Rifiuti: da marzo a ottobre 2020 le mascherine anti-Covid sono aumentate di quasi il 9.000%
Le politiche e la legislazione governative possono avere un grande impatto sulla composizione dei rifiuti pandemici
[13 Dicembre 2021]
Lo studio “Increased personal protective equipment litter as a result of COVID-19 measures”, pubblicato su Nature Sustainability da un team di ricercatori britannici e australiani ha rivelato che «I rifiuti da mascherine per il viso sono aumentati di quasi il 9.000% da marzo a ottobre 2020». Un boom che dimostra un legame diretto tra la legislazione nazionale e la presenza di rifiuti gettati via che includevano mascherine e altri dispositivi di protezione individuale legati al Covid-19.
I ricercatori dell’università di Portsmouth, che hanno guidato il team di ricerca, hanno esortato i governi, quando ne rendono obbligatorio l’uso, a «Mettere in atto politiche e leggi per lo smaltimento delle mascherine sporche».
Lo studio si basa sui risultati di due database open source: il COVID-19 Government Response Tracker e l’app per la raccolta dei rifiuti Litterati e i ricercatori spiegano che «Sono stati raccolti più di 2 milioni di rifiuti in 11 Paesi e che hanno dato una serie di risposte alle ricadute delle politiche sul Covid-19». L’utilizzo di questi due database ha permesso di mappare le risposte politiche dei diversi Paesi – severità dei lockdown, politiche sulle mascherine – e ottenere una baseline delle percentuali dei rifiuti prodotti dal settembre 2019 fino ai primi 6 mesi della pandemia.
Il principale autore dello studio, Keiron Roberts, che insegna sostenibilità e ambiente costruito all’università di Portsmouth, sottolinea che «Nel complesso lo studio mostra l’impatto che la legislazione sull’uso di oggetti come le mascherine può avere sulla loro presenza come rifiuti. Abbiamo scoperto che le mascherine disseminate hanno avuto un aumento esponenziale da marzo 2020, con un conseguente aumento di oltre 80 volte entro ottobre 2020. C’è una chiara necessità di garantire che la richiesta dell’utilizzo di questi articoli sia accompagnata da campagne educative per limitarne il rilascio in l’ambiente. Gli impatti negativi del Covid-19 sulla nostra vita quotidiana sono ben noti. Nell’aprile 2020, iniziava a sembrare che ci fossero alcuni piccoli aspetti positivi nella diminuzione dell’attività umana causata dal lockdown, con miglioramenti della qualità dell’aria e dell’acqua. La ridotta attività umana ha visto anche segnalazioni di animali che tornavano nei paesi e città. Allo stesso tempo, hanno iniziato a emergere segnalazioni di mascherine e guanti che comparivano su spiagge e strade, dove non erano stati prima. Con la diffusione del Covid-19, anche le notizie di questo nuovo tipo di spazzatura si sono diffuse. I lockdown i nazionali hanno reso incredibilmente difficile uscire e visitare questi luoghi per raccogliere prove di quelli che erano resoconti aneddotici».
Non riuscendo a raccogliere dati sul campo, i ricercatori si sono rivolti ai database online e Roberts spiega ancora: «Questi dati ci hanno permesso di esaminare i trend dei rifiuti da Covid-19 su base mensile. Abbiamo quindi confrontato gli annunci dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), le politiche nazionali e le restrizioni dei lockdown per vedere come tutto questo ha influito sulle proporzioni dei rifiuti. Non è stata una sorpresa vedere apparire rifiuti di mascherine, ma ciò che ci ha sorpreso è stato il modo in cui la legislazione nazionale ha avuto un impatto drammatico sul verificarsi dei rifiuti di mascherine».
Infatti sono emerse tendenze molto precise: Gennaio – marzo. Mentre i paesi cercavano DPI adeguati, la linea guida era quella di allontanarsi socialmente/fisicamente l’uno dall’altro. Marzo – maggio. I lockdown più severi ci sono stati durante questo periodo e, per questo, il consumo di mascherine è stato basso ma in aumento. Giugno – ottobre. L’Oms ha raccomandato l’uso di maschere per facilitare l’interazione sociale. A questo a fatto seguito l’allentamento di molte misure di lockdown e quindi un aumento delle libertà delle persone. In questi mesi, i rifiuti di mascherine sono aumentati drasticamente.
Un altro autore dello studio, Steve Fletche, direttore di Revolution Plastics all’università di Portsmouth, fa notare che «Nonostante a milioni di persone sia stato detto di usare le mascherine per il viso, sono state fornite poche indicazioni su come smaltirle o riciclarle in modo sicuro. Senza migliori pratiche di smaltimento, si profila un disastro ambientale. La maggior parte delle mascherine sono realizzate con materiali plastici di lunga durata e, se gettate via, possono persistere nell’ambiente da decenni a centinaia di anni. Questo significa che possono avere una serie di impatti sull’ambiente e sulle persone».
I ricercatori ricordano che «Quasi tutti i rifiuti sono evitabili, ma spesso l’impatto sembra solo visivo». Ci sono molteplici impatti diretti che il littering ha sul mondo che ci circonda: a brece termine, le mascherine gettate via agiscono come un potenziale vettore virale per trasmettere il Covid-19. Se entrano nelle fogne possono causare potenziali ostruzioni nelle quali si impigliano con altri oggetti. A medio termine, ci possono restare impigliati o finire soffocati anche animali di grossa tagliai e, se mangiate, causare complicazioni. Dove questo tipo di rifiuti è più diffuso può soffocare gli organismi più piccoli e la vita vegetale. A lungo termine, una volta nell’ambiente, i rifiuti abbandonati possono continuare ad avere tutti gli impatti precedenti e diventare una via di trasmissione per altri inquinanti. Alla fine diventeranno microplastiche potranno potenzialmente entrare nella catena alimentare.
Roberts conclude: «Dobbiamo evitare che questa spazzatura pandemica diventi un’eredità duratura. Ci sono due messaggi importanti da imparare da questo studio. Primo, il Covid-19 è stato uno dei fattori principali nell’emergere dei rifiuti di mascherine e, secondo, le politiche e la legislazione governative possono avere un grande impatto sulla composizione dei rifiuti. Le nuove politiche dovrebbero avere una consulenza ben strutturata e, soprattutto, infrastrutture per aiutare a smaltire i rifiuti. Poiché le nazioni usano le mascherine per supportare le interazioni sociali, devono sostenere lo smaltimento sicuro di questi rifiuti e, già che ci sono, anche di tutti gli altri rifiuti».