Life Blu Lakes: microplastiche in aumento nei laghi italiani e tedeschi. Un’emergenza silenziosa

Nel Garda, Trasimeno e Bracciano è aumentata la concentrazione di microplastiche per km2. Polistirolo e polietilene i frammenti più diffusi

[3 Luglio 2020]

Secondo i dati raccolti in questi anni da Goletta dei Laghi insieme allAgenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), «Le microplastiche minacciano sempre di più anche i laghi italiani e rappresentano un problema per l’ambiente, per la qualità delle acque, la salute delle persone e per la biodiversità. Lo dimostrano i dati sulla loro presenza nelle acque del lago di Garda, Trasimeno e Bracciano dove, nonostante le differenti caratteristiche morfologiche ed ecosistemiche, è aumentata la concentrazione media di microparticelle di plastica per km2. In particolare, nel lago di Garda si è passati dalle 9.900 particelle del 2017 alle 131.619 del 2019 per km2. Nelle acque del Trasimeno da quasi 8000 nel 2017 a 25.000 particelle nel 2019. Sul lago di Bracciano da 117.288 particelle registrate nel 2017 a 392.401 nel 2019. La forma predominante presente in tutti i laghi nei tre anni è quella dei frammenti, derivanti per lo più dalla disgregazione dei rifiuti. Queste piccolissime particelle inferiori a 5 mm finiscono nelle acque interne anche a causa dei comportamenti quotidiani: tessuti sintetici che rilasciano microfibre (fino ad un milione e mezzo per un normale lavaggio in lavatrice), cosmetici, rifiuti plastici abbandonati o non smaltiti correttamente costituiscono assieme alle microplastiche derivanti dall’attrito tra pneumatici ed asfalto, le principali fonti del problema. E allora, come sempre, con qualche attenzione in più ogni singolo cittadino può fare la sua parte per limitare i danni».

Dati che evidenziano la portata di un fenomeno silenzioso che colpisce anche le acque interne e sul quale si concentrerà il progetto quadriennale LIFE Blue Lakes, con azioni mirate sui laghi di Garda, Bracciano e Trasimeno in Italia, e sui laghi di Costanza e Chiemsee in Germania, per progettare e sperimentare protocolli standard su aree pilota e azioni di promozione e diffusione di buone pratiche da estendere, successivamente, anche ad altre comunità lacustri italiane ed europee. Tra queste, ad esempio, ci sarà la stesura della Carta del Lago che suggerirà tra l’altro: limiti di scarico, programmi di monitoraggio, miglioramento dei processi di trattamento delle acque reflue, indicazioni per la riduzione dell’impatto derivante dalle aziende e dalle famiglie e suggerimenti su iniziative di sensibilizzazione per i residenti.

Si tratta di un progetto finanziato dal Programma LIFE e co-finanzato da PlasticsEurope e che vede come capofila e coordinatore Legambiente, mentre fanno parte del partenariato Arpa Umbria, Autorità di Bacino dell’Italia Centrale, Enea, Global Nature Fund, Lake Constance Foundation e l’università Politecnica delle March. L’obiettivo dichiarato di Blue Lakes è quello di «Ridurre e prevenire la presenza di questi inquinanti invisibili attraverso una serie di azioni che coinvolgeranno istituzioni, enti e autorità locali, aziende e cittadini».

Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, ricorda che «Nel corso delle ultime edizioni della Goletta dei Laghi –la nostra associazione ha avviato insieme ad Enea dei monitoraggi specifici sulle microplastiche delle acque interne, poco studiate finora per questo aspetto, monitorando un gran numero di laghi, che oggi ci forniscono la base di dati da cui partire per costruire consapevolezza sulla portata del fenomeno. I primi dati che abbiamo diffuso sono quelli relativi al lago di Garda, Trasimeno e Bracciano, sui cui lavorerà in questi anni il progetto Blue Lakes con azioni territoriali mirate. Dall’altro canto è però importante che si estenda anche per laghi e fiumi, il ruolo di indicatori della qualità delle acque alle particelle di plastica, così come già avviene per i mari grazie alla direttiva Marine Strategy del 2008. Una lacuna che deve essere necessariamente colmata, visto il crescente inquinamento da plastica e la contaminazione di tutti gli ecosistemi acquatici».

Maria Sighicelli ricercatrice del Dipartimento sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali Enea sottolinea che «I dati  sulla presenza e la diffusione delle microplastiche negli ecosistemi delle acque interne raccolti in questi anni consentono di migliorare e approfondire la conoscenza di un fenomeno sempre più diffuso, ma per il quale non esiste ancora una standardizzazione a livello internazionale dei metodi di monitoraggio. Inoltre, non esistono programmi di monitoraggio delle microplastiche nei laghi. L’esperienza maturata ad oggi evidenzia la necessità di avviare campagne stagionali di raccolta secondo un protocollo condiviso di campionamento e metodi di analisi. In questo modo sarà possibile raccogliere e condividere dati utili per la valutazione e gestione del fenomeno delle microplastiche nei bacini lacustri e nella complessa dinamica terra-mare».

Oltre ai dati sulla concentrazione di microplastiche trovate nelle acque del lago di Garda, Trasimeno e Bracciano, un altro elemento interessante riguarda la caratterizzazione delle particelle, in termini di forma e composizione chimica. Lo staff di  Blue Lakes  spiega che «Nei due laghi centrali, a Bracciano nel 2018 e al Trasimeno nel 2017, i film – o sheet, che solitamente derivano dalla disgregazione del packaging – superano in percentuale anche i frammenti. Nel lago di Garda invece c’è prevalenza di filamenti (associati al lavaggio degli indumenti)e di palline di polistirolo(relative, solitamente, alla disgregazione di cassette e imballaggi). Tra le particelle distribuite nei tre laghi, di cui il 47% è stato caratterizzato chimicamente mediante spettroscopia infrarossa (IR), il polimero maggiormente presente è il polietilene (PE). Unica eccezione si osserva nel 2018 al lago di Garda dove troviamo una rilevante presenza di polistirolo. I dati sulla concentrazione di microplastiche sono stati messi in relazione anche con le analisi microbiologiche che Legambiente effettua durante la Goletta dei Laghi: lo studio ha messo in evidenza l’esistenza di una relazione tra scarichi comunali, acque di scarico, deflussi urbani e acqua piovana che dal sistema fluviale e dei laghi arriva al mare. É importante quindi determinare come ridurre il ruolo del sistema di acqua dolce quale principale fonte di microplastiche per l’ambiente marino».

Blue Lakes sperimenterà dei protocolli tecnici e metterà in campo una serie di azioni ad hoc rivolte ad amministratori locali, decisori politici, tecnici e cittadinanza. Ad esempio, l’Università Politecnica delle Marche sarà responsabile delle azioni di progettazione e sperimentazione del protocollo tecnico per il trattamento delle acque reflue, previsto nell’area pilota del Lago di Garda, che saranno fondamentali per identificare soluzioni per ridurre l’input di microplastiche sui bacini lacustri a valle degli impianti. Una volta definito questo protocollo tecnico sarà divulgato attraverso seminari di formazione per i dirigenti e i tecnici dei principali impianti di depurazione delle acque reflue, in Italia e in Germania. Sui laghi di Bracciano e Trasimeno, invece, grazie ad un lavoro sinergico tra Enea e Arpa Umbria, si progetterà e sperimenterà un protocollo standard di monitoraggio che sarà poi applicato nei diversi laghi italiani ed europei per valutare in maniera uniforme i livelli di microplastiche presenti.

Anche in questo caso, il protocollo sarà poi trasmesso alle autorità competenti in Italia e in Germania. Le altre azioni che verranno messe in campo coinvolgendo le 5 comunità lacustri sono: il Processo partecipativo per la stesura della Carta del Lago (Lake Paper), uno strumento volontario per la tutela dei laghi che sarà adottato dalle autorità locali e dalle comunità di ogni territorio coinvolto e accompagnato da azioni di comunicazione e sensibilizzazione rivolte a cittadini e turisti guidate da Legambiente in collaborazione con Global Nature Fund e la Fondazione internazionale del Lago di Costanza (LCF); la Campagna di advocacy per le aziende che producono cosmetici, abbigliamento outdoor, pneumatici in gomma che sono le fonti principali di frammenti plastici dispersi nell’ambiente ed infine il coordinamento da parte dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale di un tavolo di lavoro istituzionale che coinvolge soggetti impegnati nella governance del processo di regolamentazione e controllo delle acque, con l’obiettivo di migliorare il quadro normativo esistente.