Morire sotto una discarica a Maputo. A Hulene una tragedia annunciata (VIDEO)
Bambini, donne e uomini al lavoro tra il fumo tossico di una discarica che avrebbe dovuto essere chiusa
[22 Febbraio 2018]
Almeno 18 persone (ma si teme siano di più) sono morte nel crollo della discarica di più grossa discarica di Maputo, avvenuto intorno alle 3,00 ora locale del 19 febbraio, dopo che piogge torrenziali avevano colpito la capitale del Mozambico.
La frana di rifiuti ha seppellito sette case del quartiere di Hulene, a circa dieci chilometri dal centro della città, dove da un semplice buco nel terreno era nata una discarica diventata una montagna di spazzatura.
Le piogge sono state solo la causa immediata della valanga di tonnellate di spazzatura fradicia e fetida che ha travolto le poverissime case costruite al limite della discarica. Le ragioni e le responsabilità vere vanno ricercate più lontane nel tempo.
Ci si chiede perché la gente vivesse ancora in un posto così pericoloso e i funzionari del Comune di Maputo hanno detto ai giornalisti che sono stati fatti tentativi per persuadere le persone a lasciare Hulene e trasferirsi a Chiango, un’area scarsamente popolata nella periferia nord della città. Alcune persone si sono trasferite, ma altre hanno detto che era un posto scomodo e troppoi lontano dal centro di Maputo e quindi sono tornate a Hulene. Il Consiglio Comunale ha deciso di non usare la forza per sfollarli e ha adottato la linea morbida, permettendo alle persone di continuare a vivere su quello che i giornali mozambicani definiscono «l’equivalente urbano del bordo di un vulcano attivo».
Il problema è che molti di coloro che si sono rifiutati di andarsene vivevano raccogliendo e selezionando la spazzatura di Hulene e che la discarica avrebbe dovuto essere chiusa ormai da tempo. Solo dopo la tragedia il municipio di Maputo ha detto che la chiusura è imminente.
Nella sua campagna elettorale del 2013, il rieletto sindaco di Maputo, David Simango del Frente de Libertação de Moçambique (Frelimo – ex marxista-leninista), aveva promesso di chiudere la discarica di Hulene, ma nei successivi quattro anni ha continuato a rimpinguarla con 1.600 tonnellate di rifiuti al giorno e, nonostante le promesse elettorali e il progetto di aprire una discarica moderna a Matlemele, nella vicina città di Matola, Hulene è ancora in uso.
La discarica pone molteplici rischi per la salute e nell’area in cui sorge la gente accusa problemi respiratori e diarrea. Fino al crollo di lunedi, sulla cima della discarica la spazzatura veniva bruciata all’aperto in modo incontrollato, producendo gas cancerogeni. Per anni Hulene è stata periodicamente avvolta dal fumo degli incendi e soffocata da un puzzo nauseabondo, eppure, quotidianamente, un esercito di uomini, donne e bambini setaccia la spazzatura, in cerca di qualcosa di utile da poter rivendere. Inoltre, la discarica è diventata un nascondiglio per i criminali e l’intera area di Hulene di notte è diventata molto pericolosa.
Raffaele Masto su Buongiorno Africa spiega che «La discarica raccoglie tutti i rifiuti della capitale ed è uno sterminato paesaggio di colline e vallate di spazzatura e dà lavoro a centinaia di persone che ogni giorno immersi nei rifiuti raccolgono tutto ciò che può essere riciclato, ferro, carta ma soprattutto plastica. E’ un lavoro che fa guadagnare pochissimo, ma per molti è sempre meglio di niente. Chi ci lavora non si può permettere il costo dei trasporti e così si costruiscono una baracca nella discarica. Così si formano città nella spazzatura, misere baracche, poco più che ripari per dormire e riprendere a raccogliere rifiuti all’alba. Intorno alla baraccopoli ci sono anche case. Sono quelle di chi rivende la plastica compressa, di chi la trasporta, di chi cucina per quelli che lavorano e di chi porta l’acqua, tutto a pagamento, ovviamente. Insomma una misera economia che periodicamente produce stragi come questa di Maputo».
Mentre chi abita intorno alla discarica ed è scampato alla valanga sta abbandonando le proprie case (gli sfollati ieri erano un’ottantina), il sindaco Simango ha detto: «Ci assumiamo tutte le responsabilità per l’incidente di Hulene. Non cercheremo di giustificarci, perché equivarrebbe a sfuggire alle nostre responsabilità».
Dichiarazioni che non bastano all’opposizione del Partido Movimento Democrático de Moçambique (Mdm) il nuovo nome della ex Resistência Nacional Moçambicana (Renamo) la guerriglia di destra che ha combattuto una sanguinosa guerra civile (1976-1992) contro il Frelimo, che ha invitato il sindaco a dimettersi.
Durante una conferenza stampa, Augusto Mbazo, vice capogruppo Mdm all’Assemblea municipale di Maputo, ha detto che Simango «non ha più il diritto morale di rimanere sindaco e dovrebbe dimettersi» e ha ricordato che «Una delle principali promesse di Simango quando ha partecipato alla rielezione nel 2013 è stata la chiusura della discarica di Hulene». Da allora l’Mdm, che è l’unica forza di opposizione nell’Assemblea municipale di Maputo, ha insistito perché Simango mantenesse le sue promesse elettorali
Mbazo ha sottolineato che «La discarica sta funzionando molto al di sopra della sua capacità. Ora è l’altezza di un condominio di quattro o cinque piani, che sovrasta le case circostanti. Avrebbe dovuto essere stata chiusa 15 anni fa», poi ha accusato il Consiglio comunale di «negligenza criminale e di arroganza, perché è rimasto indifferente agli appelli della società civile per la chiusura della discarica».
Il Frelimo dice che ha dovuto mantenere in funzione la discarica di Hulene perché il terreno di Matlemele, a Matola, dove dovrebbe sorgere la nuova discarica, è stato occupato da squatter e sono in corso trattative per sloggiarli. Ma secondo Mbazo «Non ha senso che una tale negoziazione debba richiedere oltre tre anni. Inoltre, le affermazioni del Consiglio secondo cui sono stati compiuti progressi nella costruzione della discarica non erano vere. Le nostre visite a Matlemele dimostrano che non è stato fatto nulla».
Dopo la tragedia, il Mdm/Renamo chiede l’immediata realizzazione di un sito alternativo per lo smaltimento della spazzatura di Maputo e la chiusura della discarica di Hulene e dice che «Tutte le famiglie che vivono entro un raggio di 200 metri dalla discarica dovrebbero essere reinsediate, per evitare il ripetersi della tragedia».
Mbazo ha fatto notare che «il Consiglio ha demolito case costruite in alcune zone della città non idonee come abitazione, ma non ha intrapreso la stessa azione vigorosa verso le case costruite all’ombra della discarica di Hulene». Ora l’Mdm/Renamo chiede la convocazione di una sessione straordinaria dell’Assemblea municipale per discutere della tragedia di Hulene e Mbazo ha detto che «Il Partito proporrà anche la creazione di una commissione di inchiesta per accertare tutti i fattori che porteranno a ritenere il Consiglio comunale criminale e amministrativamente responsabile di ciò che è accaduto».