Un pinguino trovato morto con nello stomaco una mascherina anti-Covid
Sulle spiagge brasiliane aumenta la spazzatura e si trovano sempre più mascherine anti-Covid
[23 Settembre 2020]
In Brasile dal 7 settembre c’è stato un lungo ponte festivo e molte persone si sono riversate sulle spiagge del Litoral Norte di São Paulo (LN – Ubatuba, Caraguatatuba, São Sebastião e Ilhabela), lasciando molti rifiuti sia a terra che a mare, il che potrebbe essere costata la vita a un pinguino. Magellano (Spheniscus magellanicus) nel cui stomaco è stata trovata una mascherina anti-Covid.
Il pinguino morto è sto trovato il 9 settembre sulla Praia de Juquehy, a São Sebastião/SP – affollata nonostante il Brasile sia ancora in piena pandemia – dal team del Projeto de Monitoramento de Praias da Bacia de Santos (PMP-BS) dell’Instituto Argonauta para Conservação Costeira e Marinha ed era «molto magro e con molta sabbia su tutto il corpo».
A tutti gli animali morti che vengono raccolti dall’Instituto Argonauta viene praticata l’autopsia per identificare la causa della morte e, generalmente, è frequente trovare rifiuti nei loro stomaci, ma questa volta nel pinguino è stata trovata una mascherina facciale N95.
Ogni anno i Pinguini di Magellano migrano dalla Patagonia Argentina in cerca di cibo, ma una parte di loro finisce per perdersi e si ritrova sulle spiagge. Nel Litoral Norte paulista e in tutta la costa brasilia, quest’anno la stagione dei pinguini di Magellano è iniziata a giugno e il primo pinguino salvato dal team PMP-BS Área SP dell’Instituto Argonauta è stato il 9 giugno, sulla spiaggia di Itaguaçu, a Ilhabela. Da allora fino al 31 agosto sono stati 576 gli interventi di Argonauta che hanno coinvolto pinguini, ma solo uno dei pinguini in difficoltà è sopravvissuto ed è stato rilasciato insieme ai pinguini curati dalle istituzioni partner.
La biologa Carla Beatriz Barbosa, coordinatrice della sezione 10 del PMP-BS Mineral/Argonauta, spiega che «il pinguino di Magellano è una specie che si trova nella Patagonia argentina e cilena e nelle isole Malvinas. Sono uccelli marini con corpi adattati a vivere nell’acqua, ma non volano e le loro ali sono state modificate in pinne. I pinguini rimangono in acqua durante la stagione non riproduttiva, tra aprile e settembre. In questo periodo, vanno in cerca di cibo, si avventurano su distanze più lunghe e possono raggiungere la nostra costa sud-orientale. Si nutrono di pesci, cefalopodi (polpi e calamari) e piccoli crostacei. E’ in questo periodo che si trovano questi animali, spesso indeboliti, debilitati e bisognosi di cure. Qui nella regione, questi animali vengono inviati al Centro de Reabilitação e Despetrolização di Ubatuba o all’UE di São Sebastião, in modo che dopo essere stati riabilitati e vengano restituiti alla natura».
La biologa Natalia Della Fina, responsabile del Boletim do Lixo dell’Instituto Argonauta evidenzia che «C’è stata una maggiore incidenza di rifiuti durante la vacanza prolungata, principalmente a causa dell’aumento del numero di persone sulle spiagge durante il periodo. A Praia Grande de Ubatuba, ad esempio, è spuntata il 7 settembre con accumuli di immondizia in diversi punti dell’arenile, testimoniati da una documentazione fotografica realizzata dal team durante le attività di monitoraggio».
Come già denunciato più volte dall’Instituto Argonauta, le mascherine anti-Covid-19 sono un nuovo tipo di rifiuto che viene trovato sempre più frequentemente non solo sulle spiagge di São Paulo, ma anche su tutta la costa brasiliana. Il team tecnico dell’Istituto Argonauta ha registrato lo smaltimento inappropriato di questi dispositivi di sicurezza nel suo Boletim do Lixo che sottolinea: «Dal 16 aprile al 13 settembre di quest’anno sono state riscontrate in totale 113 mascherIne gettate via in modo errato. sulle spiagge del LN di São Paulo». Il picco di mascherINe trovate sulle spiagge di São Paulo si è verificato durante il ponte vacanziero, in particolare l’8 settembre, quando sono state trovate 10 mascherine.
Il presidente dell’Instituto Argonauta, l’oceanografo Hugo Gallo Neto, sottolinea che la sua organizzazione aveva già avvertito le autorità sui possibili problemi derivanti dall’inadeguato smaltimento inadeguato dei rifiuti sanitari, in particolare delle mascherine, e sottolinea che «Questo caso è la prova inequivocabile che questo tipo di rifiuti provoca danni e mortalità anche nella fauna marina, oltre all’irresponsabilità di chi disperde una mascherina in un luogo inappropriato, in quanto è spazzatura sanitaria con il rischio di contaminazione di altre persone. Riteniamo che la mancanza di istruzione della popolazione che frequenta il Litoral Norte riguardo al tema dei rifiuti debba essere affrontata in modo efficiente a tutti i livelli, partendo dai bambini nelle scuole, anche con la creazione di una legislazione più severa per impedire alle persone di buttare spazzatura ovunque».
L’Instituto Argonauta chiede più controlli e multe e un miglio posizionamento di cestini e cassonetti della spazzatura e anche delle discariche. Gallo ricorda che «L’impatto non è solo sulla fauna, ma anche sulla salute e sull’economia, perché si deve ripulire lo sporco che le persone lasciano. Se lasci sulla Praia Grande la spazzatura che la gente butta, per esempio, il giorno dopo nessuno vorrà andarci. Sta diventando un problema cronico e ad alto impatto. Lavoriamo con i rifiuti marini da 23 anni, cercando sempre di educare le persone e di riabilitare gli animali che hanno problemi. Questa è una nuova minaccia che purtroppo è arrivata con la pandemia. Quindi, anche se la pandemia ha ridotto il volume di rifiuti quando ha impedito alle persone di andare in spiaggia, ora aumenta il rischio, dato che le persone finiscono per distribuire queste maschere in un luogo inappropriato».