Oceana: Coca-Cola e Pepsi hanno aumentato la plastica usa e getta di centinaia di migliaia di tonnellate (VIDEO)
Global Commitment: progressi limitati nel raggiungimento degli obiettivi volontari di riciclo
[8 Novembre 2023]
Quest’anno si celebrano i 5 anni del Global Commitment che, secondo i promotori «Ha dimostrato che è possibile compiere progressi significativi per contrastare i rifiuti di plastica e l’inquinamento, ma il mondo rimane significativamente fuori strada».
Guidato dalla Ellen MacArthur Foundation, in collaborazione con l’United Nations environment programme (UNEP), il Global Commitment ha mobilitato oltre 1.000 organizzazioni su obiettivi e parametri comuni per il 2025. Il rapporto “Global Commitment Five Years In” della Ellen MacArthur Foundation pubblicato il 31 ottobre evidenzia che «Negli ultimi cinque anni, le imprese firmatarie – che rappresentano il 20% del settore mondiale degli imballaggi in plastica – hanno significativamente sovraperformato i loro colleghi quando si tratta di intraprendere azioni positive per contrastare i rifiuti di plastica. Hanno sostanzialmente ridotto l’uso di diversi articoli di plastica problematici ed evitabili, stabilizzato l’uso di plastica vergine e più che raddoppiato la quota di contenuto riciclato. Aumentando l’uso di plastica riciclata di 1,5 milioni di tonnellate all’anno, i firmatari lasciano nel terreno l’equivalente di un barile di petrolio ogni due secondi, oltre ad evitare 2,5 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra». Ma lo stesso rapporto fa notare che «Tuttavia, poiché gran parte dell’industria non ha ancora preso provvedimenti e le imprese firmatarie probabilmente non raggiungeranno gli obiettivi chiave del 2025, il mondo non è sulla buona strada per eliminare i rifiuti e l’inquinamento di plastica».
A meno che non vi siano politiche vincolanti e misure normative più ambiziose combinate con una maggiore azione imprenditoriale, La Ellen MacArthur Foundation prevede che «20mila miliardi di articoli di imballaggio flessibile, come involucri, buste e bustine, finiranno nell’oceano entro il 2040».
Per Sander Defruyt, responsabile della Plastics Initiative della Ellen MacArthur Foundation, «Gli insegnamenti tratti dal Global Commitment negli ultimi cinque anni hanno dimostrato che è possibile compiere progressi significativi verso la conservazione delle risorse fossili nel suolo e della plastica fuori dall’oceano. Quando abbiamo mosso i primi passi su questo percorso, le azioni su questo argomento erano limitate. Gli sforzi compiuti negli ultimi cinque anni ci hanno permesso di fare un importante passo avanti. Ora sappiamo che è possibile fare progressi nella lotta ai rifiuti di plastica su scala globale e sappiamo quali sono gli ostacoli principali che impediscono ulteriori cambiamenti. Ma il mondo è ancora lontano dal risolvere la crisi dell’inquinamento da plastica. Sono ora necessari lo strumento internazionale giuridicamente vincolante sull’inquinamento da plastica attualmente in fase di negoziazione, insieme ad un’azione accelerata delle imprese. Non possiamo scegliere tra nessuna di queste misure: entrambe sono cruciali per garantire che i progressi siano spinti ulteriormente e più velocemente».
Sheila Aggarwal-Khan, direttrice della Divisione industria ed economia dell’UNEP, ha accolto con favore i progressi compiuti dai firmatari del Global Commitmen: «Negli ultimi cinque anni, il Global Commitmen Globale ha dimostrato come è possibile frenare l’inquinamento da plastica, facendo luce sui “punti critici” che devono essere affrontati per ottenere una corretta riprogettazione del sistema. Più della metà (53%) dei governi firmatari hanno fissato obiettivi quantitativi per accelerare i progressi sulla riutilizzabilità e per promuovere la riprogettazione dei sistemi per favorire alternative più riciclabili e, ove pertinente, compostabili. Il negoziato in corso per uno strumento internazionale giuridicamente vincolante è un’opportunità per concordare regole, misure e incentivi per un ambiente favorevole alla fine dell’inquinamento da plastica. I governi, le imprese e tutte le parti interessate devono agire con unità per garantire di non perdere questa opportunità storica».
Il rapporto sottolinea che «Per realizzare un cambiamento globale, i leader del settore devono superare gli ostacoli principali legati alla scalabilità dei modelli di business del riutilizzo; contrastare i rifiuti e l’inquinamento da imballaggi flessibili, in particolare nei paesi con i più alti tassi di dispersione di plastica; e la creazione di infrastrutture per la raccolta, il riutilizzo e il riciclaggio, supportate dalle politiche di responsabilità estesa del produttore (EPR)» e la Ellen MacArthur Foundation evidenzia che «Il Global Commitmen continuerà a fungere da forza chiave nel guidare l’azione volontaria e nell’informare e integrare lo strumento internazionale giuridicamente vincolante che sarà sottoposto a un terzo ciclo di negoziati a Nairobi, in Kenya, dal 13 al 19 novembre».
Ma Oceana ha analizzato i dati del Global Commitment 2023 ha scoperto che «I due marchi più inquinanti, secondo il Break Free From Plastic Brand Audit, hanno aumentato la quantità di plastica utilizzata di centinaia di milioni di tonnellate base annua. The Coca-Cola Company ha aumentato il proprio utilizzo di imballaggi in plastica di oltre il 6% ovvero oltre 206.000 tonnellate, fino a raggiungere i 3,43 milioni di tonnellate nel 2022. PepsiCo ha aumentato il proprio utilizzo di imballaggi in plastica del 4% ovvero oltre 100.000 tonnellate, fino a 2,6 milioni di tonnellate dichiarate nel 2022. Questo aumento coincide con i dati aggiuntivi contenuti nel rapporto annuale di Ellen MacArthur che dimostrano che le companies hanno compiuto solo progressi marginali verso il rispetto degli impegni volti ad aumentare il contenuto riciclato nei loro imballaggi in plastica e a diminuire l’uso di imballaggi in plastica vergine. Inoltre, entrambe le companies non hanno segnalato alcun progresso nell’introduzione di più plastica, in termini di peso, negli imballaggi riutilizzabili. Coca-Cola ha rivelato che questa percentuale era solo dell’1,3% sia nel 2021 che nel 2022 e Pepsi, per il secondo anno consecutivo, non ha rilasciato dati per questo parametro. Le companies si sono impegnate ad aumentare il volume delle bevande vendute in imballaggi riutilizzabili di circa 10 punti percentuali entro il 2030».
Nel suo ultimo rapporto sulla sostenibilità, Coca-Cola, ha annunciato che nel 2022 la quota dei suoi prodotti venduti in contenitori riutilizzabili è stata del 14%. Si tratta di un calo del 2% rispetto al 16% rivelato quando la multinazionale aveva annunciato il suo impegno ad aumentare la quota complessiva dei suoi prodotti venduti in imballaggi riutilizzabili al 25% entro il 2030. Sulla base del volume totale delle vendite dichiarato da Coca Cola, Oceana stima che «Il calo di due punti percentuali della quota riportato potrebbe significare che negli ultimi due anni Coca-Cola ha invece prodotto l’equivalente di altri 5,8 miliardi di bottiglie e bicchieri di plastica monouso da 500 ml al posto degli imballaggi riutilizzabili».
Dall’annuncio di Coca-Cola nel febbraio 2022, anche i principali imbottigliatori di Coca-Cola hanno segnalato un calo delle vendite di bevande in imballaggi riutilizzabili. La quota dichiarata di Coca Cola è direttamente legata e dipendente dalle azioni dei suoi principali imbottigliatori. 4 imbottigliatori che secondo Oceana hanno rappresentato quasi la metà delle attuali vendite di riutilizzabili di Coca-Cola nel 2022 – Coca-Cola FEMSA, Arca Continental, Coca-Cola Andina e Coca-Cola Hellenic – hanno tutti registrato nel 2022 quote inferiori a quelle riportate in 2021. Solo uno dei principali imbottigliatori, Coca Cola Andina, si è impegnato ad aumentare in modo significativo la quota di bottiglie ricaricabili in linea con l’aumento del 10% promesso da Coca-Cola.
Per Matt Littlejohn, vicepresidente senior per le iniziative strategiche di Oceana, «E’ inaccettabile che Coca-Cola e Pepsi aumentino il loro utilizzo di plastica di centinaia di migliaia di tonnellate in più anno dopo anno. Gli sforzi e gli impegni delle imprese non risolvono questo problema. Il modo migliore per Coca-Cola e Pepsi di fermare questa crescita inarrestabile della plastica è aumentare drasticamente l’uso di bottiglie riutilizzabili, che possono essere utilizzate fino a 50 volte se fatte di vetro. Anche un aumento solo del 10% delle bottiglie riutilizzabili in tutti i Paesi costieri al posto della plastica monouso potrebbe ridurre l’inquinamento marino da bottiglie di plastica del 22%. Sfortunatamente, nonostante gli impegni volti ad aumentare gli imballaggi riutilizzabili, entrambe le companies non si sono dimostrate all’altezza. Questo non deve essere un compito arduo. I sistemi di bottiglie ricaricabili esistono – su larga scala – in molti Paesi del mondo. I consumatori nei mercati esistenti le acquistano, le preferiscono e le restituiscono dietro un piccolo deposito. Coca-Cola ha affermato che il 93% dei suoi imballaggi riutilizzabili viene restituito al punto vendita».
Littlejohn conclude: «Essendo i principali inquinatori di plastica al mondo secondo il Break Free From Plastic Brand Audit, Coca-Cola e Pepsi devono concentrarsi sulla riduzione della plastica e sulla pulizia del caos che hanno creato. La semplice aggiunta di plastica riciclata alle bottiglie monouso non basterà a risolvere il problema. Coca-Cola e Pepsi devono smettere di fare promesse vuote e iniziare ad agire. Devono aumentare drasticamente la quota di imballaggi riutilizzabili per avere un impatto reale. I nostri oceani non possono aspettare».