirebbe – secondo la valutazione della stessa Commissione Europea – di creare 580 mila posti di lavoro, con un risparmio annuo di 72 miliardi di euro per le imprese europee grazie ad un uso più efficiente delle risorse e quindi ad una riduzione delle importazioni di materie prime. I posti di lavoro potrebbero crescere sino a 867 mila se, all’obiettivo del 70% di riciclaggio si accompagnassero a livello europeo e nazionale anche misure ambiziose per il riuso, in particolare nell’arredamento ed il tessile. Solo nel nostro paese si possono creare almeno 190 mila nuovi posti di lavoro, al netto dei posti persi a causa del superamento dell’attuale sistema produttivo. Opportunità che non possono essere sprecate. Legambiente nelle prossime settimane si mobiliterà per una rapida approvazione del pacchetto legislativo sull’economia circolare in linea con quanto proposto oggi dall’Europarlamento».
Dal ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti arriva una forte disponibilità : «Siamo contenti che il Parlamento europeo abbia scelto di procedere con decisione sulla strada dell’economia circolare. L’europarlamentare Simona Bonafe’, relatrice del provvedimento, ha fatto un ottimo lavoro. Il testo approvato è molto elevato nei target e, per quanto ci riguarda, non potrà prescindere da un punto sul quale lavoriamo in Consiglio europeo dal primo giorno: l’armonizzazione delle regole, ovvero una spinta di pari intensità da parte degli Stati membri e un’effettiva comparabilità tra le loro performance. Ci attende un negoziato non semplice, ma è indispensabile arrivare a un testo molto ambizioso in grado di avviare l’Europa verso un futuro di crescita sostenibile».
presidente di Legambiente, Rossella Muroni, conclude: «Questa è l’Europa che ci piace. Un’Europa capace di indicare una strategia moderna e sostenibile per uscire dalla crisi puntando su innovazione e coinvolgimento sinergico tra cittadini, istituzioni e economia. Il 24 aprile saremo a Bruxelles, insieme ai campioni italiani dell’economia circolare, proprio per sostenere un accordo ambizioso tra Parlamento e Consiglio e far sì che la riforma della politica europea dei rifiuti divenga al più presto realtà. Ma anche il nostro governo deve fare la sua parte. L’Italia, in sede di Consiglio, deve sostenere una riforma della politica comune dei rifiuti che faccia da volano per l’economia circolare europea, senza nascondersi dietro le posizioni di retroguardia di alcuni governi che si oppongono ad un accordo ambizioso con il Parlamento».