Piombino, in attesa della nuova acciaieria resta il convitato di pietra: la bonifica del Sin

Nel Protocollo d’intesa già siglato manca la firma del ministero dell’Ambiente, un’assenza pesante

[25 Gennaio 2024]

Nei giorni scorsi è stato sottoscritto un accordo finalizzato a colmare a Piombino parte del vuoto produttivo che si è creato con la distruzione dello stabilimento Azovstal di Mariupol, peraltro conosciuto anche quale simbolo della resistenza ucraina contro la Russia.

È stato infatti firmato un Protocollo di intesa da parte del ministero delle Imprese, della Regione Toscana, del Comune di Piombino e del colosso ucraino Metinvest in joint venture col gruppo Danieli, finalizzato a realizzare una nuova acciaieria “green” a Piombino.

In attesa del piano industriale si parla di produrre circa 2,7 milioni di tonnellate annue di acciaio per un investimento stimato in oltre 2,2 miliardi di euro, che in prospettiva potrebbe dare lavoro a circa 1.500 unità tra addetti diretti e indotto.

Segue l’immancabile soddisfazione espressa dalla classe politica toscana a partire dal presidente della Regione Eugenio Giani che assicura fin da subito il supporto della Regione Toscana. Non meno soddisfatti i toni del sindaco di Piombino, Francesco Ferrari e dell’assessore alle attività produttive Sabrina Nigro che rimarcano l’importanza del risultato in cui ha avuto, asseriscono, un  “grande peso il ruolo proattivo del ministero delle Imprese, che ci ha consentito di incidere nella stesura del memorandum. Siamo soddisfatti perché già in questo atto si stabiliscono alcune importanti condizioni affinché la ripresa dell’attività siderurgica avvenga secondo criteri ambientali completamente differenti dal passato”.

Eppure nell’euforia generata dalla firma di questo accordo si avverte la mancanza del convitato di pietra: sembra infatti, almeno in apparenza, che ci si sia scordati del fatto che l’area in questione è ricompresa nelle aree da bonificare cosiddette Sin (Siti di interesse nazionali), sia a terra che a mare, e sarebbe stato quanto mai opportuno chiamare in causa il titolare della funzione associata alle bonifiche: il ministero dell’Ambiente. Questa assenza si sente eccome, e si sentirà ancor più nel futuro prossimo.