Tokyo: incentivi alle municipalità che ricicleranno la plastica invece di mandarla agli inceneritori
Una misura presa per ridurre le emissioni di CO2 nell’ambito della strategia Zero Emission Tokyo
[13 Febbraio 2020]
A partire da aprile, le municipalità di Tokyo che smetteranno di bruciare i rifiuti di plastica e li avvieranno al riciclo riceveranno dei sussidi dal governo metropolitano della capitale giapponese. Come spiega Yusuke Nagano sull’Asahi Shimbun, la decisione fa parte della strategia di Tokyo per combattere il riscaldamento globale e, per la prima volta, l’immensa città metropolitana ha stanziato circa 100 milioni di yen (910.550 dollari) nel suo bilancio 2020 per incoraggiare i municipi a raccogliere separatamente dagli altri rifiuti tutti i contenitori di plastica e gli imballaggi. A un europeo occidentale l’iniziativa potrà sembrare tardiva, ma in realtà la legge giapponese sul riciclaggio dei contenitori e degli imballaggi è entrata in vigore nell’aprile 2000 e un alto funzionario della capitale cinese ha detto all’’Asahi Shimbun che «Le misure contro il riscaldamento globale non possono più attendere. Vogliamo aumentare la consapevolezza delle problematiche ambientali in tutta Tokyo».
Nella megalopoli giapponese i metodi di raccolta dei rifiuti di plastica variano molto tra i diversi distretti, città e villaggi che la compongono e che sovrintendono alla raccolta dei rifiuti locale. Ma, a differenza dell’Italia, a Tokyo il problema non è la paura che gli inceneritori inquinino, è che la preoccupazione che la combustione di rifiuti di plastica produca grandi quantità di anidride carbonica e quindi aumenti il riscaldamento globale.
Alla fine del 2019, il governo metropolitano di Tokyo ha presentato la strategia Zero Emission Tokyo per eliminare completamente le emissioni di CO2 entro il 2050 e considera la raccolta differenziata di contenitori e imballaggi in plastica come la chiave per raggiungere l’obiettivo emissioni net-zero.
Secondo la ormai ventennale legge giapponese sul riciclaggio dei contenitori e degli imballaggi, le municipalità sono tenute a raccoglierli separatamente dagli altri rifiuti, ma Nagano fa notare che «a Tokyo, la quantità di rifiuti di plastica smaltita differisce ampiamente da municipalità a municipalità». Secondo il governo metropolitano della capitale giapponese, «Alla fine del 2017, nell’area di Tama a Tokyo, le municipalità avevano raccolto separatamente una media annua di 8,30 chilogrammi per residente, mentre la cifra per i 23 distretti di Tokyo era di 2,65 kg». Questo divario sarebbe dovuto al fatto che, sebbene la maggior parte degli enti locali metropolitani siano passati alla raccolta differenziata dei rifiuti di plastica, 11 distretti, tra i quali Setagaya e Ota, raccolgono solo alcuni tipi di rifiuti di plastica, come vassoi e prodotti in polistirolo.
Il governo metropolitano di Tokyo ha stanziato altri 120 milioni di yen nel suo bilancio il 2020 per affrontare il problema e sia la municipalità che devono ancora raccogliere i rifiuti di plastica separatamente che quelle che lo fanno già potranno beneficiare di sussidi e riceveranno fondi per realizzare nuove modalità per la raccolta dei rifiuti di plastica e per individuare strutture di smaltimento intermedie e conformarsi così alle leggi sul riciclaggio dei contenitori e degli imballaggi.
Tokyo sosterrà anche le iniziative per aumentare l’efficienza della raccolta dei rifiuti nelle municipalità che sono già passate alla raccolta differenziata di plastica e il governo metropolitano ha annunciato che sta prendendo anche in considerazione le spese fatte separatamente dalle municipalità che inizieranno a fare la raccolta di tutti i rifiuti di plastica.
Tra gli obiettivi che il governo metropolitano di Tokyo punta a raggiungere entro il 2030 c’è quello di avviare agli inceneritori il 40% in meno dei rifiuti di plastica prodotti da abitazioni e uffici rispetto al 2017.