Ambiente e clima, l’appello di 22 società scientifiche italiane per le elezioni europee
Ascoltare la scienza e non cedere alla disinformazione: «La produzione di false verità contribuisce a frenare, rimandare e persino a bloccare le azioni necessarie»
[26 Aprile 2024]
I presidenti di 22 società scientifiche italiane, che da decenni raccolgono gli scienziati che si occupano di ambiente e clima, hanno firmato l’appello “Ascoltare la scienza” in vista delle elezioni in agenda i prossimi 8 e 9 giugno.
Il testo (disponibile integralmente in coda all’articolo) si concentra sui rischi della disinformazione in corso rispetto all’urgenza della transizione ecologica.
«Le evidenze scientifiche raccolte in tanti decenni di ricerche da migliaia di scienziati in tutto il mondo, hanno permesso di chiarire in modo inequivocabile – sottolineano i firmatari – che le attività umane hanno un ruolo determinante e preponderante nella genesi dei cambiamenti climatici e nella profonda trasformazione dei sistemi naturali e che gli effetti che ne derivano sono e saranno responsabili di una progressiva perdita di biodiversità, di degrado delle condizioni ambientali, nonché di danni economici, sociali, e di perdita di salute e vite umane».
Eppure, soprattutto in tempo di elezioni, si sta facendo largo un negazionismo strisciante che non può più permettersi di negare l’evidenza del riscaldamento globale, ma non rinuncia alla volontà di frenare la transizione ecologica. Visto che il cambiamento climatico è ormai impossibile da negare, si mettono in dubbio le responsabilità umane o l’effettiva possibilità di risolvere il problema.
«Le conoscenze scientifiche consolidate in merito continuano ad essere messe in dubbio o negate sulla base di convinzioni personali, soprattutto – evidenzia nel merito l’appello – quando i risultati delle ricerche vanno contro gli interessi economici o le ideologie politiche».
Si tratta di un rischio messo chiara evidenza, all’inizio di quest’anno, dal Global risk report 2024 elaborato come sempre dal World economic forum; disinformazione e crisi climatica sono stati infatti individuati come i peggiori rischi, tra loro intrecciati, che l’umanità ha di fronte.
«La produzione di false verità contribuisce a frenare, rimandare e persino a bloccare le azioni necessarie a contrastare i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità – spiegano gli scienziati italiani – L’inazione avrà conseguenze molto gravi su tutti noi, a partire dalle componenti più fragili della popolazione umana. Agire domani sarà sempre più difficile e costoso rispetto ad agire subito e, come ci indicano i dati scientifici, più passa il tempo e più si riducono le finestre temporali per agire».
Non a caso istituzioni come Bce, Bei e Iea hanno già chiesto ai leader europei di accelerare la transizione ecologica; un recentissimo studio internazionale mostra che i danni da crisi climatica ammontano già a 38mila mld di dollari l’anno in termini di reddito perso dai cittadini.
Un ammontare stratosferico, che supera di sei volte i costi necessari per decarbonizzare l’economia e mantenere il riscaldamento globale entro i +2°C rispetto all’era pre-industriale.
Da qui l’appello degli scienziati italiani «a tutte le forze politiche, impegnate a giugno 2024 per eleggere i propri rappresentanti nel nuovo Parlamento europeo, affinché non neghino i risultati della conoscenza scientifica e si esprimano su come intendono risolvere i gravi problemi che affliggono il nostro clima e il deteriorato rapporto con i sistemi naturali della Terra».
Temi verso i quali le varie forze politiche hanno maturato approcci molto diversi. Sebbene siano in larga parte deficitari, un partito non vale l’altro. Quelli che sostengono il Governo Meloni (Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega) così come Italia viva non hanno neanche partecipato all’indagine condotta in vista delle elezioni dal Wwf – che ha già pubblicato un primo dossier in merito –, mentre gli stessi partiti (insieme ad Azione) risultano i peggiori nell’analisi degli ambientalisti dedicata alla legislatura europea ormai al termine.