I cani capiscono che alcune parole si riferiscono a oggetti (VIDEO)

I cani attivano il ricordo di un oggetto quando ne sentono il nome. Ma a volte non dimostrano di saperlo fare

[26 Marzo 2024]

Chi ha un cane sa bene che può imparare a comprendere e rispondere alle parole umane e che può imparare a sedersi quando diciamo “seduto” e venire quando lo chiamiamo. Ma il nuovo studio “Neural evidence for referential understanding of object words in dogs”, pubblicato su Current Biology da un team di ricercatori ungheresi della Eötvös Loránd Tudományegyetem ha fatto una scoperta sorprendente: registrando l’attività cerebrale dei cani è emerso che generalmente sanno anche che certe parole “stanno per” certi oggetti e che quando sentono quelle parole, attivano nella loro mente una rappresentazione mentale corrispondente.

La principale autrice dello studio, Marianna Boros del Laboratorio di neuroetologia della comunicazione del Dipartimento di etologia dell’università Eötvös Loránd di Budapest, sottolinea che «I cani non reagiscono a certe parole solo con un comportamento appreso. Inoltre, non si limitano ad associare quella parola a un oggetto in base alla contiguità temporale senza comprendere veramente il significato di quelle parole, ma attivano il ricordo di un oggetto quando ne sentono il nome».

I ricercatori spiegano che «I test di comprensione delle parole con soggetti che non parlano, come neonati e animali, di solito richiedono una scelta attiva,. Viene chiesto loro di mostrare o prendere un oggetto dopo averne sentito il nome. Pochissimi cani riescono bene in questi test in laboratorio, spesso recuperando gli oggetti correttamente a una velocità prevista dal caso».

Nel nuovo studio, i ricercatori hanno voluto osservare più da vicino la comprensione implicita delle parole degli oggetti da parte dei cani, misurando l’attività cerebrale utilizzando l’ elettroencefalogramma (EEG) non invasivo. L’idea era che questo potesse offrire una misura più sensibile della loro comprensione del linguaggio. Hanno chiesto a 18 proprietari di cani di pronunciare parole per i giocattoli che i loro cani conoscevano e poi di presentare loro gli oggetti. A volte presentavano il giocattolo corrispondente mentre altre volte presentavano un oggetto che non corrispondeva. Ad esempio, un proprietario diceva: «Zara, guarda, la palla» e presentava l’oggetto mentre l’attività cerebrale del cane veniva registrata dall’EEG.

I risultati hanno mostrato «Un modello diverso nel cervello quando ai cani è stato mostrato un oggetto corrispondente rispetto a uno non corrispondente, in modo simile a quello che vediamo negli esseri umani e questo è ampiamente accettato come prova che capiscono le parole».

I ricercatori ungheresi hanno anche riscontrato una maggiore differenza nei modelli di parole che i cani conoscevano meglio, offrendo un ulteriore supporto alla loro comprensione delle parole che rappresentano un oggetto. Sebbene i ricercatori pensassero che questa capacità potesse dipendere dalla disponibilità di un ampio vocabolario di parole-oggetto, i loro risultati hanno dimostrato che non è così.

Un’altra autrice dello studio, Lilla Magyari, anche lei dell’Eötvös Loránd Tudományegyetem e dell’Universitetet i Stavanger neorvegese, evidenzia: «Poiché i cani tipici imparano parole per le istruzione piuttosto che nomi di oggetti, e ci sono solo una manciata di cani con un ampio vocabolario di parole-oggetto, ci aspettavamo che la capacità dei cani di comprensione referenziale delle parole-oggetto fosse collegata al numero di parole-oggetto che conoscono. Ma non era così».

La Boros aggiunge: «Non importa quante parole-oggetto un cane capisce, le parole conosciute attivano comunque rappresentazioni mentali, suggerendo che questa capacità è generalmente presente nei cani e non solo in alcuni individui eccezionali che conoscono i nomi di molti oggetti».

I ricercatori fanno notare che «La scoperta che i cani come specie in general possono avere la capacità di comprendere le parole in modo referenziale, proprio come fanno gli esseri umani, potrebbe rimodellare il modo in cui gli scienziati pensano all’unicità del modo in cui gli esseri umani usano e comprendono il linguaggio. Questo ha importanti implicazioni per le teorie e i modelli dell’evoluzione del linguaggio».

E anche per i proprietari di cani è una realizzazione importante: «Il tuo cane capisce più di quanto dimostri – dice la Magyari. I cani non stanno semplicemente imparando un comportamento specifico rispetto a determinate parole, ma potrebbero davvero comprendere il significato di alcune singole parole come fanno gli esseri umani».

Ora, i ricercatori sono ora curiosi di sapere se questa capacità di comprendere il linguaggio referenziale è specifica dei cani o potrebbe essere presente anche in altri mammiferi. E, comunque vorrebbero capire come è emersa questa capacità e se dipende dall’esperienza unica dei cani di vivere con le persone. Vogliono anche sapere perché, se i cani capiscono le parole che rappresentano gli oggetti, molti di loro non lo dimostrano.

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  • Dogs understand words as we do / Curr. Biol., Mar. 22, 2024 (Vol. 34, Issue 8)